Lega Nord: «Regione, assunzioni discutibili»

Umbria, entro l’anno nuovi dirigenti a Palazzo Donini: «No al democratico concorso pubblico. Più che una reale necessità amministrativa sembra trattarsi di un’investitura politica»

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«Non bastava la figura inutile del mega direttore che graverà, per oltre 200 mila euro l’anno, sulle spalle degli umbri, ma con l’avvicinarsi di un nuovo ed importante appuntamento elettorale, ecco che la giunta Marini ha programmato, entro l’anno, l’assunzione di altri quattro dirigenti dell’esecutivo che andranno ad aggiungersi ai 60 già esistenti». A sollevare la questione è la Lega Nord Umbria, con i suoi consiglieri regionali Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini.

La denucia «Il calo del Pil in Umbria, i drammatici dati occupazionali, l’emigrazione dei giovani all’estero e il flop delle infrastrutture, dovrebbero indurre la presidente Marini ad un cambio di marcia ed invece anziché pensare a risollevare la Regione, la sua preoccupazione imminente è spartire le poltrone. In un quadro simile – dicono Mancini e Fiorini – come Lega Nord, non possiamo che esprimere perplessità e sgomento».

Due, dicono i consiglieri regionali della Lega Nord, «sono le questioni che contestiamo e riguardano, da una parte l’inutilità di altre figure apicali che non aggiungono niente alla già satura macchina amministrativa e le cui funzioni potrebbero essere ripartite tra gli attuali dirigenti e dall’altra, le modalità previste per la loro selezione. Infatti secondo la delibera sopra citata, anziché indire un democratico concorso pubblico, il Pd di palazzo Donini ha pensato bene di individuare quattro diverse modalità di
assunzione per altrettante cariche apicali. Pur rientrando nei poteri della giunta ci chiediamo perché sia stata fatta questa scelta più che discutibile. Forse la Giunta ha già in mente chi inserire? Se così fosse oltre al danno 
pure la beffa: all’ennesimo spreco di denaro pubblico si aggiunge l’umiliazione per tutti quei laureati che, pur avendo competenze, non possono parteciparvi. Che la Marini, dopo Todi, la Sicilia o il referendum 
costituzionale, abbia fiutato il pericolo di un’altra sconfitta e voglia correre a i ripari? Ci auspichiamo – concludono i due leghisti – che, come è accaduto per Umbria Mobilità, anche in questo caso la giustizia faccia il suo corso, perché a nostro avviso, più che una reale necessità amministrativa sembra trattarsi di un’investitura politica».

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