Narni, tassa soggiorno: braccio di ferro in vista

Per l’amministrazione i progressi sul turismo la giustificano. Non la vede così Bruschini (FI): «Rischio danni per strutture ricettive»

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L’idea dell’amministrazione comunale è di introdurla valutandone passo passo l’evoluzione e l’attuazione. Ma c’è chi – Forza Italia in questo caso – non ritiene che Narni abbia le caratteristiche per applicare la ‘tassa di soggiorno’, balzello fisso che interessa tutti coloro che pernottano nelle strutture alberghiere del territorio.

Lo ‘scontro’, se così si può definire, è attorno alla visione turistica di Narni. Perché mentre per l’amministrazione comunale gli investimenti fatti negli anni sulla cultura, sul recupero di beni storici e artistici del territorio, sulla creazione di nuovi sentieri ambientali, oltre ad aver incrementato i flussi, giustificano l’applicazione di una pur modesta tassa a chi si trova ad alloggiare nel comune di Narni, per Sergio Bruschini – capogruppo di FI in consiglio comunale – sostiene che la sua introduzione «non avrebbe senso».

 

Le ragioni «Parliamo di pochi euro al giorno – afferma Bruschini – ma che moltiplicati per i giorni di pernotto, anche se conteggiati fino ad un massimo di quattro come prevede il regolamento a Narni, sono comunque un aggravio di costi. Narni – osserva l’esponente di Forza Italia – sta certamente cercando di divenire, alla stregua di altre città umbre, una località turistica. Ma al di la degli indubbi progressi fatti, grazie alla realizzazione di alcuni importati restauri di diversi contenitori storici, non può neanche lontanamente paragonarsi a citta del calibro di Assisi, Orvieto, Todi, Gubbio, Perugia e Spoleto. Queste località non hanno solo le loro bellezze architettoniche da mostrare, ma hanno da tempo implementato una serie di servizi al turista che a Narni ancora non esistono. Non esiste ancora un’area a parcheggio camper adeguata, non c’è un infopoint turistico, non esiste la ‘wi-fi free’. C’è solo una Proloco che assorbe risorse economiche e che ormai è desueta rispetto alle nuove esigenze».

«Rischio perdita clientela» «Insomma – spiega Bruschini – prima di poter pensare alla tassa da istituire, si dovrebbe garantire un corrispettivo in termini di servizi. Da una veloce indagine fatta dai rappresentanti di settore, emerge come molta parte delle presenze delle strutture ricettive siano riferite ad una clientela commerciale (il dato oscilla tra il 70 e l’80%) che anche per piccoli aumenti potrebbe decidere di non confermare i propri pernottamenti a Narni. Non avrebbe senso oggi immaginare che l’imposta venga introdotta ad esempio dal Comune di Narni e non da quelli limitrofi: ciò penalizzerebbe solo le strutture ricettive narnesi».

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