«Nel 2025 ancora esistono gestioni aziendali che, come nel 1800, impediscono al sindacato di entrare in azienda e svolgere i normali processi democratici». La Fiom Cgil di Terni spiega che è il caso «dell’azienda Meccanica Spadoni che da oltre trent’anni è attiva sul territorio orvietano e che ha impedito questa mattina – lunedì 28 aprile; ndr. – lo svolgimento delle elezioni per la costituzione della Rsu».
Il sindacato evidenzia di aver «regolarmente attivato ogni passaggio per svolgere, in conformità alla normativa, quello che è previsto in tutte le aziende che applicano il contratto per l’industria metalmeccanica. L’azienda, invece di adempiere a quanto previsto dal contratto e dai regolamenti in essere, manda diverse email comunicando che mette a disposizione per l’espletamento delle elezioni soluzioni logistiche esterne e non a essa afferenti, a dieci chilometri di distanza dallo stabilimento con le uniche motivazioni che non si conoscevano le modalità legate alle elezioni e per improbabili motivi di sicurezza. Con scrupolo e pazienza abbiamo spiegato alla direzione aziendale che le modalità sono allegate al vigente Contratto collettivo nazionale di lavoro che è un loro dovere conoscere per concretizzare gli adempimenti e che, tra l’altro, devono favorire la massima partecipazione al voto, in evidente contraddizione con l’individuazione di una sede a 10 chilometri di distanza dall’azienda».
Il segretario provinciale della Fiom Cgil di Terni, Stefano Garzuglia, lunedì è andato in azienda, anche come membro della Commissione territoriale di garanzia, «per verificare l’apertura del seggio e gli eventuali i relativi problemi di sicurezza, ma mi è stato impedito di entrare all’interno dell’azienda». Il sindacato ha «subito attivato le forze dell’ordine e di controllo e da qui in poi adiremo tutte le azioni legali necessarie, nessuna esclusa, per riportare in quell’azienda i diritti costituzionalmente riconosciuti e la normale operatività delle procedure sindacali, così come previsto dalla legge».
I metalmeccanici di Cgil in conclusione evidenziano che «ci risulta incredibile che ancora oggi ci possano essere atteggiamenti così ostili e antidemocratici e chiediamo anche a Federmeccanica e Confindustria di prendere posizione in tal senso».