di Giovanni Cardarello
Si è aperta alle 10.47 di giovedì 10 aprile e chiusa alle 20.32 dello stesso giorno la riunione del consiglio regionale dell’Umbria con all’ordine del giorno ‘Disposizioni in materia di tributi regionali’. La, ampiamente, dibattuta manovra di bilancio atta a coprire il disavanzo dei conti dell’ente. Disavanzo comunicato in prima battuta in 90 milioni di euro e sceso a 73 dopo la verifica da parte dei tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Disavanzo che la giunta guidata da Stefania Proietti ha valutato di coprire «al fine di evitare il commissariamento» con un disegno di legge contenente, appunto, disposizioni in materia di tributi regionali e nello specifico l’aumento dell’aliquota dell’Irap e aumento delle aliquote degli scaglioni Irpef per alcune fasce di reddito».
LA MANOVRA FISCALE NEL DOCUMENTO PRESENTATO DALLA MAGGIORANZA (.PDF)
Minuto di silenzio per le vittime di femminicidio

Il consiglio, guidato dalla presidente Bistocchi, con la giunta schierata nei banchi del governo e i consiglieri di maggioranza e minoranza disposti nell’emiciclo secondo le appartenenze politiche, si è aperto con un minuto di silenzio in memoria di Ilaria Sula, Laura Papadia ed Elisa Stefania Feru, vittime di femminicidio nel territorio dell’Umbria. I lavori si sono aperti con la richiesta del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Eleonora Pace, di sospendere la seduta per fare una riunione di capigruppo e inserire in discussione la mozione di sfiducia alla presidente della giunta regionale presentata dal centrodestra.
Se inserita in discussione, i lavori sarebbero – per regolamento – stati sospesi per cinque giorni, ‘bucando’ cosi la scadenza del 15 aprile, giorno entro il quale la Regione Umbria deve comunicare al Mef le nuove aliquote Irpef. L’aula ha respinto la mozione con 13 voti contrari della maggioranza e 8 favorevoli della minoranza.
Si sono svolti poi i question time relativi a commissariamento di Umbria Film Commission, alla crisi del settore informazione locale, all’attuazione della rete Digipass e soprattutto all’incarico affidato a società esterna con determina 151/2025, quella dell’avvio del lavoro di Kpmg, la società di revisione che ha stimato in 243 milioni (a cui sottrarre i 153 della gestione centralizzata) il disavanzo.
La relazione della manovra

Si è passati quindi alla discussione degli articoli della proposta di legge della giunta regionale, partendo dalla relazione del presidente della I commissione Francesco Filipponi. Sulla relazione c’è stata bagarre perché la consigliera Laura Pernazza di Forza Italia ha chiesto l’inserimento di un relatore di minoranza per il ddl, dal momento che dalla I commissione era stato indicato solo il relatore di maggioranza, vista l’assenza dei commissari di minoranza che avevano abbandonato i lavori. La richiesta è stata respinta con 13 voti contrari della maggioranza e 8 favorevoli della minoranza.
Nella relazione Filipponi ha sottolineato che «la proposta di legge della giunta si è resa necessaria per il progressivo aumento della rigidità del bilancio e i vincoli di finanza pubblica sempre più stringenti per il 2025, con la riduzione di 40 milioni di euro di trasferimenti alla Regione Umbria nel triennio e la riduzione per i comuni umbri di 20 milioni di euro». Sottolineando il tema della «variazione dei costi della mobilità passiva: tra il 2019 e il 2023 l’Umbria è al primo posto tra le regioni italiane con una variazione del 23% in 5 anni».
Il dibattito

C’è stato poi un ampio dibattito dove tutte le forza politiche presenti in aula hanno espresso il proprio orientamento. «L’atto è stato profondamente modificato nel confronto con i sindacati, le associazioni delle parti datoriali e gli amministratori locali – ha detto l’assessore Tommaso Bori -. Il provvedimento introdurrà per la prima volta in Umbria una ‘no tax area’ da 0 a 28 mila euro, in cui ricade il 73% della popolazione». E ancora: «Non vogliamo più imporre ai cittadini la tassa occulta che porta gli umbri ad essere costretti a rivolgersi alla sanità privata, visto che dalle dichiarazioni dei redditi emerge che ogni cittadino dell’Umbria ha pagato mille euro per questo».
«State cercando di tapparci la bocca ed è gravissimo – ha replicato in un intervento molto articolato l’ex presidente della Regione, Donatella Tesei -. È ora di fare chiarezza, quella chiarezza che in questo mese e mezzo non c’è stata mai dando luogo ad una continua enunciazione di numeri, di cose false e non vere fino ad arrivare a disattendere ogni richiesta legittima delle minoranze. È ora che in quest’aula si faccia un’operazione verità».

