Erano più bassi di 85 centimetri – misura minima – i letti di terapia intensiva forniti dalla ditta ‘Malvestio’, vincitrice dell’appalto, all’Usl Umbria 1. E per questo motivo il Tar ha accolto il ricordo presentato dalla ditta che aveva perso l’appalto, la Hill Room.
Il ricorso della società sconfitta
«L’aggiudicazione della fornitura – si leggeva nel ricorso – sarebbe illegittima per l’obiettiva difformità del letto offerto da Malvestio rispetto alle caratteristiche tecniche di minima dettate dal capitolato e, in particolare, alla altezza variabile elettricamente sino ad almeno 85 cm con la possibilità di abbassare il piano del letto ad almeno 50 cm (circa) con indicatore di altezza minima da terra, dal momento che il manuale d’uso e manutenzione dello stesso letto, quale depositato dalla controinteressata ai fini della partecipazione alla gara, indica, tra le caratteristiche dimensionali e geometriche, un’altezza massima del piano rete di 82 cm».
Sconfitto il commissariato Covid
Contro il ricorso di Hill Room – riporta il Corriere dell’Umbria – si erano costituiti in giudizio Usl 1 e Malvestio che ha sostenuto come« in analoghe circostanze, la struttura commissariale per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid, richiamando il principio di equivalenza funzionale, avrebbe già accertato la conformità di uno dei letti forniti da Malvestio dalle caratteristiche sovrapponibili a quello per cui è causa, dichiarando che i letti esaminati, sebbene di altezza inferiore a 85 cm, garantirebbero comunque l’impiego di apparecchiature come l’amplificatore di brillanza e similari».