Operaio morto nel lago Riparte il processo

Terni, il 18 novembre 2009 il narnese Umberto Biondini perse la vita precipitando con un escavatore in un bacino a Ponte San Lorenzo

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Piccoli passi avanti, dopo una lunga stasi, per il processo legato alla morte dell’operaio narnese Umberto Biodnini, vittima il 18 novembre 2009 di un grave incidente sul lavoro – aveva 62 anni – mentre stava effettuando lo sbancamento di materiali inerti accanto ad un laghetto artificiale nella zona di Ponte San Lorenzo. L’uomo era precipitato con il proprio escavatore nello specchio d’acqua, morendo annegato.

LA FIGLIA DELLA VITTIMA: «SOFFERENZA SENZA FINE» – VIDEO

Sentti due consulenti Nell’udienza che si è tenuta lunedì di fronte al tribunale di Terni in composizione monocratica, sono stati ascoltati due consulenti dell’accusa: l’ingegnere Maurizio Tarchi, che aveva svolto la perizia sull’escavatore, e il medico legale Fabio Suadoni che aveva eseguito l’autopsia sulla salma del 62enne. Il primo ha riferito di non aver riscontrato anomalie tecniche sul mezzo da lavoro, mentre il secondo ha confermato come l’operaio sia morto per annegamento. Al termine l’udienza è stata aggiornata al prossimo 8 ottobre per sentire altri testi. I familiari di Umberto Biondini si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Marco Casciola di Ancona.

Le accuse Sei in totale gli imputati nel processo: quattro di loro – due responsabili della società committente dei lavori, il coordinatore per la progettazione e l’esecuzione dei lavori e il titolare della ditta esecutrice – sono finiti a giudizio per omicidio colposo in relazione a presunte violazioni in materia di sicurezza sul lavoro. Per i primi due, per un dirigente del Comune di Narni e per il responsabile unico del procedimento le accuse riguardano anche la violazione del testo unico in materia edilizia e il codice dei beni culturali e del paesaggio, per aver effettuato opere di sbancamento in difformità rispetto al progetto e senza le necessarie autorizzazioni.

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