«Se la proposta di legge ‘La buona scuola’ verrà approvata, distruggerà dalle fondamenta la scuola italiana». Queste le parole dei sindacati Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda, che spiegano il motivo per cui martedì sono scesi in piazza, per la prima volta dopo circa sette anni, in uno sciopero unitario nazionale.
‘La buona scuola’ Sotto la proposta di legge «si nasconde subdolamente la più vergognosa delle intenzioni», hanno detto i sindacati. «Quella di tagliare e risparmiare ancora una volta sulla pelle dei ragazzi, di massacrare la scuola statale destinando risorse pubbliche al privato. Inoltre non sono previste nuove assunzioni per il personale Ata e per i docenti di scuola dell’infanzia, né sostituzioni in caso di assenza di collaboratori scolastici ed assistenti amministrativi e tecnici. Come farebbero le insegnanti senza la preziosa presenza dei collaboratori scolastici, di supporto con i bambini piccoli o con alunni disabili, senza sorveglianza nei corridoi o agli ingressi delle scuole?».
Cortei Per lo sciopero della scuola, il 5 maggio, i sindacati hanno organizzato cortei a Milano, Aosta, Catania, Palermo, Roma, Bari e Genova. Altre manifestazioni sono state organizzate dai Cobas in altre città come Torino, Bologna, Firenze, Cagliari e Catania. Centinaia le scuole chiuse e migliaia gli studenti e gli insegnanti che hanno manifestato per i loro diritti.
Flash mob Anche da Terni è partito un ‘grido’ di dissenso. Un flash mob, ‘Per chi suona la campana’, organizzato dai docenti «in difesa dell’identità e della scuola statale». Martedì mattina, gli insegnanti, il personale Ata e alcuni studenti, si sono radunati in piazza della Repubblica, muniti di un foglio bianco e di un palloncino colorato. Al suono della campanella, tutti insieme, con un braccio hanno portato il foglio bianco davanti al volto e con l’altro hanno alzato il palloncino. E sono rimasti lì, per circa 5 minuti, con il sottofondo delle campane a lutto.
L’identità «Il foglio bianco – spiega Letizia Sani, insegnante presso la scuola primaria ‘Falcone-Borsellino’ – rappresenta simbolicamente una riforma vuota, priva di contenuti che, di fatto, cancella l’identità della scuola e degli insegnanti. Un’identità che si è nutrita sino ad oggi di valori irrinunciabili, come la democrazia, la condivisione, la partecipazione, la libertà d’insegnamento e di sperimentazione, rispetto dell’identità e del dissenso».
LE PAROLE DI UN GIOVANE INSEGNANTE: GUARDA L’INTERVISTA
La precarietà «La nostra partecipazione a questo evento nasce dall’esigenza di avere una scuola diversa da quella che ci viene proposta. Chi, come me – dice un giovane insegnante – è precario ha delle possibilità di entrare nel mondo del lavoro, ma con dei sacrifici ingiusti. Il rammarico è che la partecipazione oggi a Terni è stata meno consistente di quello che pensavamo. Sicuramente una parte di noi si è spostata a Roma, nel punto più importante della protesta, ma forse alcuni colleghi, si sarebbero potuti alzare dal divano per unirsi a noi».