di Giovanni Cardarello
Un luogo bello e sobrio per l’avvio ufficiale di una campagna elettorale carica di attese. Così il professore ordinario di diritto costituzionale e pubblico dell’Università di Perugia, Daniele Porena, 48 anni lo scorso 29 dicembre, ha ufficialmente presentato la propria candidatura a rettore dell’ateneo del capoluogo. Parliamo di uno degli atenei più antichi d’Italia e del mondo, è stato fondato nel 1308, e che il prossimo 4 giugno, con eventuale ballottaggio entro il 17, cambierà guida determinando chi, dal 1° novembre 2025 al 31 ottobre 2031, sarà il successore di Maurizio Oliviero, rettore dal 2019.
Daniele Porena lunedì mattina ha convocato la conferenza stampa di presentazione del suo programma – «44 pagine frutto di un lavoro di squadra» – in una sala storica che, a conti fatti, è risultata perfino troppo piccola per l’entusiasmo che ha raccolto: «Forse conveniva chiedere la sala dei Notari» ha detto scherzosamente al termine della conferenza stampa. Una presentazione fatta anche di dati e numeri indicativi del lavoro che lo aspetta nel caso in cui venga eletto rettore di UniPg.
Tre gli assi portanti del suo programma: inclusività, innovatività e indipendenza. Tre concetti declinati in azioni pratiche e parole d’ordine. L’inclusività, ha sottolineato Porena dal tavolo di presidenza, verte in primo luogo sulle pari opportunità di genere («in servizio ci sono 200 professori di cui solo 40 donne»), sull’inclusione degli studenti con difficoltà che hanno bisogno di «tutoraggio e supporto» e su quella afferente i dipendenti: «Bisogna arrestare il flusso in uscita, sono competenza che si perdono».
L’innovatività, invece, si basa sulla sperimentazione «dove possibile, e fatto salvo il ruolo dell’università tradizionale, sull’e-learning», creando piattaforma scientifiche per la ricerca: «Ad esempio – ha detto il candidato – sull’intelligenza artificiale, ‘spingendo’ verso una digitalizzazione diffusa della nostra amministrazione» e creando una comunità energetica rinnovabile dentro il Dipartimento di ingegneria da mettere a disposizione del territorio».
Innovazione che è anche riqualificazione delle strutture. Unipg è distribuita nel territorio con 334.000 metri quadrati di patrimonio edilizio. Un patrimonio che richiede interventi, ma i soldi non ci sono: «Il 77% del bilancio è per gli stipendi – scandisce Porena – e il resto sono bollette e costi vivi». Occorre reperire risorse «partecipando a bandi e avvisi, cercando le opportunità che offrono la Ue e la Banca europea degli Investimenti».
Il professor Porena, infine, è netto sul tema dell’indipendenza. «un valore etico perché rafforza la qualità della ricerca». Ed individua nel ruolo del rettore un fattore centrale per «proteggere l’ateneo dalla politica e dall’economia». L’università «non deve essere il giardino di una forza politica o l’orticello di un gruppo economico e finanziario», ma «un luogo del pluralismo capace di attrarre investimenti privati e di renderli produttivi. Non dispongo della bacchetta magica, ma di idee per funzionare l’università».
IL PROGRAMMA DI DANIELE PORENA IN SINTESI (.PDF)
Idee che il professor Porena chiarisce ulteriormente, con umbriaOn, a margine della conferenza stampa.
Cosa la spinge a candidarsi?
«La voglia di dare un contributo importante all’evoluzione plurisecolare della nostra straordinaria, antica e gloriosa istituzione accademica. Un grande onore il solo fatto di essermi candidato».
Qual è la priorità del suo eventuale sessennio?
«L’innovazione, a partire dalla didattica, dai contenuti e dalle metodologie. Nella ricerca e nell’attività di terza missione, quella fondamentale attività di trasferimento delle conoscenze a soggetti terzi e al mondo produttivo».
Come giudica il mandato del suo predecessore?
«Il mandato del rettore Oliviero è stato straordinariamente importante per quello che riguarda il coinvolgimento degli studenti. Abbiamo avuto un incremento. L’università si è accreditata moltissimo nelle attività di ricerca. Dobbiamo dare un’accelerazione nella spinta alle opportunità di carriera del personale docente e non docente».
La sanità è il cuore dell’ente-Regione e del rapporto con l’ateneo, nel programma è prevista la creazione dell’azienda ospedaliera-universitaria. Come funzionerà?
«Una priorità strategica per l’università e per la Regione è dare vita alle aziende ospedaliere-universitarie integrate. Nell’ambito delle quali l’ateneo può assumere una posizione di piena contitolarità e non essere semplicemente ospite. Un percorso lungo, impegnativo, che richiede approfondimenti che abbiano i tempi dell’istruttoria e non dell’approssimazione. Nelle more di questa attività, dobbiamo adottare una serie di interventi del tessuto convenzionale vigente, in modo da renderlo più aggiornato ai tempi correnti».