Perugia, carcere-caos: agente in ospedale

Un detenuto tunisino ha dato fuoco alla propria cella ma la Penitenziaria ha sventato il peggio. Il Sappe: «Ora basta, protestiamo»

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Il sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe lo definisce «l’ennesimo evento critico nel carcere di Perugia Capanne» e, per evidenziare la situazione estrema in cui i baschi azzurri sono costretti ad operare, annuncia a partire dal 14 giugno «una serie di iniziative a tutela del personale in servizio».

Il racconto È il segretario nazionale per l’Umbria del Sappe, Fabrizio Bonino, a ricostruire l’accaduto: «Ieri (giovedì, ndR) un detenuto di nazionalità tunisina ha divelto le finestra della cella, smontandola. Successivamente ha appiccato il fuoco nella cella stessa ed un collega della polizia penitenziaria è eroicamente entrato nel vano e ha messo in sicurezza il detenuto, domando anche le fiamme con l’estintore. Il poliziotto è rimasto intossicato ed è ricoverato in osservazione all’ospedale di Perugia».

La protesta Mercoledì 14 giugno il segretario generale del Sappe, Donato Capece, raggiungerà il carcere perugino: «Visiteremo, con una delegazione congiunta della segreteria generale e della segreteria nazionale dell’Umbria, i posti di servizio all’interno del carcere, per poi incontrare i poliziotti che quotidianamente lavorano nella drammatica realtà di Perugia. Seguirà poi una conferenza stampa davanti al carcere, alle 12.30, dove esporremo la sintesi delle nostre iniziative. Ho invitato il ministero della Giustizia ed il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ad assumere provvedimenti per il carcere di Perugia Capanne, a cominciare dall’assegnazione urgente di nuove unità di polizia penitenziaria necessarie a sanare la grave carenza di organico del reparto e dalla sospensione della scellerata ‘vigilanza dinamica’ e del regime penitenziario aperto che fa stare molte ore al giorno i detenuti fuori della cella, senza fargli fare nulla, con relativo aumento degli eventi critici e degli episodi di violenza a Capanne».

Attacco ai sindacati Fabrizio Bonino attacca le organizzazioni sindacali che, di recente, hanno sottoscritto unilateralmente un accordo con la Direzione del carcere: «Hanno firmato senza pretendere aumento di personale e regole chiare sull’organizzazione del lavoro, come invece sollecitava il Sappe. Anziché chiedere trasparenza, democrazia, verifiche e accertamenti sulle condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari del carcere di Perugia Capanne e dell’Umbria, si sono schierati tout court dalla parte del ‘padrone’, ossia del direttore che essendo a capo del carcere ha le maggiori responsabilità dello sfascio del penitenziario. Noi continueremo a sollecitare per pretendere una trasparenza reale della gestione della cosa pubblica, un reale rispetto delle regole e della democrazia in materia di organizzazione del lavoro dei poliziotti di Perugia Capanne. Ad ognuno la libertà di scegliere da che parte schierarsi: con il Sappe o con i ‘sindacati gialli’ che non vedono, non sentono e non parlano».

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