di S.F.
Il Comune di Tarquinia (Viterbo), un prefabbricato posizionato in località San Giorgio Poggio della Birba e la condizione ambientale di Terni. Sono i principali elementi di una curiosa sentenza del Tar Lazio – sezione seconda quater – che tira in ballo anche la ‘conca’ ternana per motivi tutt’altro che edificanti.
Cosa è successo? Tutto nasce da un ricorso presentato nel 2021 da due cittadini – difesi dall’avvocato Roberta Sacripanti – contro il Comune di Tarquinia, per chiedere l’annullamento dell’ingiunzione di pagamento emessa dall’ente per la mancata esecuzione di un’ordinanza di demolizione e ripristino (del settembre 2017). L’oggetto del contendere è un prefabbricato posizionato su un terreno e l’abusività contestata dal Comune laziale. La curiosità arriva dopo.
Sì, perché uno dei motivi di ricorso riguarda la città dell’acciaio. «Si assume – si legge nel provvedimento – che l’edificazione del manufatto sia avvenuta senza dolo e in costanza di stato di necessità, dovuto all’esigenza di sottrarsi all’aria insalubre della loro città di residenza, Terni».
Inoltre si fa riferimento al fatto che si tratta di un «piccolo prefabbricato di modeste dimensioni, non ancorato al terreno e quindi caratterizzato da precarietà; la sua posa in opera, peraltro dovuta alla necessità di godere del buon clima di Tarquinia a cagione delle condizioni di salute della ricorrente, non avrebbe necessitato, quindi, di alcun titolo edilizio». Il Tar Lazio – firma il presidente di sezione Achille Sinatra – ha respinto il ricorso dichiarandolo in parte inammissibile e in parte infondato.