Un ordigno incendiario che avrebbe potuto causare danni importanti, gravi, il cui ritrovamento va ascritto alla categoria ‘terrorismo’. Tanto che dopo le prime indagini sviluppate dalla procura della Repubblica di Terni, nella persona del sostituto Giorgio Panucci e di concerto con gli investigatori dell’Arma dei carabinieri, il fascicolo è destinato a transitare alla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Perugia, diretta dal procuratore del capoluogo Raffaele Cantone. Parliamo della scatola contenente due bottiglie di benzina, con tanto di innesco fatto di cerini che, dopo la prima scintilla, non ha prodotto gli effetti sperati dagli attentatori.
L’involucro è stato trovato lunedì pomeriggio all’interno del ‘laboratorio scena del crimine’ del polo universitario di Narni, presso la facoltà di Scienze dell’investigazione e della sicurezza – palazzo Sacripanti – in piazza Galeotto Marzio. Da quel momento, e per tutta la giornata, il centro di Narni si è riempito di carabinieri. Quelli del comando provinciale di Terni, i primi ad intervenire, poi l’unità cinofila giunta dal Nucleo di Santa Maria di Galeria (Roma), infine gli artificieri anti sabotaggio del comando provinciale dei carabinieri di Perugia.
Un lavoro d’indagine composto anche da immagini di telecamere e testimonianze e che è proceduto parallelamente a quello condotto online e che ha consentito, nel giro di poco, di rintracciare su alcuni siti web la rivendicazione del gesto da parte del gruppo anarchico d’azione ‘Kyriakos Xymitiris’, dal nome dell’anarchico greco morto lo scorso ottobre nell’esplosione di un appartamento ad Atene.
«Domenica 30 marzo – si legge nel testo pubblicato online – ci siamo introdotti nella facoltà di Scienze dell’investigazione e della sicurezza a Narni, in Umbria, ed abbiamo collocato un ordigno incendiario nella stanza ‘laboratorio scena del crimine’. Con quest’azione abbiamo voluto colpire un centro di formazione della futura intelligence dello Stato italiano. Stato genocida come ci dimostra la sua cooperazione con lo Stato sionista d’Israele nel massacro del popolo palestinese. Stato torturatore come ci dimostra l’esistenza del regime carcerario di 41-bis in cui è recluso anche il compagno anarchico Alfredo Cospito. Stato stragista come ci dimostrano l’eccidio di migranti nel mar Mediterraneo e gli assassinii di detenuti/e nelle carceri».
Fra i dubbi degli inquirenti c’è quello che l’ordigno sia stato effettivamente posizionato domenica: saranno le indagini a chiarirlo, si spera in modo definitivo così come tutti gli aspetti rilevanri della vicenda che ha scosso studenti e cittadini.
Il sindaco di Narni Lorenzo Lucarelli e il rettore di UniPg, Maurizio Oliviero, in una nota congiunta spiegano che stanno seguendo «attentamente la vicenda, in stretto collegamento e collaborazione con le autorità competenti e le forze dell’ordine che sono intervenute tempestivamente e su cui riponiamo la massima fiducia». Lucarelli e Oliviero lo definiscono «un gesto dimostrativo molto grave e distante dalla storia dell’università degli Studi di Perugia e dalla tradizione democratica della città di Narni. Confidiamo nel lavoro delle forze dell’ordine nell’individuare i responsabili di questo vile gesto».

Per il sottosegretario al ministero dell’Interno, Emanuele Prisco (FdI), «quello rivendicato da un gruppo anarchico a Narni è un fatto gravissimo. Collocare un ordigno all’interno di un’aula universitaria – afferma – rappresenta un atto terroristico inaccettabile. Ringrazio le forze dell’ordine per la rapida reazione e confido nel lavoro della procura di Terni che, in sinergia con gli investigatori dell’antiterrorismo di Perugia, si occupano della vicenda. Auspico intanto la condanna unanime di tale violenza estremista. In particolare per quanto accaduto a Narni, dove è stata messa nel mirino l’università, simbolo della conoscenza e della libera diffusione delle idee: un attentato rivendicato con minacce alle fondamenta delle istituzioni messe a protezione della nostra Repubblica. Certi atti vanno isolati e repressi senza sconti, così come vanno isolati i violenti e gli estremisti».

La prefettura di Terni, a seguito del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto martedì mattina a palazzo Bazzani e incentrato sul ritrovamento dell’ordigno, rende noto che «la riunione, presieduta dal prefetto Antonietta Orlando, ha visto la partecipazione dei vertici provinciali delle forze dell’ordine e del sindaco di Terni, nonché presidente della Provincia, Stefano Bandecchi, dei rappresentanti dell’amministrazione comunale di Narni, del polo scientifico didattico universitario di Terni e della facoltà di Scienze per l’investigazione e la sicurezza di Perugia-sede distaccata di Narni. Al termine dell’incontro – si legge nella nota – ferme le indagini in corso da parte dell’autorità giudiziaria, è stata disposta l’intensificazione delle misure di vigilanza e controllo del plesso universitario in questione. Il consesso ha altresì chiesto ai rappresentanti dell’università di valutare l’installazione di telecamere interne ai plessi universitari. Del pari, è stato chiesta al Comune di Narni l’implementazione dei sistemi di videosorveglianza esterna nei luoghi sensibili, in raccordo con le forze dell’ordine. Da ultimo è stata richiesta una sensibilizzazione anche del personale dell’università e quello preposto alla vigilanza, al fine di fornire, in caso di situazioni sospette, le opportune segnalazioni alle forze di polizia, nell’ottica della più ampia collaborazione propria dei principi della sicurezza partecipata».

Così il segretario regionale della Lega Umbria, Riccardo Augusto Marchetti: «Apprendo con grande preoccupazione la notizia del ritrovamento da parte dei carabinieri di Narni di un ordigno incendiario all’interno dei locali della facoltà di Scienze per l’investigazione e la sicurezza dell’università degli Studi di Perugia, che io stesso ho frequentato e dove ho conseguito la laurea. Un episodio che mi colpisce particolarmente non solo per il ruolo istituzionale che ricopro, ma anche sotto l’aspetto umano, dato che in quelle aule ho passato gli anni più spensierati e formativi della mia vita. Vedere oggi un presidio di cultura, di legalità, di libertà trasformarsi in potenziale bersaglio di un’azione eversiva – prosegue Marchetti -, è qualcosa che mi lascia senza parole. Di recente ho incontrato, insieme a una delegazione della Lega Terni, il sottosegretario al ministero dell’Interno Nicola Molteni proprio per parlare della questione sicurezza in tutto il territorio ternano: quanto accaduto all’università di Narni testimonia come sia necessario potenziare la presenza di agenti e presidi di sicurezza sul territorio, e stiamo lavorando, di concerto con il Governo, proprio in questa direzione. Non accettiamo che l’Umbria finisca nel mirino dell’estremismo e risponderemo con i fatti. Chi ha collocato quell’ordigno, chi lo ha rivendicato sul web, ha lanciato un messaggio chiaro: nessun luogo è più immune dall’odio ideologico e dall’eversione violenta. E allora la risposta deve essere altrettanto chiara: l’Umbria non si piega e lo Stato non arretra. Narni è un comune piccolo, ma ciò che è accaduto lì dimostra che nessuna realtà può considerarsi al riparo. Ringrazio i carabinieri di Narni per il lavoro che hanno fatto e stanno facendo per garantire la sicurezza. La Lega – conclude il segretario regionale umbro – è e sarà sempre al loro fianco, nella piena consapevolezza che la loro presenza sul territorio sia fondamentale per le nostre comunità».