Il Tar dell’Umbria ha respinto il ‘doppio’ ricorso presentato dalla Filcams-Cgil contro il Comune di Terni ed in particolare contro la vendita di quote di maggioranza di FarmaciaTerni decisa dalla precedente giunta comunale per ripianare i debiti di bilancio. La decisione, resa nota giovedì, fa seguito all’udienza che si è tenuta lo scorso 24 luglio a Perugia.
IL RICORSO DELLA FILCAMS CGIL
FARMACIATERNI, IL DURO ATTACCO DI DOMINICI – VIDEO

Verso la vendita?
Un ricorso che, aveva dichiarato l’assessore comunale al bilancio Fabrizio Dominici, rappresentava un ostacolo verso il percorso di alienazione delle quote pubbliche. Ostacolo che, salvo ricorsi al Consiglio di Stato, al momento non c’è più. Ora la palla passa all’ente per decidere il futuro delle farmacie comunali, tenendo presente – come lo stesso assessore aveva puntualizzato, che «piuttosto che chiuderle, forse è meglio cederle e rimpinguare le vuote casse comunali». Di fronte ai giudici del tribunale amministrativo dell’Umbria, palazzo Spada era rappresentato dagli avvocati Francesco Silvi e Paolo Gennari mentre la Filcams-Cgil dai colleghi Claudio Biscetti e Patrizia Bececco.
FARMACIATERNI, LA CGIL: «ASSET PUBBLICO DA TUTELARE»
Le motivazioni
«Nel caso in esame – scrivono i giudici del Tar dell’Umbria – la legittimazione del sindacato va negata in quanto non è dimostrato che agisca a difesa di un interesse proprio perseguito statutariamente né che non vi sia potenziale conflitto tra gli appartenenti alla categoria. Ciò posto, il ricorso appare carente anche sotto il profilo dell’attualità dell’interesse. Difatti, nei corposi atti depositati la ricorrente solo in alcuni passaggi afferma che il nuovo e diverso assetto societario e proprietario potrebbe riverberarsi in un possibile danno ai dipendenti in termini di minori garanzie, pur non essendovi contestazioni in ordine alla continuazione dei rapporti di lavoro in essere con i dipendenti della FarmaciaTerni Srl. Trattasi, invero, di censure estremamente generiche che evidenziano un danno solo potenziale – qualificato dalla stessa ricorrente come ‘possibile’ – ma non concreto ed attuale. Il collegio non ritiene di disconoscere gli interessi sottesi al ricorso, bensì affermare che tali interessi vanno qualificati come di mero fatto che non assurgono al rango di interesse legittimo in capo ad un soggetto esponenziale, nei termini di legge, dell’interesse collettivo dei lavoratori nel rapporto di lavoro».
Il gruppo consiliare del Pd
«Il gruppo consiliare del Partito Democratico in merito alla decisione del Tar dell’Umbria che ha respinto il ricorso presentato dalla Filcams Cgil contro il Comune di Terni sulle scelte rispetto alle quote di FarmaciaTerni per carenza di legittimazione – scrive in una nota il presidente del gruppo Francesco Filipponi – rappresenta una conferma della posizione assunta nella precedente consiliatura sulla bontà del percorso intrapreso. L’iter iniziato con la delibera di consiglio dello scorso 18 dicembre 2017 contiene garanzie per i dipendenti e delinea una prospettiva sia per la società , sia per il Comune di Terni, per un nuovo ruolo dell’azienda in una realtà competitiva come quella odierna. Ricordiamo che la delibera contenente l’iter sul nuovo corso della partecipata era un punto chiave nel percorso di riequilibrio dell’ente. Ribadiamo oggi in ogni caso la disponibilità al confronto durante le dichiarazione programmatiche del sindaco, ma anche in tutte le altre sedi ed appuntamenti, durante i quali si tratterà il tema del futuro della partecipata. Concludiamo quindi sottolineando la volontà al dialogo con tutte le parti in causa».
«Criticità giuridiche»
Per Alessandro Gentiletti (Senso Civico) «la decisione del Tar Umbria che ha bocciato il ricorso presentato dalla Cgil contro la cessione delle quote delle farmacie comunali non da, come affermano alcuni, nessun via libera alla vendita delle stesse. Da quanto è dato sapere, infatti, il Tribunale amministrativo si è limitato esclusivamente a dichiarare inammissibile il ricorso perché non ha ritenuto legittimato il ricorrente e perché non ha ritenuto attuale ma potenziale il pericolo per i lavoratori che conseguirebbe dalla vendita. Il Tribunale amministrativo non si è, pertanto, espresso nel merito. Restano, dunque, in piedi tutte le criticità giuridiche dell’alienazione che ho avuto modo di evidenziare con l’interrogazione depositata in data 8 agosto 2018 e sulle quali l’amministrazione ha il dovere di esprimersi prima di procedere. Resta infatti ben possibile che l’alienazione, una volta che dovesse essere effettuata, possa non essere ritenuta legittima dalle giurisdizioni competenti e ciò con notevoli danni per le casse pubbliche. Sul piano politico ribadisco che l’eventuale vendita delle quote delle farmacie comunali troverà la mia ferma opposizione, in quanto inutile e dannosa per la collettività ».