Italia Nostra Valnerina si oppone a nuovi prelievi di acqua dalle sorgenti del Nera. In una lettera inviata al ministero dell’ambiente e ai comuni di Scheggino, Arrone, Ferentillo e Sant’Anatolia di Narco, la presidente Alda Carosi punta il dito contro le decisioni assunte dalle regioni Umbria e Marche e chiede alle amministrazioni di opporsi «all’ennesimo prelievo che rischia di impoverire ulteriormente il fiume e il suo parco fluviale».
I prelievi «Umbria e Marche – scrivono da Italia Nostra Valnerina – hanno deliberato prelievi sul fiume Nera destinati, per l’Umbria, al raddoppio dell’acquedotto di Spoleto e alla costruzione di un nuovo acquedotto per Terni, mentre per le Marche l’incremento della captazione dalla sorgente di San Chiodo servirà ad alimentare gli acquedotti della regione».
Evitare sprechi Prelievi che, per l’Umbria, «non risolverebbero minimamente le richieste di approvvigionamento idrico delle città di Terni e Spoleto, mentre – di contro – un’opera di recupero e riparazione degli acquedotti esistenti, soggetti a gravi perdite, potrebbe aiutare consistentemente». In sostanza i fondi a disposizione, secodo Italia Nostra, non dovrebbbero essere utilizzati per costruire miniacquedotti in una zona definita «ad alto rischio sismico e di dissesto idrogeologico», quanto piuttosto per «ristrutturare l’esistente ed evitare sprechi».
La richiesta è quindi di «limitare i prelievi di acqua potabile dal fiume allo stretto necessario, anche a fronte della forte diminuzione della portata del Nera a causa della rarefazione, ormai da molti anni, delle precipitazione nevose che alimentano gli invasi delle sorgenti».