Voto in Umbria: prime letture e reazioni

FdI sempre più primo partito. La Lega annaspa. Il ‘Patto Avanti’ dà chance al centrosinistra. AP fuori da Terni non emerge

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E ora si guarda alle elezioni regionali del prossimo autunno. A fronte dei risultati del weekend elettorale, per ora europeo, poi nel corso della giornata di lunedì arriveranno anche gli esiti delle comunali, il percorso da qui al voto umbro – comunque lungo – potrebbe riservare scossoni, sorprese, nuovi entusiasmi e qualche defaillance.

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Le percentuali in Umbria

Intanto il voto europeo dice che Fratelli d’Italia è saldamente il primo partito in Umbria con il 32,62% (dato nazionale 28,81%) e che il Pd è il suo principale competitor con un significativo 26,38% (dato nazionale 24,06%; alle politiche 2022 per la Camera aveva ottenuto il 20,9%). Poi il Movimento 5 Stelle con un 8,87% inferiore di circa un punto al 9,99% nazionale (alle politiche 2022 aveva ottenuto il 12,7% alla Camera), Forza Italia-Noi Moderati-PPE con l’8,38% (nazionale 9,64%, nel 2022 per la Camera aveva il 6,84%), la Lega al 6,83% (nazionale 9,03%, per la Camera nel 2022 aveva il 7,75%), Alleanza Verdi e Sinistra 5,71% (6,71% nazionale), Stati Uniti d’Europa 3,05% (nazionale 3,76%), Azione 2,53% (nazionale 3,34%), Pace Terra Dignità 2,37% (nazionale 2,20%), Alternativa Popolare – il partito del sindaco di Terni Stefano Bandecchi – all’1,84% (nazionale 0,39%), Democrazia Sovrana Popolare 0,79% (0,15% nazionale) e Libertà 0,63% (1,23%).

Una prima lettura

Il primo quadro, leggibile anche dal cittadino meno avvezzo ai temi politici, in attesa che partiti ed esperti si esprimano, dice che l’asse del centrodestra umbro, che conferma la propria solidità in termini di coalizione, si è spostato ancora di più verso FdI – che migliora il 30,8% delle politiche 2022 (Camera dei Deputati) – allontanandosi ulteriormente dalla Lega, superata da Forza Italia. Il Carroccio esprime la presidenza della Regione con Donatella Tesei, la cui ricandidatura è stata comunque ‘blindata’ nei mesi scorsi dal leader leghista Matteo Salvini. Basterà questo per vederla di nuovo ai blocchi di partenza? La logica fa porre dubbi che l’esito delle comunali di Perugia potrebbe rendere ancora più chiari.

In Umbria c’è un centrosinistra che, pur vedendo partiti come il M5s lontani dai fasti – in termini percentuali – del passato, ne conta altri – è il caso del Pd e di Avs – in chiara ascesa. Si vedrà l’esito dello spoglio di Perugia, ma già il fatto che gli exit poll nazionali diano in vantaggio Vittoria Ferdinandi con il suo ‘Patto Avanti’ che rappresenta un campo certamente ampio, fa capire che la strada della coalizione ‘maxi’ resta forse l’unica per giocarsi, in questa fase, la partita con un centrodestra a trazione-Meloni. E da un’eventuale vittoria a Perugia, il centrosinistra potrebbe trarre nuova e inaspettata linfa. Si vedrà.

Altro dato, dopo tanto parlare: Alternativa Popolare, il partito del sindaco di Terni Stefano Bandecchi, anche in Umbria (decisamente meno nella ‘casa madre’ Terni) resta attorno a percentuali che, in assenza di accordi e coalizioni, sono lontane dal configurare ‘prese di potere’, anche in vista delle prossime elezioni regionali. Considerando il decisionismo del personaggio, è lecito attendersi colpi di scena e scossoni, una reazione. Scossone che intanto ha dato l’assessore comunale Aniello, dimettendosi in feroce polemica con un collega di giunta. Su base regionale AP ottiene l’1,84%. In provincia di Perugia si situa allo 0,78%, in quella di Terni ad un significativo 5,39% e nel comune di Terni al 9,48% (3.606 voti). Se la giunta comunale ternana non fosse stata ‘monocolore’, avremmo forse avuto qualche conseguenza politica. Il quadro definitivo lo si avrà, comunque, con l’esito del voto nei vari comuni umbri; diversi di questi vedevano AP in lizza con propri candidati.

