di S.F.
Palazzo Donini si è fatto avanti formalmente il 3 aprile scorso per, in sostanza, chiedere dati per il giudizio di parificazione del rendiconto della Regione Umbria per l’esercizio 2024. Ora l’ospedale di Terni ha approvato la specifica relazione – che pubblichiamo integralmente nel link sotto – da trasmettere alla direzione salute e welfare diretta da Daniela Donetti. Non mancani alcuni passaggi interessanti, seppur nella maggior parte dei casi già noti.
LA RELAZIONE DELL’OSPEDALE DI TERNI PER IL 2025 SU INPUT DELLA REGIONE – DOCUMENTO (.PDF)

Della questione se ne è occupato in prima battuta il dirigente amministrativo del ‘Santa Maria’, Simone Sodano. Da Perugia è stato chiesto in particolar modo l’ammontare della spesa per l’acquisto di beni/servizi e la relazione sulle azioni intraprese e sui risultati conseguiti per la razionalizzazione della spesa: «Si è cercato di intervenire sul contenimento dei costi del personale, sull’efficientamento – viene sottolineato – dell’utilizzo dei beni sanitari e, in generale, sull’attenta gestione degli altri fattori produttivi attraverso la responsabilizzazione dei dirigenti dei centri di risorsa». C’è un passaggio sulle condizioni del ‘Santa Maria’.

Nel documento si fa riferimento al fatto che è da considerare «la vetustà e l’obsolescenza dell’edificio e delle strutture che ospitano l’azienda ospedaliera di Terni. Tale situazione determina un forte carico nei riguardi del bilancio di competenza della Sc tecnico-patrimoniale, in particolare rispetto alle utenze (elettricità e gas) e alle manutenzioni non programmabili, in progressivo aumento considerando il passare degli anni. Basti pensare che, per quanto riguarda l’impianto idrico, lo stesso per gran parte della struttura – eccezion fatta per i reparti ristrutturati – è ancora costituito da tubazioni in piombo. A tal proposito occorre precisare che la struttura del nosocomio risalente agli anni 70 presenta diverse criticità in termini di efficientamento energetico, infatti si rileva come tutti gli infissi risultano essere prodotti in ferro dall’allora Acciaieria di Terni».

E nonostante «gli impegni economici cospicui finalizzati alla ristrutturazione di diversi reparti, l’intera struttura per una superficie di circa 94.000 mq necessita di manutenzioni costanti considerando che poco si è intervenuto negli anni sull’adeguamento degli impianti (elettrici, riscaldamento, climatizzazione e gruppi frigo)». Di mezzo anche i 33 ascensori. Dal ‘Santa Maria’ rilevano inoltre che l’ospedale di Terni è «un Dea di II livello in deroga, con un bacino d’utenza nettamente inferiore a quello minimo previsto dal Dm 70/2015, per cui le difficoltà per raggiungere un elevato grado di efficienza sono maggiori rispetto ad altre aziende ospedaliere dotate di bacini di utenza superiori». Chiaro.
In ogni caso viene evidenziato che «dopo l’incisiva azione di efficientamento operata nell’ultimo quarto del 2022 e nel 2023, nel 2024 l’azienda ospedaliera di Terni ha ulteriormente migliorato in termini di efficienza, proseguendo in tal modo un percorso che è frutto della costruzione di un sistema di controllo del bilancio effettuato costantemente e a 360° piuttosto che riferito a un singolo o pochi obiettivi di risparmio». Sempre in attesa del nuovo ospedale.