Chissà come l’avrà presa Alessandro Dominici, patron della Italian Soccer Management e agente di Han Kwang-Song, nel leggere l’ultima uscita del senatore di Forza Italia Antonio Razzi che, dopo la splendida tripletta del nordcoreano all’esordio in serie B, si è affrettato a far sapere alle agenzie di aver scritto una lettera al «Caro Leader Kim Jong-un per fargli le congratulazioni per l’ottima prestazione del calciatore Kwang-Song Han, da me scoperto».

Talent scout Proprio così. Stando alle dichiarazioni rilasciate alle agenzie, sembra proprio che Razzi, dopo quelle di politico e di cantante, abbia effettivamente vestito i panni del talent scout di calciatori e si sia messo a girare l’estremo Oriente alla ricerca di giovani assi del pallone. In realtà non è andata proprio così. La storia l’abbiamo raccontata parlando delle polemiche collegate alle interrogazioni parlamentari sui compensi ai calciatori nordcoreani. Vero che fu Razzi a guidare la delegazione italiana che si recò in Corea del Nord nel 2014 per tessere relazioni diplomatiche e calcistiche col governo locale, ma in quella delegazione c’era anche Dominici e proprio in quella occasione nacquero i rapporti fra l’allora neonata accademia di calcio perugina Iss e la federazione nordcoreana di calcio, che poi portarono alle trasferte dei giovani calciatori asiatici in Italia, dall’autunno di quell’anno (nel primo gruppo c’erano Han e Choe). È stato Dominici quindi a portare in Italia i due nordcoreani: li ha fatti allenare e li ha fatti studiare alla Stranieri. «Siamo la loro famiglia», ha detto a umbriaOn.