Sul fronte degli umbri destinati al parlamento europeo, il presidente dell’assemblea legislativa regionale Marco Squarta (FdI) può dirsi praticamente certo dell’elezione: al suo posto in consiglio regionale arriverebbe Michela Sciurpa, attuale numero uno di Sviluppumbria. A buon punto anche Camilla Laureti (Pd) che in Umbria ha ottenuto più preferenze della segretaria nazionale Elly Schlein. Per l’ufficialità, però, c’è da attendere ancora.


Le reazioni

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Cecconi (FdI Terni): «Leadership del centrodestra. Flop di AP»

Il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia a Terni, Marco Celestino Cecconi, dice la sua in una lunga nota: «Al netto dello straordinario successo di FdI e dell’intera coalizione di governo su scala nazionale, al netto delle profonde modificazioni degli equilibri politici europei, il voto di sabato e domenica consegna risultati carichi di significato anche a livello locale e, per quel che ci riguarda più direttamente, per il territorio comunale di Terni. La prima indicazione forte e chiara riguarda proprio Fratelli d’Italia: che a Terni ha recuperato a pieno, senza se e senza ma, l’autorevolezza, la credibilità e la fiducia che merita da parte degli elettori, attestandosi in modo nettissimo come primo partito. Numeri che certamente beneficiano di un traino nazionale di portata stellare – ‘traino’ che peraltro non bastò, sarà bene ricordarlo, alle comunali dell’anno scorso – ma che, per l’appunto, sono anche il frutto del lavoro profuso quotidianamente sul territorio: a cominciare dall’instancabile impegno del gruppo consiliare e del suo saper fare opposizione, fino alla presenza del partito tra la gente. La seconda indicazione, altrettanto univoca, è che – grazie anche alle performance dei nostri alleati – la coalizione di centrodestra a Terni recupera alla grande la sua leadership, per quanto possa essere più o meno ‘largo’ o stretto, in un futuro più o meno prossimo o remoto, un campo avverso – quale quello della sinistra – ancora in cerca di collante e identità. Il terzo ordine di significati forti riguarda senza alcun dubbio Alternativa Popolare. Un partito che – numeri alla mano – oggi può dirsi degno di nota e citazione solo in quanto, tutt’al più, partito del sindaco a Terni: giacché lo 0,39 ottenuto su scala nazionale lo colloca irrimediabilmente tra quegli ‘altri’ che singolarmente non vengono nemmeno quotati. Persino al di sotto dello 0,4 ottenuto alle europee del 2019, quando ancora non c’era nessun ‘effetto-Bandecchi’. E comunque, zerovirgola per zerovirgola: uguale, zerovirgola. Per tornare a Terni, i numeri di AP sono altri numeri che non ammettono repliche. Quello che era il partito del sindaco, in quanto tale a Terni non esiste più: avendo perso, in meno di un anno, oltre tre quarti dei propri voti (dai 13mila 600 e rotti del primo turno delle amministrative-2023, ai 3600 attuali), con un 9,48 in città che lo colloca a distanze siderali da Fratelli d’Italia, dal centrodestra e, a seguire, anche dal Pd, persino al di sotto di un M5s in caduta libera. E poi: quello che per AP avrebbe dovuto essere un trampolino di lancio (proprio la postazione ottenuta nella Conca) per dare la scalata alla Regione, ha rivelato una gittata inferiore persino alla fionda-giocattolo di un bimbo, con quell’1,85 in tutta l’Umbria che non permette di scalare nemmeno il cornicione di casa, altro che i palazzi della politica a Perugia… Un tonfo così radicale a tutti i livelli – amplificato dai boati che già sono deflagrati con le dimissioni di assessori di spicco della giunta-Bandecchi annunciate proprio in queste ore – in un mondo normale e tra gente normale, non potrebbe che generare obbligate autoanalisi. Peccato allora che parlare di ammissione di responsabilità e presa d’atto di un fallimento totale, per uno come Bandecchi o il suo vice Corridore, continui ad essere una contraddizione in termini. Peccato davvero: perché i numeri stanno comunque lì, a documentare senza se e senza ma il rifiuto della città per le volgarità e i pressapochismi da cui si è ritrovata subissata, l’arroganza, l’inconcludenza roboante, le figuracce infilate da Terni in tutti i media nazionali, l’assenza di progetto, la mistificazione di attribuirsi progetti altrui spacciandoli per propri, l’incapacità di mantenere un impegno che sia uno, l’offesa quotidiana delle regole del vivere civile… Bruciare in pochi mesi i propri consensi riducendoli a meno di quarto di quelli che erano appena nel giugno scorso, pur avendo in mano in città le leve del comando, è un miracolo in negativo di cui in pochi sarebbero stati capaci. Ma – è l’altra faccia, la faccia buona, di questa medaglia – i numeri stanno lì a dimostrare la voglia di una città di voltare pagina e andare avanti, recuperare la propria dignità e lasciarsi alle spalle quello che, a tutti gli effetti, è stato solo un brutto incidente di percorso».

