La vicenda risale al 2006, quando il Comune di Terni – guidato dall’allora sindaco Paolo Raffaelli – e la Ternana Calcio, al tempo in mano al patron Edoardo Longarini, erano ai ferri corti per questioni relative all’utilizzo dello stadio ‘Liberati’ e relativa convenzione. La societร , in quella fase, decise di denunciare alcuni giornalisti locali e l’amministrazione reagรฌ con tre duri comunicati stampa in cui il primo cittadino aveva parlato anche di un gruppo Longarini che stava ยซcostellando di illegittimitร e indebite pressioni tutto il suo percorsoยป.
Condanna a Terni, poi l’appello
Era stato questo uno dei passaggi che avevano spinto i vertici della societร rossoverde a denunciare Raffaelli per diffamazione. In primo grado, era il febbraio del 2012, il tribunale di Terni aveva riconosciuto il sindaco colpevole, condannandolo a pagare 600 euro di multa oltre al risarcimento dei danni in sede civile. Sentenza parzialmente riformata nel gennaio del 2017 dalla corte d’appello di Perugia che aveva riconosciuto il tenore diffamatorio in una soltanto – quella citata in premessa – delle espressioni usate dal primo cittadino, rilevando la prescrizione del reato ma confermando le statuizioni civili.
Assolto
Quest’ultima sentenza รจ stata a sua volta impugnata dal legale difensore di Paolo Raffaelli, l’avvocato David Brunelli, di fronte alla Suprema Corte di Cassazione che – sulla base di motivazioni come l’evidente rilevanza pubblica della vicenda stadio, il riconoscere quei comunicati come rientranti nel legittimo diritto di critico e l’assenza di attacchi o aggressioni personali – ha annullato senza rinvio quanto deciso in appello, assolvendo quindi l’ex sindaco ‘perchรฉ il fatto non sussiste’.