Si è avvalso della facoltà di non rispondere Federico Bigotti, il 21enne di Città di Castello in carcere da sabato scorso con l’accusa di aver ucciso con crudeltà sua madre, Anna Maria Cenciarini, lo scorso 29 dicembre.
Silenzio Davanti al gip di Perugia che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti, Federico non ha parlato. Non ha raccontato la verità, né ha sostenuto la sua versione dei fatti su quanto accaduto quella mattina come aveva raccontato, in un primo momento, agli inquirenti. Quella del silenzio sembrerebbe essere la linea difensiva sostenuta assieme agli avvocati Vincenzo Bochicchio e Francesco Areni che si erano detti in attesa di conoscere tutti gli atti di indagine.
Riesame Dopo i risultati dell’autopsia che avrebbero fatto emergere che la donna è stata colpita alle spalle oltre che a terra, quando già era agonizzante, al momento l’unica cosa certa è che i legali faranno ricorso al tribunale del riesame per la scarcerazione di Federico, c sarebbero alcuni dubbi, sostengono gli avvocati, legati ad alcuni aspetti dell’ordinanza di custodia cautelare che «speriamo di toglierci una volta conosciuti tutti gli atti di indagine. Per noi la situazione rimane inalterata», ha riferito l’avvocato Bochicchio.
Colloquio col padre Nel frattempo il gip ha comunque autorizzato Federico ad incontrare il padre. Il colloquio avverrà in carcere, dove Federico è ristretto da sabato scorso e dove gli avvocati dicono sia sotto choc e terrorizzato. Già subito dopo l’arresto il giovane aveva chiesto di poter incontrare il papà Antonio, che si è mostrato subito disponibile. Lunedì l’avvocato Bochicchio sottolineava infatti come, nonostante la tragedia, la famiglia fosse rimasta unita: è stato lo stesso padre, Antonio, ad accompagnare in procura Federico dopo che gli è stato notificato l’avviso di garanzia per l’omicidio della madre. E fino al giorno dell’arresto, i tre hanno vissuto in casa del fratello maggiore dal momento che il casolare sulle colline di Varesina è ancora posto sotto sequestro.
Omicidio Non è ancora il momento della verità, dunque, per Anna Maria Cenciarini, la casalinga trovata morta in una pozza di sangue nella sua abitazione a Varesina. Per i pm della procura perugina Antonella Duchini e Carmen D’Onofrio ad ucciderla con l’aggravante dei futili motivi e con efferata brutalità sarebbe stato il figlio minore, Federico. Lo stesso che, in più occasioni, l’avrebbe sottoposta a continui maltrattamenti e l’unico in casa al momento della morte. Intanto mercoledì, a Città di Castello, si svolgerà il funerale della donna, nella chiesa del quartiere di San Pio.