di Maria Luce Schillaci
Un mondo appassionante dove la parola fondamentale è ‘emozione’. Si parla del mondo dei profumi. Il profumo è da sempre l’elemento che caratterizza una persona, ma anche luoghi, situazioni. Tutti ricercano qualcosa di personale in un profumo, quando si sceglie un’essenza c’è sempre qualcosa che rimanda a sensazioni particolari.
A Terni tra i maggiori conoscitori di profumi c’è senza dubbio Gianluca Munzi, titolare de ‘Il Conte’ di via Roma. Nel negozio, tra capi di abbigliamento e accessori, spicca anche un fornito spazio dedicato ai profumi, tante bottiglie eleganti, classiche o moderne. Aromi che vengono selezionati con cura e fatti percepire alla clientela con classe e dettagliate spiegazioni. Già, perché ogni profumo ha una sua storia, una propria realtà culturale, un suo perché.
«I profumi – spiega Munzi – ti permettono di viaggiare stando fermo, dietro a uno spruzzo c’è tutto un mondo: cultura, arte, letteratura, luoghi. Il mondo dei profumi è un mondo che riguarda tutti noi, l’olfatto è il primo senso che collega a una realtà primordiale, sin dai primi mesi di vita riconosci le cose più care dai profumi più familiari».
Gianluca si è accostato ai profumi sin da giovanissimo: «Il profumo è sempre stato una mia passione sin da ragazzo, all’epoca c’erano già ottime profumerie commerciali. Devo dire che tutto è partito da Riccione quando ho conosciuto una signora che aveva una profumeria di nicchia, molto selettiva. Con lei ho iniziato a parlare di profumi e mi sono appassionato. Da lì questa passione è diventata per me materia di studio. Lo studio dei nasi, ovvero dei profumieri, è importante così come è importante conoscere la storia della profumeria, ci sono storie incedibili di varie aziende che sembrano dei romanzi. Il mio percorso è cresciuto e il profumo è diventato un’attività, ho avuto campo libero perché ero in anticipo a Terni. Oggi abbiamo oltre 50 aziende di marchi selettivi, dai più famosi a quelli più di settore, essenze che provengono dalla Colombia, dalla Francia, dall’Argentina e anche dalla Corea del Sud».
Un viaggio ad occhi chiusi: Con un profumo si viaggia da fermi, si può entrare in un circo e sentire il profumo degli animali, si entra dentro una cattedrale gotica e senti gli incensi, e penso anche agli incensi che evocano una chiesetta di campagna o riti particolari come quelli dei nativi indiani. I profumi hanno questo grande potere evocativo, non hanno filtri, non ci sarà mai alcuna intelligenza artificiale che ci toglierà questo privilegio». Arte, storia e cultura dietro a un profumo, ma anche tanto lavoro solo per una goccia di essenza.
«Bisogna studiare ed evolversi – aggiunge Munzi – ci sono spesso novità, lo studio è fondamentale, si parla di elementi che hanno storie particolari, ogni essenza ha proprie particolarità, è anche chimica perché si hanno reazioni ma non si parla solo di chetoni: se prendo un’essenza di rosa e la metto tra le 80/90 essenze che compongono un profumo, tutto si trasforma, i nasi sono i nuovi alchimisti, con piccolissime dosi si cambia un profumo».
Come si accosta Terni a questo particolare mondo? «Il profumo di nicchia è il lusso della profumeria, ma è accessibile a tutti rispetto ad altri lussi. Quella dei profumi è una clientela molto trasversale, ancora più dell’abbigliamento perché il profumo è un’emozione più fluida. Devo dire che la città reagisce molto bene, ma questo non avviene solo a Terni, lo dicono anche molti colleghi che incontro ai vari corsi a cui partecipo. Ora i negozi che non hanno mai avuto profumi stanno allargando la loro scelta merceologica e li inseriscono tra le loro proposte».