Il programma era definito: martedì si sarebbe dovuta discutere la legge regionale contro l’omofobia e la transfobia che dopo 10 anni dalla sua prima presentazione era finalmente arrivata in aula a palazzo Cesaroni per il voto finale. La legge sarà invece rinviata in terza Commissione, su richiesta del consigliere Sergio De Vincenzi (RP), per un vizio procedurale: l’assenza di una norma finanziaria aggiornata.
La protesta Immediata la reazione dell’associazione Omphalos, che «esprime la sua profonda contrarietà per questo ulteriore rinvio in Commissione, che significherà probabilmente l’affossamento definitivo della legge. La questione procedurale sollevata dal consigliere di minoranza, che altro non è che una becera scusa per non trattare la legge in aula, si sarebbe potuta risolvere con una verifica degli uffici competenti o portando il testo in votazione emendando la norma finanziaria e attualizzandola al 2017. Questa volontà evidentemente manca nella maggioranza di governo, che ha preferito far ritornare la legge nel pantano della Commissione, piuttosto che affrontare la discussione in aula»
«Incapaci» Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos, attacca: «Dopo 10 anni di attesa nessun rinvio è più tollerabile, qualunque sia la motivazione di questo ulteriore intoppo, descritto come di natura procedurale, ma che nasconde invece per noi tutta l’incapacità e l’imbarazzo della maggioranza che governa questa regione a portare a compimento una legge che affronta le discriminazioni verso le persone omosessuali e transessuali. Riteniamo che il primo responsabile di questo nuovo passo indietro sia proprio il Partito Democratico, che nelle ultime elezioni si era preso un impegno preciso con tutti gli elettori e le elettrici della regione e che lo sta lentamente tradendo».
Le accuse Il presidente di Omphalos prosegue dicendo che «non possiamo accettare che si impieghino 10 anni per discutere e votare una legge e che al momento del voto tutto salti per dei vizi procedurali. Ci dispiace ma non ci beviamo la scusa del vizio procedurale. Tutte le persone che lavorano in Regione, dai dirigenti ai consiglieri, sono pagati per fare esattamente il lavoro che stanno dimostrando di non saper fare o di non voler fare. Questo significa una completa mancanza di rispetto per i cittadini e le cittadine di questa regione che Omphalos non è più disposta a tollerare».
La manifestazione E martedì mattina si svolgerà una manifestazione di protesta: «Dalle 11 saremo in piazza della Repubblica – spiega Lorenzo Ermenegildi, segretario di Omphalos – per dimostrare tutta la nostra contrarietà a come il consiglio regionale sta affrontando un tema così importante. Ci sentiamo presi in giro, la comunità si sente presa in giro e abbiamo il dovere di esprimere tutto il nostro dissenso verso questo ulteriore passo indietro dopo 10 lunghi anni di attesa».