Ma non solo. Tesei ha affrontato il tema dell’ente privato certificatore e sottolineato che «ci sono Regioni che stanno in piano di rientro, come la Puglia, dal 2010, senza essere stata mai commissariata. Avete sventolato lo spettro del commissariamento per mettere in allarme tutta la comunità regionale quando invece il disavanzo è di 34 milioni. Qualcuno ha deciso di prendere la scusa della sanità per aumentare le tasse ai cittadini e questa manovra, in questo momento storico, è devastante». Sottolineando, infine, che «c’è in ballo il pay back dei dispositivi medici su cui è attivo un tavolo con tutte le Regioni che reclamano le risorse spettanti e per l’Umbria si tratta di oltre 40 milioni di euro».
Altri interventi
Giambartolomei (FdI): «Riteniamo che questa manovra non dovesse essere fatta».
Ricci (Avs): «L’indebolimento dei conti della sanità è arrivato al culmine nel 2024».
Arcudi (TPUC): «Se aveste detto la verità, che parla di 34 milioni di euro, e avessimo dovuto porvi riparo, si discuteva. Ma siccome avete mistificato tutto, ci troviamo in queste condizioni».
Simonetti (M5S): «La stagione di chi non affronta i problemi è finita. Dobbiamo tornare a parlare di sanità reale. In questa regione un umbro su dieci ha rinunciato a curarsi, tra gli anziani uno su quattro».
Pernazza (FI): «Non avete consentito ai cittadini di vedere in streaming la commissione e l’audizione della Kpmg. La ‘no tax area’ non esiste: fino a 28 mila euro si paga l’addizionale regionale. Non si paga la maggiorazione».
Maria Grazia Proietti (Pd): «Le conseguenze della pandemia si sentono ancora ed hanno determinato anche la situazione dei conti».
Andrea Romizi (FI): «Questa manovra è spregiudicata, menzognera e maldestra. Spregiudicata per le sue finalità. Menzognera per la narrazione che ne è stata data e maldestra per l’approssimazione e gli errori con cui è stata gestita».
Letizia Michelini (Pd): «Noi abbiamo una visione ben chiara a differenza di chi ha amministrato negli ultimi cinque anni senza alcuna programmazione».
Eleonora Pace (FdI): «Per arrivare a questa manovra abbiamo assistito ad un vero e proprio balletto dei numeri fino ad arrivare in commissione ad ammettere un disavanzo di 34 milioni».
Cristian Betti (Pd): «Numerose Regioni italiane sono state costrette, nell’ultimo anno, ad intervenire con manovre fiscali per sostenere i propri bilanci».
Enrico Melasecche (Lega): «L’Irap, basata sul numero dei dipendenti, non è stata ridotta dello 0,1% ma aumentata dello 0,4%: una manovra che penalizza l’occupazione e i lavoratori. La presidente Proietti continua a dire che la mobilità passiva è responsabilità della giunta Tesei mentre nel 2019 c’era già un deficit di 6 milioni. La giunta Tesei volutamente non ha aumentato le imposte, nonostante l’inflazione al 12%: abbiamo ridotto gli sprechi, le partecipate e i compensi degli amministratori. La presidente Proietti ha usato il vittimismo per le critiche ricevute come arma di distrazione per la manovra fiscale che stavate facendo».
Stefano Lisci (Pd): «Come maggioranza ci prendiamo una grande responsabilità, quella di far funzionare la sanità pubblica come abbiamo detto fin dall’inizio».
Paola Agabiti (FDI): «Non raccontare menzogne ai cittadini umbri. Si è parlato di un buco di 243 milioni che è uscito su tutti i giornali e i media, poi ridimensionato. Noi abbiamo trovato 50 milioni quando ci siamo insediati ma abbiamo evitato di mettere le mani in tasca ai cittadini. Non è un lieve incremento quello che interessa la fascia di reddito fra i 28 e i 50 mila euro ma sono cifre importanti. Nel 2026 dal fondo sanitario arriveranno oltre 300 milioni, vedremo come riuscirete a finalizzare e a spendere queste risorse. Sarete comunque ricordati come la giunta delle tasse».
L’intervento di Stefania Proietti

