Dopo il duro botta e risposta tra la consigliera 5 stelle Cristina Rosetti e l’ad di Gesenu Dante De Paolis nominato nei mesi scorsi dopo la firma dell’interdittiva antimafia, mercoledì pomeriggio la prima e seconda commissione hanno effettuato un sopralluogo nelle aree del perugino interessate dal disagio ambientale. Quelle aree, cioè, in cui i cittadini che vi abitano dovrebbero poter avere delle agevolazioni tariffarie dal momento che si trovano vicine agli impianti di trattamento dei rifiuti.
Le zone Tra le aree individuate nel perugino, l’area circostante l’impianto di Ponte Rio, quella limitrofa alla discarica di Pietramelina e quella vicina alla discarica di Borgogiglione. Ad oggi, come aveva denunciato la consigliera Rosetti, nessuno ha mai usufruito di sconti sulle tariffe.
Borgo Giglione Il sopralluogo è partito quindi dall’area di Borgo Giglione, la cui discarica ricade nell’ambito del territorio del Comune di Magione, tuttavia ad essere interessate dal disagio vi sono anche alcune zone del perugino, come l’area di Colle Umberto e le frazioni limitrofe. Il dirigente Piro, presente all’incontro, ha riferito che la criticità che ha consentito di applicare le agevolazioni tariffarie per il quartiere sono soprattutto quelle concernenti il transito dei camion, già ampiamente denunciato dall’Osservatorio, il cui numero cambia in ragione di molteplici variabili, soprattutto in ‘discesa’ dalla discarica. E’ invece contenuto il problema delle emissioni odorifere.
Pietramelina Diversa la situazione di Pietramelina, altro sito sensibile, ove i problemi sono connessi sia al transito che alle emissioni odorifere. Differente, ancora, la questione concernente Ponte Rio. «Qui il continuo transito dei mezzi in accesso all’area rende impossibile applicare l’indennità di disagio ambientale in considerazione della circolazione stradale; farlo, in sostanza, obbligherebbe ad estendere il perimetro delle zone interessate a dismisura. E’ stato, dunque, contenuto il perimetro medesimo in relazione alle emissioni odorifere». L’importo collegato al disagio ambientale nelle tre aree citate si aggira intorno ai 270 mila euro.
Agevolazioni Dal punto di vista procedurale una nota dell’amministrazione spiega che è l’ATI 2 a deliberare l’entità dell’indennità dovuta al Comune sede di impianto e la quota da ripartire fra i Comuni confinanti effettivamente interessati dal disagio, tenendo conto della tipologia degli impianti. Poi l’indennità di disagio ambientale è utilizzata per agevolazioni tariffarie a favore degli utenti interessati dalla presenza degli impianti e per finalità inerenti il miglioramento ambientale e la dotazione di servizi nelle stesse aree.
Modifiche Così infatti il regolamento sarà modificato con la previsione che, nelle zone soggette a disagio ambientale, le tariffe siano ridotte per le utenze domestiche «in maniera maggiore per quelle più esposte all’impatto della presenza e della gestione degli impianti rispetto a quelle che, invece, pur risentendo della presenza dell’impianto, sono meno esposte alle ricadute ambientali della sua attività». Le percentuali saranno determinate ogni anno con la delibera di approvazione della tariffa, in quanto potranno essere oggetto di variazione al mutare dell’ammontare dell’indennità di disagio ambientale riconosciuta al Comune e del numero delle utenze domestiche comprese nei perimetri indicati.