IL VIDEO DELL’OPERAZIONE
All’alba di lunedì è scattata un’operazione antidroga, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Perugia, che ha interessato Perugia e le province di Caserta, Latina, Arezzo, Lucca, Pisa e Varese. I militari dell’Arma stanno eseguendo le misure cautelari disposte dal gip di Perugia, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 24 soggetti indagati per associazione per delinquere finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di quantità ingenti di sostanze stupefacenti.
L’operazione
Di seguito la nota diffusa dal procuratore di Perugia, Raffele Cantone: «I carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Perugia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip del tribunale di Perugia su richiesta di questo ufficio, nei confronti di 24 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di ingenti quantità di stupefacenti, in particolare eroina. L’esecuzione del provvedimento cautelare è stata eseguita alle prime luci dell’alba, oltre che nella provincia di Perugia, anche in quelle di Caserta, Latina, Arezzo, Lucca, Pisa e Varese, con il supporto di militari dei locali comandi provinciali, della componente aerea del 16° Nucleo elicotteri carabinieri di Rieti e delle Aliquote antiterrorismo di primo intervento di Perugia. Le indagini, avviate nei primi mesi dello scorso anno – prosegue la procura perugina – costituiscono l’ulteriore evoluzione di quelle concluse dal Nucleo investigativo perugino nei mesi di giugno e agosto del 2022, nel cui ambito erano stati complessivamente raggiunti, tra provvedimenti cautelari e arresti in flagranza, 45 soggetti, sequestrati 24 chilogrammi di eroina e 150 mila euro in contanti. Nel prosieguo gli investigatori, dopo l’arresto di tre cittadini nigeriani eseguito tra febbraio e marzo 2023 a Terontola (Arezzo) e Sinalunga (Siena), trovati in possesso di oltre 1,5 chilogrammi di eroina, sono riusciti ricostruire una rete di connazionali stanziali a Perugia e cittadini italiani, in grado di importare sul capoluogo umbro notevoli quantità di stupefacente dall’estero. Le indagini sono state condotte mediante attività tecniche – nelle intercettazioni gli indagati usavano un linguaggio segreto e caratterizzato da regole ben definite e rigide – e attraverso le tradizionali attività di indagine quali osservazioni e pedinamenti. Il gruppo, unitario e piramidale, era solito utilizzare come base logistica un’abitazione presa in affitto nel centro di Perugia, presso la quale sarebbero stati ‘stoccati’ e ‘rivenduti’, in pochi mesi, centinaia di chili di droga. Una volta ricevuto il carico di stupefacenti, presso l’immobile iniziava un vero e proprio viavai di altri connazionali i quali a loro volta, con compiti ben definiti, acquistavano considerevoli quantità di sostanza che poi veniva venduta al dettaglio attraverso di decine di pusher. Proprio l’impiego di questi ultimi, utilizzati anche come vettori – spiega il procuratore Cantone – consentiva quotidianamente di alimentare le ‘piazze di spaccio’ non solo dell’Umbria ma anche quelle della Toscana, delle Marche e della Campania. I corrieri, per eludere eventuali investigazioni, nel tempo avevano adottato le più disparate tecniche di occultamento. I diversi fermi operati consentivano di rinvenire stupefacente in fusti di detersivo, all’interno di confezioni sigillate di succhi di frutta, all’interno di pneumatici, tra la spesa di generi alimentari e poche volte occultati sulla persona. In più circostanze è stato accertato anche il ricorso alla pericolosa tecnica dell’impiego dei ‘corrieri ovulatori’: in un caso, addirittura, è stato monitorato un soggetto, poi arrestato, che aveva ingoiato 42 involucri di eroina, trasportando così quasi mezzo chilogrammo di sostanza. Data la rilevanza dei quantitativi trattati e del conseguente ingente valore delle singole partite, l’associazione disponeva anche di un ‘chimico’ deputato a testare le qualità dello stupefacente attraverso appositi reagenti e attrezzatura da laboratorio, prima di dare l’assenso alla conclusione dell’affare. Gli sviluppi investigativi consentivano di appurare che il principale canale di rifornimento dello stupefacente per l’associazione era il nord Europa. Nel corso delle indagini sono stati effettuati numerosi recuperi di stupefacenti spesso operati, per ragioni di opportunità, da altre forze di polizia: il 19 marzo 2023, al valico di Bardonecchia, un uomo di origine campana veniva sottoposto a perquisizione e trovato in possesso di 36 chili di stupefacente, di cui 31 di eroina e 5 di cocaina, suddivisi in centinaia di ovuli celati all’interno di una ruota di scorta; la settimana successiva, un altro maxi sequestro di droga veniva effettuato in Umbria, lungo il raccordo Perugia Bettolle: in quel caso venivano controllati due cittadini portoghesi che, ad altissima velocità, viaggiavano su un’autovettura che trasportava, sempre celati all’interno di uno pneumatico di scorta, 13 chili di eroina e alcune centinaia di grammi di cocaina; qualche giorno dopo nel capoluogo umbro venivano tratti in arresto nella flagranza del reato altri quattro cittadini nigeriani e sequestrato più di 1 chilo di eroina. Dall’elaborazione delle informazioni raccolte – osserva la procura – sono stati testimoniati collegamenti tra l’associazione criminale di matrice nigeriana ed esponenti della criminalità organizzata campana, con particolare riferimento ad un soggetto di vertice del ‘clan dei Casalesi’, con specifiche attribuzioni di compiti e funzioni per lo smercio del pericoloso oppiaceo, anch’esso destinatario di misura cautelare in carcere. A quest’ultimo il provvedimento cautelare è stato notificato presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dove lo stesso si trova ristretto per il reato di estorsione. L’uomo, esponente apicale del clan, era da poco tornato in libertà dopo aver scontato una pena detentiva di oltre 20 anni a seguito di condanne per reati associativi e gravi fatti di sangue. Il gip di Perugia, considerata la gravità indiziaria in ordine anche al reato associativo finalizzato al traffico di sostanze di stupefacenti, ricorrendo la sussistenza delle esigenze cautelari e valutata la pericolosità sociale, ha emesso per dieci indagati la misura della custodia in carcere, per tre la misura degli arresti domiciliari presso l’abitazione di residenza e per altri undici la misura dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria territorialmente competente. Nel corso delle indagini, oltre ai sequestri operati, è stato tracciato e contestato agli indagati un traffico di circa 250 chilogrammi di sostanza stupefacente, immessa sul territorio nazionale, per un valore di mercato al dettaglio stimato in 15 milioni di euro. Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni domiciliari che hanno consentito di rinvenire e sequestrare, in una delle abitazioni nella disponibilità degli indagati, complessivamente 624 grammi di cocaina, 4,7 chili di marijuana e oltre 20 mila euro in contanti. Per tali fatti sono stati arrestati in flagranza di reato cinque soggetti di origine nigeriana. Inoltre sono stati sequestrati diversi supporti informatici che saranno oggetto di successivi accertamenti. Dei 24 soggetti destinatari della misura cautelare, quattro sono attualmente irreperibili sul territorio nazionale e nei loro confronti sono state attivate ricerche anche in ambito internazionale».