E in chiusura di dibattito l’intervento della presidente della giunta regionale Stefania Proietti: «L’emendamento che presentiamo oggi è una scommessa sulle riforme che faremo: programmazione, pianificazione, piano sociosanitario. Questo faremo e vi chiameremo a partecipare». E ancora, «il problema dei nostri 34 milioni di disavanzo è che sono strutturali, si ripetono sempre negli anni, costantemente. L’accordo politico per la quota premiale di 33 milioni non sarà altrettanto per il 2025: diminuisce di ben 22 milioni attestandosi a soli 11 milioni di euro che vanno a neutralizzare quelli del fondo indistinto di 22 milioni».
«Il report Kpmg – ha sottolineato la presidente della Regione – non ha 150 pagine, è un report di lavoro che verrà consegnato al 30 aprile nella sua funzione definitiva e la direzione sanità ve lo potrà consegnare allora in risposta alla vostra richiesta di accesso agli atti». «Dobbiamo tornare a toni rispettosi di un dialogo istituzionale – ha concluso Proietti – Vi propongo il luogo di incontro: il piano sociosanitario regionale che arriverà in aula in autunno. Lo parteciperemo con tutti a partire da maggio e vi chiediamo di collaborare per fare il piano migliore possibile. Poi ogni tre mesi verificheremo l’applicazione».
Gli emendamenti e il voto
Nel pomeriggio la discussione sugli emendamenti all’articolato e il voto finale che ha visto l’approvazione del disegno di legge con 13 voti a favore, la maggioranza che sostiene Stefania Proietti, e 8 contrari, l’opposizione. Votati anche tre ordini del giorno, uno approvato e due respinti.
Le cifre della manovra

Il disegno di legge nel dettaglio prevede una manovra dal valore di 52 milioni di euro, 14 dei quali arrivano dall’aumento dell’Irap che passa dal 3,90% al 4,30% e 38 dall’aumento delle aliquote Irpef. E arriveranno tutti dagli scaglioni di reddito superiori i 28 mila euro lordi. Lo scaglione 28.001-50 mila euro di reddito passa da un’aliquota del 1,67% ad una del 3,12% ma con un bonus di 150 euro volto ad attenuare il peso dell’aumento. Lo scaglione sopra i 50 mila euro passa da 1,83% a 3,33%. Quasi il doppio. Adesso la palla passa al Mef.
La scheda tecnica dell’emendamento
Nella relazione dell’emendamento si legge che la riduzione dei trasferimenti alla Regione Umbria di circa 40 milioni va a sommarsi al deficit strutturale di 34,2 milioni di euro del consolidato regionale della sanità, e alla necessità di risorse per la ricostituzione del fondo di dotazione delle aziende sanitarie pari a 38,5 milioni, rateizzato in tre annualità.
La necessità di garantire la continuità dei servizi essenziali ha determinato l’obbligo di attivare la manovra fiscale per recuperare le risorse indispensabili per assicurare: un sistema sanitario pubblico efficiente, accessibile e di qualità per tutti i cittadini; il sostegno per un efficiente e sostenibile trasporto pubblico locale; il sistema del diritto allo studio e dei servizi agli studenti; il potenziamento degli interventi nell’ambito sociale ed educativo e di contrasto alla povertà; lo sviluppo economico, le politiche attive del lavoro, la cura dell’ambiente e del territorio; il cofinanziamento integrale dei programmi comunitari fino ad oggi insufficiente.

Le politiche di garanzia minima per la coesione sociale e la tenuta del sistema regionale che si intendono realizzare – si legge ancora nella relazione – richiedono importanti risorse per reperire le quali si è deciso di intervenire sulle leve fiscali parametrandone il più possibile l’effetto in base ai redditi e salvaguardando quelli più bassi. In particolare, la maggiorazione dell’addizionale regionale all’Irpef dal 2025 opera con progressività su tutti e quattro gli scaglioni di reddito. Viene però introdotta una detassazione dell’intera maggiorazione di aliquota regionale per i redditi fino a 28 mila euro.
Per i redditi da 28 a 50mila viene introdotta una detrazione di 150 euro. La proposta prevede l’applicazione di nuove aliquote dell’addizionale regionale di 0,50% fino a 15 mila euro, 1,79% tra 15 mila e 28 mila euro, dell’1,89% per lo scaglione tra 28 mila euro e 50 mila euro, del 2,1% per lo scaglione di reddito imponibile superiore a 50 mila euro. La manovra prevede per il 2025, il 2026 e il 2027 la non applicazione delle maggiorazioni previste per i redditi fino a 28 mila euro. Per l’Irap, dal 2026, c’è una maggiorazione dello 0,40% sull’aliquota ordinaria (3,90%). Con questo emendamento la giunta non interviene sul bollo auto.