di Marco Torricelli
Quella telefonata me la ricordo ancora: il giorno prima – il 25 novembre dello scorso anno – umbriaOn aveva lanciato in anteprima la notizia relativa alla scoperta di Luca Tomìo (Terni: «C’è la Cascata in quel ‘Da Vinci’», era il titolo) relativa alla presenza della Cascata delle Marmore in un disegno di Leonardo e quando riuscii a mettermi in contatto telefonico con lui – con Tomìo, non con Leonardo – l’impressione fu quella di parlare con un Calippo, nel senso del ghiacciolo.
La conferma Fu evidente che, Tomìo, in quella occasione avrebbe voluto mandarmi bellamente a quel paese, ma per educazione si trattenne, limitandosi a dire che avrebbe preferito che «la comunicazione avvenisse attraverso i canali istituzionali, ai quali mi ero rimesso proprio perché ritengo che una scoperta come questa non possa e non debba prestarsi ad interpretazioni che, fatte salve le esigenze dell’informazione, potrebbero rivelarsi fuorvianti. Io, quindi, oltre a confermarle che le cose scritte corrispondono a verità, preferisco non parlare oltre e aspettare che venga diramata una nota ufficiale al riguardo».
LEONARDO DA VINCI ALLA CASCATA DELLE MARMORE – LA STORIA

Un anno dopo Da allora è passato un anno esatto – i rapporti con Luca Tomìo sono nel frattempo migliorati – e, ripercorrendolo attraverso le cose che si sono succedute, appare sempre più evidente che si è perso fin troppo tempo: tra polemiche montate da chi – come Alessandro Vezzosi – vedeva mettere a rischio posizioni acquisite e cavalcate poi da sedicenti ‘storici’; tra strani stop and go, come quelli di Vittorio Sgarbi e tra i silenzi, spesso imbarazzati, delle istituzioni.
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Eppur si muove Adesso, però – la definitiva rottura degli argini avverrà con la ‘certificazione’ da parte del ‘Bollettino d’arte’ del Mibact, data ormai per scontata ed imminente – la situazione sembra essere sul punto di sbloccarsi, visto che anche il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ha ufficialmente rotto gli indugi: «Le evidenze artistiche e storiche sono ormai tali e tante che non possono che spingerci a prendere in mano decisamente la situazione e attrezzarci per fare in modo che il passaggio di Leonardo Da Vinci in quelle che oggi sono le province ternana e reatina, le testimonianze emerse ci inducono a farlo, vengano riconosciute ed apprezzate per quello che sono».
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Tomìo «felice» Lui, Luca Tomìo,si dice «felice che finalmente ci si stia avvicinando a quella condivisione della quale ho parlato fin dal primo giorno. Io, ora, non posso che tornare a fare il mio lavoro di ricerca con ancora maggiore impegno. Leonardo Da Vinci, per questo territorio, può rappresentare una leva di sviluppo nuova e diversa rispetto a quelle tradizionali, ma il mio auspicio è che sia anche da monito per chi a Terni, fino ad oggi, con un atteggiamento volutamente superficiale e spesso ignorante, nel senso che c’è chi ha parlato senza nemmeno prendersi la briga di studiare, ha fatto solo il gioco di Perugia».