di C.F.
Proseguiamo con i racconti, sui personaggi che riposano nel cimitero museo delle mummie, nella cripta della chiesa di Santo Stefano a Precetto di Ferentillo (Terni). Questa volta parliamo di messere Francesco, un altro personaggio fantastico che vale la pena di raccontare.
Era una ‘continuazione’ o, come si dice da queste parti, ‘il moto perpetuo’. Mangiava di tutto e andava pazzo per quelle ciambelle che si distribuivano ai popolani nella ricorrenza di Sant’ Antonio Abate. Il nostro messere era l’organizzatore della festa. Messere Francesco, così si chiamava, non era sposato, aveva a suo servizio un garzone, due stalliere, una cameriera e un damerino per compagnia.
Una sera, a cena dal Priore del castello, il nostro personaggio dette spettacolo della sua capacità ‘mangereccia’: in men che non si dica divorò un maialino e tracannò due grandi brocche di vino. Era diventato ormai la ‘favola del paese’. Lo sbeffeggiavano tutti ma non in sua presenza perché, tutti, ne temevano l’ira. Ricco assai, poteva permettersi qualsiasi stravaganza e vendetta.
Faceva freddo quel giorno. A sera, mentre il messere era intento a ‘sgranocchiarsi’ un bel coscio di tacchino, bussarono ripetutamente al suo portone. Era una vecchia ricoperta di pochi stracci che supplicava per avere un pezzo di pane. La carestia non aveva risparmiato la contea di Precetto. Messer Francesco urlò ai servi di cacciarla. La donna disperata e umiliata, con tutto l’odio inveì contro lui: «Nulla ti manca, sei il più ricco di tutti qui nella Contea. Verrà il giorno che il tuo corpo non reggerà al peso del pane che hai mangiato e la tua bocca stessa non riuscirà più a mangiarne». L’ anatema dovette sortire il suo effetto dato che il messere fu colpito da un male incurabile che gli deformò la bocca e, impedendogli di nutrirsi, di li a poco lo condusse alla morte.
Andiamo ad analizzare, in breve, il fenomeno della mummificazione e i vari studi redatti. Le notizie storico scientifiche sulle mummie di Ferentillo provengono da alcuni lavori redatti nell’800/’900. Il primo consiste in un piccolo studio di C. Maggiorani: sulle mummie di Ferentillo (1860); il secondo è un saggio di C. Maggiorani e A. Moriggia: sulla mummificazione de’ cadaveri, contenente una relazione fatta dagli autori all’accademia dei Lincei nel 1872 sulle mummie di Ferentillo. Il terzo è una ‘memoria’ di A. Moriggia: osservazioni e note sperimentali sulle mummie di Ferentillo letta nella seduta del 12 giugno del 1887 sempre all’Accademia dei Lincei. Il piccolo saggio di Antonio Brighetti: le mummie di Ferentillo, estratto dagli ‘atti e memorie dell Accademia di storia dell’arte sanitaria’ del 1963, non fa altro che riprendere i saggi di Maggiorani e Moriggia per quanto riguarda Ferentillo, mentre si dilunga sui vari tipi di mummificazione, naturali o spontanei, praticati in passato. Poi ci sono alcuni articoli pubblicati da l’Unione Liberale del 1885 in cui il dottor Girolamo Mari, preside dell Istituto tecnico di Cuneo, disquisisce sulle mummie di Ferentillo. Ultimo un saggio storico scientifico e fotografico, ‘Le mummie di Ferentillo’ edizioni Quattroemme Ponte San Giovanni – Perugia anno 1992.