550 mila euro oltre agli interessi: questa la somma che la Usl Umbria 2 dovrà liquidare ai familiari di un medico chirurgo di Terni, operativo presso uno degli ospedali territoriali dell’azienda sanitaria, venuto a mancare nell’agosto del 2008 all’età di 58 anni per una particolare forma di leucemia. A riportare la notizia in prima battuta è il quotidiano ‘Il Messaggero-Terni‘.
Il tribunale civile di Terni (giudice del lavoro), prima, e quindi la Corte d’Appello di Perugia – che ha esaminato il ricorso dell’azienda sanitaria – hanno stabilito, sulla base di testimonianze, perizie e accertamenti sviluppati nel corso del tempo, che il professionista era deceduto per malattia contratta sul luogo di lavoro. In particolare, fra gli anni ’80 e ’90 il chirurgio era quotidianamente impegnato presso la sala operatoria del nosocomio in questione e durante le sedute, era prassi ricorrere ad un macchinario – l’amplificatore di brillanza a raggi X – per eseguire diagnosi intraoperatorie.
Tale strumento emetteva radiazioni ionizzanti a cui il professionista veniva continuamemte esposto, in assenza di barriere e di indumenti protettivi come camici piombati, guanti, collari, occhiali, che il datore di lavoro – è stata la lettura dei legali che assistono i familiari del medico, condivisa dal tribunale – avrebbe dovuto fornirgli.
A seguito di tale esposizione, il professionista aveva contratto una forma particolare di leucemia, ‘leucosi acuta mieloide M1’, che lo aveva poi condotto alla morte. Sulla scorta di quanto accaduto e ipotizzato, la moglie e la figlia si sono rivolte allo studio legale associato Crescimbeni di Terni, in particolare agli avvocati Maria Teresa Lavari e Annalisa Di Giuseppe, istruendo la causa che è poi giunta a sentenza, fino al secondo grado di giudizio di fronte alla Corte d’Appello. Da qui il risarcimento che l’azienda sanitaria dovrà versare per i danni patiti, sia direttamente dal chirurgo deceduto che dai familiari, strappati anzitempo all’affetto del proprio caro per essere stato costretto a lavorare in un ambiente nocivo.