Grave episodio giovedì all’ospedale San Giovanni Battista di Foligno. Come riporta Il Messaggero-Umbria, in un articolo a firma di Giovanni Camirri, un’infermiera è stata colpita con un pugno e un medico con un calcio.
Da quanto è stato ricostruito un uomo di circa 60 anni è arrivato agli ambulatori di urologia chiedendo che gli venisse praticata una prestazione, ma non sarebbe risultato in carico alla struttura. Quando l’infermiera gli ha spiegato la situazione, per tutta risposta ha ricevuto un pugno, mentre un medico giunto in soccorso della donna è stato colpito dall’uomo con un calcio. Il 60enne si è poi allontanato lasciando l’ospedale.
Immediato l’intervento della polizia che, sulla scorta della ricostruzione dei fatti, avrebbe individuato l’uomo che verrà denunciato per l’ipotesi di reato di lesioni personali, mentre infermiera e medico sono stati refertati e hanno una prognosi di alcuni giorni.
La segreteria territoriale di Terni del sindacato Nursind esprime «profonda indignazione e assoluta solidarietà alla collega infermiera e al dirigente medico aggrediti giovedì presso l’ospedale ‘San Giovanni Battista’ di Foligno. Questo ennesimo episodio di violenza – osserva Paolo Scaramuccia, segretario territoriale del Nursind di Terni – vede un uomo di circa 60 anni che si è scagliato con violenza contro il personale sanitario, colpendo l’infermiera con un pugno e il medico con un calcio». Il sindacato «condanna fermamente questo gesto vile che si inserisce in una drammatica sequenza di aggressioni che negli ultimi tempi ha già colpito il personale sanitario della nostra regione. Gli operatori sono diventati bersagli di aggressioni frequenti e violente, segnale di un clima di esasperazione e sfiducia crescente nel sistema sanitario che, se non adeguatamente affrontato, rischia di peggiorare ulteriormente. Questo grave episodio – aggiunge Scaramuccia – evidenzia l’inadeguatezza delle misure finora adottate per la sicurezza del personale. Nonostante i corsi di prevenzione e le tecniche di de-escalation attuate negli ultimi anni, è evidente che tali strategie non sono più sufficienti a fronteggiare situazioni di violenza sempre più frequenti e gravi. La cronica carenza di personale e i tagli alla sanità pubblica hanno esacerbato le condizioni di lavoro, lasciando gli infermieri e i medici in situazioni spesso insostenibili, senza supporto concreto o protezione adeguata».