di P.C.
La Regione Umbria ha inviato una nota al Laboratorio Minerva di via Pellas chiedendo una verifica delle procedure e di assestamento della macchina che analizza i tamponi dei test molecolari per individuazione dei contagi da coronavirus, per capire le ragioni del problema che ha provocato il clamoroso caso dei tanti ‘falsi positivi’ fra i calciatori del Perugia Calcio, che ha creato sconcerto fra i tifosi e gli appassionati di calcio ma al tempo stesso imbarazzo negli uffici di palazzo Donini.
SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON
Cosa è successo?
Era stata proprio la Regione, infatti, ad autorizzare il laboratorio Minerva (era stato il primo, fin dal 12 agosto) ad effettuare tamponi oro/rino-faringeo per la ricerca del virus SARS-CoV-2. Una autorizzazione che prevedeva il rispetto di una serie di criteri minimi (come, ad esempio, utilizzare materiali certificati secondo le procedure previste da Aifa e Istituto superiore di sanità ) e il superamento di un test di validità , quello che abbiamo definito ‘dei 15 tamponi’. Il procedimento è molto semplice: la struttura che fa richiesta di autorizzazione deve recarsi in ospedale, ritirare 15 tamponi precedentemente analizzati dalle strutture pubbliche e rianalizzarli. Se i risultati sono analoghi allora il test funziona. Avendo ricevuto l’autorizzazione, evidentemente, il Minerva, come gli altri laboratori autorizzati, ha soddisfatto i criteri minimi decisi dalla Regione. E allora cosa è successo?
Verifiche in corso sui positivi
Negli uffici dove lavorano i responsabili della sanità umbra non riescono a darsi una spiegazione di quanto accaduto. Non è rarissimo avere falsi positivi, già in passato era capitato, ma in modo sporadico, non così massiccio. Occhi puntato sui reagenti, sul funzionamento dei macchinari e sulle procedure eseguite. Intanto, per ragioni di cautela, è in corso anche la verifica degli altri positivi riscontrati presso lo stesso laboratorio. Il sospetto, a questo punto, è che possano esserci stati in passato altri casi di ‘falsi positivi’: quindi tutti i positivi saranno invitati dall’Usl Umbria a rifare il tampone.
Non sui negativi
Maggiore sicurezza, invece, sui negativi, che – quando il test è richiesto dal medico di base – vengono negativizzati con doppio tampone. Non sarà fatta invece una verifica sui negativi ‘privati’, quelli che autonomamente si sono rivolti a un laboratorio. Ciò per due ragioni: innanzitutto perché, non essendo stati quei test commissionati dalla sanità pubblica, non se ne riscontra l’esigenza; in secondo luogo perché l’ipotesi dei falsi negativi è assai più remota rispetto a quella dei falsi positivi. In questo momento il servizio della direzione che segue questi aspetti e l’unità di crisi e il commissario Covid stanno eseguendo queste verifiche.
In attesa di conferme
Al momento né dalla Regione né dal Laboratorio Minerva, che pure abbiamo sollecitato in tal senso, sono arrivate spiegazioni ufficiali a quanto accaduto. Ne daremo conto ovviamente non appena ci saranno, probabilmente non appena termineranno le verifiche in corso.