di Giovanni Cardarello
Tanto tuonò che piovve. Si potrebbe descrivere cosi, con la vecchia ma sempre efficace saggezza popolare, la situazione che attraversa la Regione Umbria rispetto all’annosa questione – ‘la madre di tutte le battaglie’ – delle liste di attesa per l’erogazione delle prestazioni della sanità pubblica.
Umbria: «Non c’è una sola possibilità di prenotare una risonanza magnetica»
Una questione sulla quale si è infranta l’azione del governo uscente, il piano di abbattimento si è rivelato inefficace, e sulla quale deve mettere tutto il suo peso il governo in carica. I numeri, riferiti da ‘Il Corriere dell’Umbria‘ ed estratti dal sistema online di monitoraggio della Regione, parlano di 77 mila prestazioni in lista di attesa.
Un dato alto, altissimo, se si pensa che a giugno del 2023 erano 80 mila e che a giugno del 2024 erano scese a 44 mila. A riportare tanto in alto i numeri una serie di fattori. Su tutti i già accennati piani di abbattimento varati dalla giunta Tesei che si sono rivelati inefficaci, per non tacere dell’inappropriatezza di molte prestazioni e, non da ultimo, il corposo passivo di bilancio. Vediamo qualche dettaglio in più partendo proprio da ciò che scrive ‘Il Corriere dell’Umbria‘.
I piani di abbattimento, quelli varati in pompa magna ad aprile 2024, sono oggettivamente falliti. E a determinarne il fallimento è stata, in primo luogo, la mancanza di personale. Ma qui siamo di fronte ad un cane che si morde la coda. Il passivo di bilancio, stimato in 200 milioni di euro, può essere coperto dal riparto del fondo sanitario nazionale, ma questa scelta riduce la possibilità di investire in nuove assunzioni e nuove risorse tecniche.
In seconda battuta c’è il tema delle prestazioni inappropriate. Ancora oggi è diffusa, troppo diffusa, la prescrizione inutile o quella che ha tempi di attesa talmente lunghi da spingere il cittadino umbro a rivolgersi al privato senza però disdire la prenotazione. Una soluzione pratica, per ovviare a questo fattore, era apparsa quella di utilizzare Sanitapp, l’app della sanità dell’Umbria, dove accedendo con SPID si poteva cancellare tutto con un click. Ma il progetto è rimasto lettera morta.
Ci sarebbe, infine, il tema annoso ma ineludibile dell’aumento della presa in carico. Ovvero dare al paziente, già al termine della visita, l’appuntamento successivo senza passare per il Cup e soprattutto senza farlo tornare dal medico di base o dallo specialista, fattore che ingolfa il processo, che lo rallenta e che lo dev’a dal percorso di cura.
I numeri qui, secondo il report di Agenas, sono buoni. L’obiettivo è quello di arrivare al 60% delle prestazioni previste e nel 2024 il target è stato raggiunto, 1.081.735 su 1.600.000, pari al 67,6%. Ma i primi dati del 2025 sembrano, in proiezione, inferiori.
Come si evidenzia siamo di fronte non solo alla ‘madre di tutte le battaglie’, ma ad un dossier complesso, delicato, corposo. Un dossier che è, ovviamente, già nelle mani della nuova dirigente della sanità della Regione Umbria, Daniela Donetti e sul quale la stessa presidente Proietti è stata molto netta definendosi, «costantemente impegnata, in prima persona, con tutto lo staff della direzione regionale salute e welfare, alla definizione di un nuovo modello di gestione delle liste d’attesa e di presa in carico della persona».
Specificando, inoltre, di essere al lavoro per un nuovo piano sanitario regionale e «pur nella limitatezza delle risorse disponibili», di aver «già dato mandato ai direttori generali delle quattro aziende sanitarie regionali di aumentare gli slot aggiuntivi delle agende di prenotazione». Ora l’obiettivo è dare fiato e gambe alla promessa fatta in campagna elettorale di azzerare le liste di attesa entro i primi tre mesi del 2025. La missione non è facile, al limite dell’impossibile, ma già abbatterle anziché azzerarle sarebbe un successo affatto banale.