Perugia: «Partner seri e fondi per aeroporto»

Saltano anche i collegamenti con Tirana e Cagliari per problemi economici della MistralAir. Ricci: «Bisogna investire di più e far passare la ferrovia per Sant’Egidio»

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Prima i passeggeri rimasti bloccati ad Olbia, poi la storia delle certificazioni mancanti per poter effettuare il trasporto aereo, infine i voli non più prenotabili della Mistral Air, la compagnia aerea di Poste italiane.

Passeggeri Il triennio 2016-2018 doveva essere quello del rilancio. Invece, seppur con un bilancio in positivo, secondo i dati forniti dal presidente Ernesto Cesaretti durante l’ultima audizione in regione la scorsa settimana, il saldo dei passeggeri cresce ma non come dovrebbe. Si è passati, infatti, dai 270 mila del 2015 ai 220 dello scorso anno, dato che dovrebbe attestarsi sui 250 mila passeggeri entro la fine di quest’anno.

Le rotte ‘rimaste’ Ma c’è qualcosa che ancora impedisce all’aeroporto San Francesco d’Assisi di essere quel vettore moderno che colleghi l’Umbria con il resto d’Italia e d’Europa. Se sul fronte trasporti a terra la situazione è già abbastanza critica, con la ex Fcu ferma e il sogno, sempre più lontano, di una fermata dell’alta velocità, ecco che i tanti buoni propositi, sventolati da Regione e Sase, sul vettore umbro, si sciolgono come neve al sole. Restano attive, infatti, solo le tratte effettuate da Ryanair verso Catania, Londra, Trapani, Bruxelles e, a partire dal prossimo marzo 2018 Francoforte, oltre a quella verso Bucarest, con il vettore Wizzair e Tirana con Albawings – Blu Express.

Il declino, certamente, sembra dipendere anche da fattori extra-umbri. Come quando, nel marzo del 2016, la Ryanair decise di tagliare quattro voli su sette dopo che il governo aveva deciso di aumentare la tassa municipale per il fondo piloti Alitalia. Come a Pescara, Alghero, Crotone e Cagliari, da Perugia erano stati eliminati i voli verso la Sardegna e il Salento, Barcellona e Dusseldorf. Il rilancio e la presentazione dei nuovi operatori, nel 2017, non ha avuto maggiori fortune. Il 25 ottobre, infatti, dopo più di 30 giorni di attesa, la Sase ha disdetto il contratto con FlyVolare che aveva tempo fino al 3 ottobre scorso per presentare le certificazioni mancanti e iniziare così i voli. E i 500 mila euro di caparra versati dalla società umbra quando potranno essere ripresi?

Superficialità Le preoccupazioni e i timori sul futuro dello scalo umbro sono, tra le forze politiche, condivise da più parti. «Come noto, lo scorso giugno, FlyVolare ha preteso un caparra di 500 mila euro a garanzia dell’avvio dell’operazione di acquisto degli aerei di flotta prontamente versata dal Sase spa – afferma Moreno Primieri, delegato alle infrastrutture del coordinamento regionale di Forza Italia Umbria – senza le dovute cautele. Senonché, FlyVolare non ha mantenuto l’impegno, essendo sprovvista  delle licenze di esercizio di trasporto aereo e del Coa, certificato di operatore aereo. Ora non è chiaro come Sase inteda recuperare questi denari, fatto sta che risulta evidente la superficialità del cda nella gestione di tutta la vicenda dal momento che è stata anticipata un’ingente somma di denaro pubblico ad una società sostanzialmente senza un un patrimonio e che per di più era nota per altre vicende poco chiare in altri aeroporti». Dello stesso avviso anche il consigliere regionale Claudio Ricci che, già ai primi giorni di agosto, denunciava la superficialità «con la quale sono stati pagati quei soldi in via preventiva. Dovevano essere fatti prima – afferma Ricci – i controlli sulla presenza delle autorizzazioni. E’ vero che ora i soldi verranno richiesti indietro, ma è facile immaginare le dicotomie legali che questa vicenda si trascinerà dietro». 

Compagnie stabili Si stanno determinando discrasie e danni tangibili – prosegue Ricci – su quelli materiali ci sono gli organi di controllo che potranno verificare tutta la vicenda. Oggi lo scalo umbro ha ottenuto da Enac una concessione ventennale per la gestione, cosa importante e positiva come aver ottenuto il riconoscimento dell’aeroporto come scalo di interesse nazionale. Ora, però, per lo sviluppo complessivo della regione, oltre che dell’economia e del turismo, dobbiamo investire di più. Dai piani industriali presentati emerge che l’aeroporto dovrebbe avere una cifra su cui contare, solo dalla Regione, di almeno 3 milioni di euro all’anno – attualmente siamo a circa un terzo – per fare accordi solidi e stabili con compagnie aeree solide e stabili, come la EasyJet che non solo ha una rete di linee molto ampie nel panorama europeo ma è anche, ormai, un vettore che ha acquistato strutture alberghiere, tour operator, compagnie di autonoleggio. E’ una struttura che ormai è in grado di commercializzare prodotti turistici oltre che voli. E’ questa la strada». 

