Il calcio perde un grande: se n’è andato Carletto Mazzone

Aveva 86 anni. Un tecnico amatissimo da calciatori e tifosi. Fu protagonista anche con il Perugia

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Mazzone al Perugia (foto corriere.it)

Uno dei personaggi più iconici del calcio italiano, prima da giocatore e poi – nella veste in cui tutti lo hanno conosciuto – da allenatore, con il record di panchine (1.278 di cui 792 in serie A) alla guida di alcuni dei club più importanti del panorama nazionale. A diversi di questi – Ascoli su tutti, da lui condotto dalla C alla A e che gli ha intitolato anche una curva del ‘Del Duca’ – è rimasto legato indissolubilmente. Naturale per un personaggio che ha fatto della schiettezza, della sagacia, della capacità di gestire spogliatoi e talenti (come Roberto Baggio) la sua cifra. Carlo Mazzone, per tutti Carletto o Sor Carletto, ci ha lasciati sabato 19 agosto. Aveva 86 anni. Romano de Roma, e i giallorossi li ha guidati per tre stagioni a metà degli anni ’90 facendo esordire in serie A un 16enne Francesco Totti, Mazzone nella sua carriera ha inanellato promozioni e vittorie. Da Ascoli a Firenze, da Cagliari a Roma, e poi Catanzaro, Lecce, Perugia – con un onorevole decimo posto in serie A nella stagione 1999/2000 -, Bologna, Brescia (chi non ricorda, e gli perdona, la sua corsa-sfogo contro la curva dei tifosi dell’Atalanta durante un derby accesissimo al ‘Rigamonti’) e infine le parentesi a Napoli e quella conclusiva a Livorno. Tanti big del calcio – come Pep Guardiola che ha sempre dichiarato di essersi ispirato a lui, di aver trovato in Carletto Mazzone un maestro unico – lodano le sue qualità che sono state di esempio per tanti tecnici e atleti. Di lui ci mancheranno lo spirito – quello di un calcio che non c’è più, basti ricordare il suo mentore e grande amico Costantino Rozzi – e l’umanità sconfinata che riportava tutti alla realtà di un grande gioco che somiglia un po’ alla vita.

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