«Mi hanno rapinata», non era vero

Montefalco, una turista cerca di mascherare un gesto di autolesionismo

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Pensava di coprire un’autoviolenza con un crimine finto e denunciando un reato immaginario, ma alla fine è stata scoperta: protagonista una turista smacherata dai carabinieri della compagnia di Foligno, che hanno deferito in stato di libertà la 50enne della provincia di Varese che la sera di giovedì 23 aprile, aveva denunciato una rapina.

I fatti Nel tardo pomeriggio, nel centro di Montefalco una turista della provincia di Varese ferma una passante per chiedere aiuto in quanto vittima di una rapina. Viene allertato anche il 118 in quanto la donna presenta un vistoso taglio alla gola che, come riferito anche ai carabinieri di Montefalco, le è stato procurato da due giovani che poco prima l’hanno rapinata. Infatti la donna asserisce che mentre si accingeva ad avviare sua autovettura, parcheggiata in un’area centrale del comune di Montefalco, era stata avvicinata da due giovani con il volto coperto da un casco integrale che sotto la minaccia di un coltello, le avevano sottratto una collana di perle e la somma contante di 1.400 euro che teneva nella borsa e, prima di scappare a bordo di uno scooter, l’avevano colpita con un coltello alla base della gola procurandole una profonda ferita.

Indagini Sulla base di questa denuncia raccolta oralmente dai militari vengono subito avviate le indagini, alle quali fin da subito si affianca anche il personale del Nucleo Operativo di Foligno. Poiché la descrizione della donna è molto sintetica vengono controllate attentamente tutte le telecamere della cittadina, al fine di reperire ulteriori elementi utili, ma purtroppo non viene rinvenuta nessuna immagine, come se i due rapinatori si fossero volatizzati in pochi attimi, così come gli inquirenti non riescono a trovare testimoni dell’accaduto. Troppe cose non vanno per gli inqurenti e a supportare il dubbio arriva anche il ritrovamente nelle adiacenze del luogo dove è avvenuta la rapina di una lametta da barba sporca di sangue, riavvolta nella sua confezione originale.

Confessione Dopo una notte in osservazione le donna viene ascoltata dai carabinieri. Dapprima la 50enne conferma la versione poi alla vista della lametta crolla e confessa agli inquirenti la verità: non è avvenuta alcuna rapina a Montefalco. L’impiegata si è inventata questa storia per coprire un gesto autolesionistico compiuto durante un momento di sconforto mentre si trovava da sola in auto. A fine giornata la 50enne viene deferita alla Procura della Repubblica di Spoleto per il reato di Simulazione di reato.

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