Spinelli (Pd Terni): «Noi bene. Lo sconfitto è Bandecchi»

Per il segretario dell’unione comunale del Pd di Terni, Pierluigi Spinelli, «il voto nazionale segna un punto di svolta che fa ben sperare in una tendenza in crescita del Pd. La qualità delle candidature proposte è stata sicuramente uno degli elementi più importanti. Il Pd a Terni – afferma – ottiene di gran lunga il miglior risultato da molte tornate elettorali, posizionandosi come secondo partito in città, con oltre 9.100 preferenze e una percentuale del 23,97%, contribuendo in modo molto significativo alla elezione al parlamento europeo di Camilla Laureti che a Terni, con quasi 1.800 preferenze, è la candidata più votata. Chi deflagra politicamente ed elettoralmente è Stefano Bandecchi, inesistente a livello nazionale, poco meno su quello regionale e ridotto ai minimi termini nella città che dovrebbe governare. Che in realtà non lo faccia, lo conferma il calo vertiginoso dei suoi consensi cittadini. Un fallimento che si scontra con le sue smodate ambizioni, mentre assistiamo allo sfaldamento della giunta che, che perde un altro pezzo significativo del suo sistema di potere, e lo perde su una questione chiave del futuro della città: i rapporti con il sistema industriale-ambientale della conca e la latitanza del Comune, come della Regione del resto, sull’accordo di programma con il Governo per la riconversione energetica ed ecologica delle acciaierie. Un fallimento – prosegue Spinelli – che si aggiunge a quelli inanellati in questi mesi: l’ospedale pubblico nel dimenticatoio, lo stadio-clinica inesistente, la Ternana svenduta e retrocessa, la sicurezza urbana e la pulizia della città in abbandono. Questo fine settimana ha definitivamente cancellato la mitologica ‘immagine vincente’ che il sindaco venuto da Livorno ha cercato di dare di sé, grazie ai suoi mezzi finanziari. Ma Terni non si compra e ci ha messo poco, la città, a rendersi conto che nessuno dei problemi reali è stato minimamente affrontato. Decoro vorrebbe che fosse lui stesso a trarne le conclusioni, tanto più che non ha mai nascosto il suo fastidio per le regole e l’impegno che il ruolo comportano».

Avs Terni: «Grande soddisfazione. Bandecchi si dimetta»

Alleanza Verdi Sinistra di Terni, la nota è di Federica Porfidi e Francesca Arca, esprime «grande soddisfazione per il risultato elettorale così importante sia a livello nazionale che locale. La nostra lista ottiene risultati sopra il 5% in tutta la provincia e anche a Terni. Siamo il primo partito scelto tra gli studenti fuori sede ed il terzo tra gli elettori che votano all’estero. Viene premiato il nostro impegno sui temi dei diritti delle persone, della difesa dei salari e delle questioni ambientali. Continueremo il nostro impegno per invertire il trend di emorragia di giovani che abbandonano la nostra provincia. Da qui deve ripartire l’impegno per costruire un’alternativa alle destre nazionali che tengono ma non sfondano, nonostante la totale occupazione dei luoghi del potere e della comunicazione. Una opposizione unita e concreta delle forze alternative e progressiste può sconfiggere questa destra già a partire dai comuni al voto da cui ci aspettiamo altre soddisfazioni. A Terni – affermano Porfidi e Arca – Alternativa Popolare è sotto il 10% ed a livello nazionale è irrilevante. L’assessora Mascia Aniello ha rassegnato le dimissioni confermando le critiche che avevamo avanzato su una impostazione maschilista e prevaricatrice del potere all’interno di Alternativa Popolare. Governare fa venire al pettine tutti i nodi. Bandecchi deve rassegnare le dimissioni e dichiarare fallito il suo esperimento politico. Prima lo farà prima sarà possibile riconsegnare ai ternani la possibilità di restituire a Terni un’amministrazione capace e degna della storia di questa città. Come Avs – concludono – ci metteremo subito al lavoro con la cittadinanza, con Pd, M5s e con tutte le forze positive che vorranno dare un contributo per voltare pagina e ridare speranza alla nostra città».

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