di Fra.Tor.
«Ci sono nuclei familiari composti da 5 persone costretti in 45 metri quadri. Così come persone, ormai rimaste sole, che vivono in appartamenti di 100 metri quadri. Ma non solo, perché di casi drammatici, come chi ha perso il lavoro, è stato sfrattato ed è costretto a vivere in auto, ce ne sono purtroppo molti. Situazioni che non sempre emergono per pudore delle persone. Purtroppo la nostra richiesta di aggiornare il regolamento con una graduatoria sempre aperta non ha ricevuto nessuna risposta dal sindaco e quindi, per i casi più gravi, alcune famiglie stanno addirittura valutando di presentare esposti alla Procura della Repubblica». Martedì mattina, Matteo Lattanzi (Sunia Terni), Gino Bernardini (Sicet Umbria) e Jacopo Desantis (Uniat Terni), hanno voluto rendere note le principali criticità esistenti a Terni.
Il primo tema affrontato è stato quello relativo alla necessità di riattivare i contributi per l’affitto. «Da oltre tre anni a Terni – hanno ricordato i sindacati inquilini – non viene più pubblicato un bando per i contributi a sostegno dell’affitto. L’ultimo è del 2021. Questo ha lasciato migliaia di famiglie senza alcun sostegno, proprio nel periodo peggiore dal punto di vista economico. Ci arrivano continuamente richieste di aiuto, ad esempio, da parte di famiglie monoreddito o precarie, genitori separati che non riescono più a pagare l’affitto, giovani coppie o lavoratori atipici che vivono in subaffitto o con i genitori. Un nuovo bando darebbe respiro non solo agli inquilini, ma anche ai piccoli proprietari che spesso si trovano con affitti non pagati e contratti a rischio di risoluzione. Una misura sociale, quindi, ma anche economica. Abbiamo inviato una richiesta ufficiale di incontro al Comune per sollecitare l’uscita di un nuovo bando e lo facciamo adesso nuovamente, pubblicamente. Sebbene i fondi che venivano utilizzati per i contributi affitto non sono stati finanziati dal Governo, ciò non toglie che i Comuni, con le proprie forze, possano stabilire dei bandi per conto loro, come è già stato fatto».
Altra criticità è quella relativa alla gestione delle emergenze abitative, cioè quei casi estremi come possono essere le persone che si trovano all’improvviso sfrattate, con magari minori a carico, famiglie che vivono in auto o in strutture temporanee, oppure anziani o disabili senza rete familiare. «Oggi il Comune di Terni – hanno evidenziato Lattanzi, Bernardini e Desantis – non ha un regolamento adeguato ai tempi e si limita a pubblicare un bando per emergenze ogni 2-3 anni, ma così le famiglie in crisi restano senza strumenti concreti nel momento in cui hanno bisogno. È un meccanismo che non funziona. Noi chiediamo che venga istituita una graduatoria permanente, sempre aperta, dove le famiglie possano fare richiesta in qualsiasi momento, e dove i casi urgenti vengano gestiti con continuità. Sarebbe un passo civile e logico».
L’ultimo punto, forse quello più delicato, riguarda le numerose segnalazioni di assegnatari di case popolari che, come rendono noto i sindacati, «vivono in condizioni indegne». Sono stati illustrati alcuni di questi casi tra cui persone con disabilità gravi che vivono in appartamenti non dotati di ascensore o con scale particolarmente ripide, solo per fare un esempio, o famiglie numerose che vivono in bilocali minuscoli, con bambini che dormono nel salotto o su materassi per terra. «Abbiamo cominciato a inviare queste segnalazioni anche al sindaco – hanno reso noto – in quanto responsabile della salute pubblica, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Per i casi più gravi, alcune famiglie stanno addirittura valutando di presentare esposti alla Procura della Repubblica. Non è una scelta fatta a cuor leggero, ma possono più tollerare di vivere in condizioni che ledono la loro dignità e la loro salute».