Ecco la Valnerina giubilare che vale la pena di scoprire. Lo storico locale Carlo Favetti ci porta alla scoperta di ‘Valnerina Segreta’, degli eremi e abbazie. Dopo aver visitato le abbazie di San Pietro in Valle e di San Felice di Narco, l’itinerario ci porta nell’alta Valnerina, precisamente in Val Castoriana dove ci attende l’abbazia di Sant’Eutizio, per quello che ne rimane.
L’edificio è stato colpito a morte dall’ultimo evento sismico che ha distrutto un buon 80% della struttura, con il crollo totale del campanile. La ricostruzione è partita, anche se l’abside e alcune parti della facciata sono state messe in sicurezza. La storia ci dice che tutto l’evolversi della cristianità , in questa parte meridionale dell’Umbria, si deve a semplici uomini provenienti dalla Siria nel V e VI secolo, dediti all’eremitaggio, digiuno e preghiera.
Secondo la leggenda, nel 514 circa trecento siriani emigrarono da Antiochia di Cesarea in Umbria, al tempo di Teodorico re dei Goti. Un’emigrazione causata dalle persecuzioni dell’imperatore ariano Anastasio Dikoro (491-518) e dal vescovo eretico di Antiochia, Severo. In Umbria, giunti con loro famiglie, gli eremiti formarono le prime Laure di liberi ancoreti, sopratutto nella zona alta del Monteluco, poi in Valnerina lungo il Nera e in Val Castoriana lungo il Campiano, passando dapprima da una vita anacoretica a quella cenobitica.
San Lorenzo Illuminatore, emigrante al tempo di papa Ormisda e il re Teodorico, si ritirò a Casteldilago dove nel 521, eletto superiore degli eremi, diresse la Laura di Monteluco per circa vent’anni. Nel 541 fu eletto vescovo di Spoleto da papa Virgilio dopo la decapitazione del vescovo Giovanni da parte dei Goti. Nel 552, dopo aver trascorso più di dieci anni nell’episcopio spoletino, si ritirò in Sabina fondando l’abbazia di Santa Maria in Farfa. Mori nel 576.
Altro personaggio dei trecento profughi Siriaci è Isach che, stanziatosi anche lui a Monteluco, ebbe in dono dalla nobile spoletina Gregoria il ‘bosco sacro’. La sua Laura cenobitica assai numerosa fu centro nel 528 a San Giuliano. Morì nel 550, poi sepolto nella cripta di Sant’Ansano.
Altri Siriaci furono Carpoforo, Ercolano – decapitati a Perugia sotto Totila nel 546 -, Sentio (morì a Spoleto nel 470 ed è sepolto in San Concordio/San Salvatore).
Ma altri eremi sorsero un po’ ovunque: presso Santa Maria delle Scentelle a Grotti, Triponzo, Serravalle, a Fematre. Troviamo Lazzaro e Giovanni (San Pietro in Valle), Felice e Mauro (Sant’Anatolia di Narco), Eutizio Spes e Fiorenzo (Valcastoria di Preci).
Il colpo mortale dell’ evento sismico ha distrutto una parte importante di questo patrimonio storico, artistico e devozionale. Tutti si augurano che, presto la macchina organizzativa della ricostruzione, superati gli ostacoli burocratici, torni al suo ruolo primario volto al ripristino di questi luoghi sia dal punto di vista di uso civico che religioso.