Turisti bloccati Sempre sul versante della brutta estate trascorsa per l’aeroporto umbro, il tour operator FlyMarche ha lasciato a piedi, a Olbia, la scorso agosto, 19 passeggeri che, solo grazie all’intervento della società che gestisce lo scalo, hanno potuto far ritorno a casa. Ora, invece, a causa dei problemi finanziari della compagnia di Poste italiane, non è più possibile prenotare voli per Cagliari e Tirana. «In questi giorni, infatti, Mistral Air, la compagnia aerea di Poste Italiane, è alle prese con una instabilità di carattere economico e sarebbe pronta a licenziare 19 comandanti – afferma Primieri – a causa della situazione non tranquilla in cui versa la compagnia, i voli per Tirana e Cagliari sarebbero stati momentaneamente congelati, con il rischio di non avere più assicurate le rotte su Olbia, annunciate per la prossima estate». 

Dimissioni «Ancora una volta, quindi, rischiamo di perdere altre nuove rotte con buona pace degli umbri che si troveranno ancora più isolati di prima. In tutta la storia – conclude Primieri – non vi è dubbio che qualcuno abbia sbagliato, a partire dal governo regionale che non ha attivato i necessari controlli, per finire al management di Sase spa che con disinvoltura elargisce soldi pubblici senza alcuna precauzione. In un paese normale ci si attenderebbero minimo le dimissioni dei responsabili».

La ferrovia Più fondi per fare accordi con compagnie stabili e far decollare, finalmente, il turismo dell’Umbria. Ma non basta, secondo il consigliere Ricci, infatti, servirebbe, poi, quello che, in tutti gli scali anche piccoli ma di rilievo internazionale come quello umbro, già esiste. Cioè una ferrovia. «A Sant’Egidio deve arrivare un collegamento ferroviario, tutt’ora inesistente, con la rete dell’alta velocità – conclude – se vogliamo far uscire dall’isolamento questa regione basta prendere ad esempio quello che fanno altrove, dove sui trasporti si investono soldi e si rilanciano economie solide e si favorisce il turismo e il marketing». 

Leonelli Il consigliere regionale del Pd sottolinea che «la vicenda legata agli affidamenti reciproci e contrattualmente sanciti tra l’Aeroporto Internazionale dell’Umbria San Francesco di Assisi e Fly Volare era legata alla volontà di portare a Sant’Egidio una compagnia in grado di avere dei velivoli che fossero stabilmente stanziati in Umbria e che avessero rotte su scali italiani ed europei di richiamo. Si tratta di una esigenza che rimane necessario soddisfare e, in particolar modo, penso ad una rotta business verso Milano
Linate e a rotte internazionali, come sin qui si era prefigurato potesse essere Amsterdam. Sase, preso atto dell’impossibilità da parte di Fly Volare di adempiere agli impegni assunti, ha deciso di chiedere la restituzione della caparra confirmatoria pattuita, vicenda che darà sicuramente fiato alle trombe dell’opposizione, protesa come è a tratteggiare della nostra Umbria un quadro a tinte più fosche possibili, ma chiusa questa questione, occorre ripartire. Per il bene – ha proseguito Leonelli – del nostro aeroporto e dell’Umbria occorre ripartire dalla convergenza registrata sulla volontà di continuare a sostenerne lo sviluppo, uno sviluppo che dovrà passare attraverso l’apertura del capitale sociale anche ai privati e da un potenziamento infrastrutturale della viabilità di supporto allo scalo. Per arrivare ad un incremento dell’offerta dei voli da e verso destinazioni in grado di assicurare l’aumento del numero dei passeggeri, non trascurando il bacino di utenza rappresentato dalle regioni limitrofe alla nostra. I prossimi mesi – conclude Leonelli – saranno decisivi per poter dare una valutazione positiva o meno del lavoro svolto, perché sarà necessario affiancare al pareggio di bilancio, ottenuto con l’esercizio di quest’anno, l’apertura di nuove rotte di richiamo e un sensibile incremento dei passeggeri. Diversamente il lavoro di questi anni rischierebbe di essere sensibilmente vanificato».

 

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