
Prosegue il viaggio del Treno verde di Legambiente in Umbria e, sabato mattina, il focus è stato sui livelli delle polveri sottili all’interno delle città.
Smog e rumore Quest’anno, sottolinea Legambiente, le condizioni atmosferiche favorevoli hanno contribuito a ridurre i livelli di smog in città, ma nulla possono contro i decibel elevati: anche a Foligno l’inquinamento acustico raggiunge livelli ben al di sopra di quelli consentiti dalla legge in tre dei quattro punti monitorati. «E anche se sembra un problema marginale, l’eccessivo rumore ha conseguenze dirette sul benessere e sulla qualità della vita – spiegano – e sta diventando sempre più una minaccia per la salute pubblica secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per combattere smog e inquinamento acustico occorre un decisivo cambio di passo nel pensare lo sviluppo di una città: per questo Legambiente lancia la sua sfida all’amministrazione comunale di Foligno e delle altre città umbre affinché si avvii una nuova stagione per la mobilità che privilegi il trasporto pubblico locale con più aree pedonali e zone a traffico 30 anche per agevolare la ciclabilità nelle aree urbane, a discapito anche dei rumorosissimi motorini».
Treno Verde Se a Perugia come a Terni la lotta contro i decibel ‘illegali’ si fa solo a suon di ordinanze contro i locali pubblici, ecco che per l’associazione ambientalista è il traffico il principale indiziato. La presentazione dei dati è avvenuta all’interno del convoglio che ha fatto tappa a Foligno, venerdì e sabato, per la campagna di Legambiente e del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane realizzata con la partecipazione del ministero dell’Ambiente e tutela del territorio e del mare. All’incontro hanno partecipato Alessandra Paciotto, presidente Legambiente Umbria; Davide Sabbadin, portavoce Treno Verde e Gianfranco Anzideo, presidente Legambiente Foligno, Emiliano Belmonte, assessore alle politiche ambientali del comune di Foligno e Bruna Di Domenico, direttore regionale Umbria di Trenitalia.

Qualità dell’aria Come ogni anno il Treno Verde segue un programma di monitoraggio della qualità dell’aria nelle città italiane per ribadire la necessità che questa diventi una priorità di governo, a scala locale, regionale e nazionale. «Non possiamo continuare a condannare i cittadini a vivere in città rumorose e inquinate per diversi mesi all’anno – afferma Davide Sabbadin – siamo usciti dai mesi dell’emergenza smog e questo è il momento per pianificare gli interventi e le misure per evitare di rientrarci al prossimo inverno. I contenuti previsti nelle misure antismog devono però essere pensati in maniera diversa e garantire un diverso modo di pianificare gli spazi nelle aree urbane, investimenti nella riqualificazione e nell’innovazione nell’edilizia e nel riscaldamento, sistemi di mobilità innovativi e investimenti sul verde urbano. La sfida non è impossibile, gli strumenti ci sono e qualcuno ha già iniziato a metterli in pratica a dimostrazione che la sfida oggi si può giocare e soprattutto vincere».
Terni maglia nera Che lo smog non sia assolutamente da sottovalutare in questa regione lo dimostrano anche dati sui superamenti giornalieri della soglia del Pm10 stabilita dalla normativa. La situazione delle polveri sottili a livello regionale vede le centraline di Terni (Le Grazie) con 28 giorni di superamento nel 2017 su un limite annuale di 35 giorni (nel 2016 la stessa centrale ha segnato 59 superamenti in un anno). Anche le centraline ternane di Borgo Rivo (22 giorni di superamento) e Ponte Carrara (17 giorni) sono tra le più alte della regione. Narni scalo ha già raggiunto le 29 giornate mentre a Foligno (centralina di Porta Romana) i superamenti nel 2017 sono stati 7, come a Perugia (Ponte San Giovanni). Undici i superamenti a Città di Castello. Un’attenzione a parte, dunque, merita Terni che detiene la maglia nera per l’inquinamento delle città umbre tanto da collocarsi anche tra le città italiane più inquinate. «A Terni serve un piano straordinario di miglioramento della qualità dell’aria, con Autorizzazioni integrate ambientali sempre più severe per i siti produttivi e centrali elettriche».

