Ludopatia, un corso per i gestori di sale

Partono a Perugia, il 22 febbraio, le lezioni organizzate da Confindustria. Il messaggio: «Giocare in base alle proprie possibilità»

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Per combattere la dipendenza da gioco, bisogna prima di tutto puntare sull’educazione di chi, con le sale giochi, ci guadagna. Quindi i gestori e i dipendenti delle sale, ma anche di quei bar e tabaccherie con slot machine e videolottery. È questo lo scopo del corso di formazione per gli operatori del settore, che partirà nella sede di Confindustria, a Perugia, il 22 febbraio. Le lezioni – che vedranno il coinvolgimento di psicologici e psichiatri – saranno articolate in tre edizioni della durata di 6 ore. Ad organizzarle, la scuola di formazione di Confindustria Umbria (Sfcu), in collaborazione con l’associazione Sapar (Servizi apparecchi per le pubbliche attrazioni) e Umbria giochi, con il sostegno della Questura di Perugia, la Guardia di Finanza e l’agenzia dei Monopoli.

Il fenomeno Le attività connesse al gioco sono un business che, se correttamente utilizzato, garantisce entrate non trascurabili – è stato detto in conferenza stampa – ma è importante che i gestori siano preparati e consapevoli dei rischi che corrono i loro clienti. Molto spesso, invece, in questo meccanismo qualcosa non funziona e agenzie di scommesse e slot diventano luoghi dove proliferano le dipendenze. Per questo motivo, capita che i cittadini siano contrari alle nuove aperture, come è accaduto nel caso di Porta Pesa, a Perugia, con manifestazioni contro la sala giochi che doveva sorgere proprio vicino alle scuole. Le aziende distributrici di apparecchi da gioco – ha spiegato il presidente di Umbria Giochi Luca Patoia – sono nella nostra regione circa 25, mentre le sale giochi associate al loro circuito sono 170. Ma se si considerano anche tutti i bar, le tabaccherie e le sale non associate, il numero diventa ben più alto. È quindi particolarmente importante che gli ‘imprenditori del gioco’ si confrontino con le autorità preposte al controllo, per assicurare la maggiore trasparenza possibile e per evitare che l’attività lecita sfoci, per molti frequentatori, in dipendenza.  

La legge Il percorso formativo che avrà inizio il 22 febbraio è obbligatorio per il personale di tutte quelle attività che gestiscono apparecchi per «vincite in denaro e simili» e risponde ad un obbligo normativo preciso: quello della delibera della Regione dell’ottobre 2015. «Il corso nasce da un’esigenza di tipo legislativo – ha detto il presidente della Sfcu Gabrio Renzacci –  ma anche da altri aspetti. Si parla spesso di gioco in modo negativo, ma bisogna saperne cogliere gli aspetti positivi e si può fare soltanto se si è consapevoli della sua pericolosità. Tutte le cose possono essere gestite bene o gestite male ». Il corso, dunque, avrà come obiettivo quello di insegnare che ci sono delle norme, ma anche di «agire sulle persone, con il coinvolgimento di psicologi», ha puntualizzato il direttore di Confindustria Umbria, Aurelio Forcignanò.

Luca Patoia

Più informazione «Il tema del gioco ultimamente è nell’occhio del ciclone – ha detto Luca Patoia, che opera nel settore da 30 anni e conosce bene questa realtà – è per questo che deve essere affrontato in maniera seria. Bisogna fare in modo che il giocatore sia informato su ciò che rischia e agire quindi sulla cultura». Particolarmente importante, poi, è l’attenzione del personale nei confronti dei clienti: «Il gestore deve conoscere il frequentatore e non eccedere nella proposta di gioco. Il nostro messaggio dev’essere quello di giocare in base alle proprie possibilità». Quella del corso, per Confindustria è una «sfida», la cui efficacia sarà probabilmente verificata al termine dei tre cicli di lezioni.

Chi interverrà Ma come si strutturerà il corso di formazione? La parte dedicata ai rischi sulla persona e ai fenomeni di dipendenza da gioco sarà curata da psicologi e psichiatri, mentre nella parte dedicata al rispetto delle norme e della legalità, interverranno la Polizia e la Guardia di Finanza. «Quando siamo stati contattati a novembre – ha detto il vicario del questore di Perugia, Massimo Gambino – siamo stati molto contenti di poter partecipare perché crediamo che la formazione dei giocatori passi per la formazione degli esercenti e di chi opera in sala».  

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