Le auto «In questa regione il mezzo privato continua a farla da padrona nella mobilità urbana, con un tasso di motorizzazione che resta tra i più alti d’Italia, con 70 auto ogni cento abitanti – sottolinea Alessandra Paciotto, presidente Legambiente Umbria -. È indispensabile un cambio di passo nelle politiche della mobilità sostenibile, per combattere sia l’inquinamento atmosferico che quello acustico, potenziando il trasporto sul ferro, l’uso dei mezzi pubblici e la mobilità nuova, e rendere così le auto l’ultima delle soluzioni possibili per gli spostamenti dei cittadini. La priorità deve essere quella di indirizzare le risorse verso una riorganizzazione e progettazione della mobilità nel tentativo di ridurre l’uso dei mezzi motorizzati privati a favore del trasporto pubblico locale, della mobilità ciclistica e di quella pedonale».
Riscaldamento Non è da trascurare anche la necessità di limitare l’inquinamento originato dalla combustione domestica della legna, tra i più alti in Italia. Secondo Legambiente è necessario un piano straordinario di informazione ed educazione della popolazione da parte della Regione, e il rapido aggiornamento tecnologico di caldaie, stufe e caminetti a biomassa delle case umbre, che può portare rapidamente al crollo di quella quota parte delle polveri sottili dovuta a combustione. Su questo la regione Lombardia ha fatto da capofila e andrebbe sicuramente seguita.
Proposte che Legambiente chiede di attuare a partire proprio dalla città di Foligno. «Servono zone a traffico limitato e zone 30, un aumento delle isole pedonali, promuovere l’istituzione di un Mobility manager scolastico e lavorare in tandem con gli istituti per cominciare a razionalizzare gli spostamenti casa/scuola – dichiara Gianfranco Anzideo, presidente Legambiente Foligno -. Va sottolineato che Legambiente negli scorsi anni ha proposto una mappatura per la realizzazione di dieci percorsi ciclabili sicuri adatti alla mobilità lenta. Cogliamo l’occasione per riproporre con forza quel lavoro e chiediamo che a Foligno si adotti il modello di bicipolitana applicato a Pesaro, un modello di successo e adatto alle dimensioni della nostra città. Per ultimo, sia sul fronte dell’inquinamento atmosferico che del rumore va promossa anche la mobilità elettrica che apporta indubbi e decisivi benefici in entrambi i cambi».

Inquinamento acustico Quattro i punti monitorati nella città di Foligno nella giornata del 16 marzo: in via Garibaldi, in pieno centro storico, all’incrocio con via Umberto I, due punti nella porzione nord occidentale della città, presso il parcheggio Plateatico – dove insiste un polo scolastico ed una fermata del trasporto pubblico locale – e su via Firenze all’altezza di via Monte Gargano. Ultimo punto presso la scuola materna di via Trebbia nella porzione orientale della città. Tre punti su quattro sono risultati fuori dai limiti di legge secondo il piano di zonizzazione acustica della città: il punto di via Garibaldi che ha fatto segnalare 66,3 decibel quando il limite previsto è di 60, via Firenze all’altezza di via Monte Gargano, rientrante nella II fascia di rispetto ferroviaria il cui limite assoluto di immissione diurno, in decibel, è per legge pari a 65 db, le centraline hanno registrato 70,2 db. E, infine, al parcheggio Plateatico, che rientra nella IV classe definita come aree di intensa attività umana con un limite di 65 db, facendo registrare picchi di 70,8 db.
Polveri sottili Per quanto riguarda l’andamento delle polveri sottili c’è da notare come, pur non avendo raggiunto mai concentrazioni particolarmente elevate – in linea con i dati ufficiali della centralina Arpa di Foligno a Porta Romana, le rilevazioni fatte nella zona del centro storico dai tecnici di Legambiente zone caratterizzate dalla presenza di aree pedonali e ztl, mostrino concentrazioni maggiori rispetto alle zone maggiormente trafficate come via Garibaldi e via Umberto Primo (media oraria rilevata 10 µgr/mc). La spiegazione risiede nella maggior ampiezza delle vie trafficate, che favorisce quindi la dispersione delle polveri sottili ed un maggior ricambio di aria, mentre nelle vie più chiuse e più strette del centro storico, anche se non direttamente trafficate, risentono di un maggior ristagno di aria e di una minor ventilazione, condizioni che favoriscono quindi l’accumulo di tali sostanze inquinanti.