Un grosso incendio di materiale plastico è divampato all’interno del deposito Biondi, azienda privata che si occupa di raccolta, trattamento e recupero di rifiuti, sita nell’area industriale di Ponte San Giovanni, a Balanzano, alle porte di Perugia. Sul posto per tutto il pomeriggio 24 uomini del 115 con due autobotti pompa e tre serbatoi; con loro anche il funzionario di guardia, l’Arpa per il monitoraggio dell’aria e le forze dell’ordine. Intorno alle 22.30, l’incendio era sotto controllo e alle 5 di lunedì è stato spent: lunedì sono proseguite le operazioni di bonifica. Ora resta da capire le conseguenze sulla salute e sulle attività agricole della zona: il sindaco Romizi ha emesso l’ordinanza che vieta il consumo di prodotti coltivati nell’area da parte dei soggetti più a rischio, la raccolta di funghi, il pascolo e razzolamento degli animali da cortile, utilizzo di foraggi e cereali per animali raccolti nell’area interessata.
L’INCENDIO, IL FUMO E L’INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO – VIDEO
Scuole chiuse a Ponte San Giovanni e zone limitrofe
Il Comune di Perugia ha predisposto la chiusura, a titolo precauzionale, delle scuole nel raggio di tre chilometri dall’incendio per la giornata di lunedì. Coinvolti gli istituti di Casaglia, Montebello, Ponte Valleceppi, Pretola, Collestrada, oltre ovviamente a Ponte San Giovanni e Balanzano, dove si trova il deposito andato a fuoco. Polemiche dai cittadini residenti nelle zone dei ponti, dove pure è arrivato il fumo, al momento non interessate dal provvedimento. Non erano state inserite nell’elenco nemmeno le scuole superiori di Piscille – il ‘Volta’ e il ‘Cavour Marconi Pascal’ – che sono relativamente vicini in linea d’aria: inserite in un secondo momento, così come pure le scuole di Ponte Valleceppi. Il provvedimento interessa anche le scuole private presenti nell’area di Ponte San Giovanni.
Le fiamme, il fumo, l’allerta della protezione civile
Per tutto il pomeriggio, e fino a sera tarda, a Perugia un’alta colonna di fumo ha sovrastato la zona dei ponti, lambendo il centro storico. Il vento spirava da Balanzano in direzione dell’abitato di Ponte San Giovanni, ma non sono esenti dal rischio di ricadute di materiale tossico i terreni più distanti. Per questo motivo, la protezione civile ha da subito diramato un’allerta invitando i residenti a tenere chiuse porte e finestre e a non uscire di casa. Sospesa l’attività del macello comunale. Si attende l’ordinanza del sindaco, che, come da prassi, dovrebbe impedire il consumo di frutta e ortaggi coltivati in zona, entro un raggio di 3 chilometri. Dalle prime analisi dei marcatori ambientali si capirà l’estensione e la gravità delle conseguenze sulla salute pubblica. La paura è che siano state sprigionate diossine cancerogene. Intanto sono al lavoro anche gli inquirenti, per capire la natura del gesto.
Le condizioni del deposito
Biondi Recuperi Ecologia si occupa di raccolta, trattamento e recupero di rifiuti. L’azienda, titolare di importanti autorizzazioni ambientali, è piattaforma di riferimento nella provincia di Perugia per la gestione di una vasta gamma di materiali: ferro, metalli, plastica, carta, legno, vetro, prodotti alimentari, batterie, apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) e rifiuti pericolosi. Presso l’impianto di via Bina (quello che è andato a fuoco) vengono gestiti ferro, plastica, legno, vetro, prodotti alimentari, batterie, apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), rifiuti pericolosi e rottamazione veicoli. In attesa che le forze dell’ordine facciano luce sulla vicenda, umbriaOn è in grado di mostrarvi lo stato del deposito con due foto esclusive scattate, dall’esterno, appena una settimana prima che tutto andasse a fuoco. Era notte e si vedevano dall’esterno i cumulo di rifiuti che superavano i muri di cinta.

Va chiarito comunque che le fiamme hanno interessato la parte interna, alle spalle dell’ingresso principale. Da chiarire la genesi delle fiamme e la natura dell’incendio. E da chiarire anche se quel deposito lavorasse nel rispetto delle norme sulla tenuta del materiale di rifiuto. Così come andrebbe chiarito se chi doveva controllare ha controllato a dovere. A quanto ci risulta, erano già state presentate richieste di accesso agli atti, presso il Comune di Perugia, per verificarlo. Ma purtroppo non si è fatto in tempo.
E ora? C’è da aver paura?
La domanda che si fanno i residenti è sempre la stessa, tristemente comune in altre zone d’Italia (come non pensare alla Terra dei Fuochi?) ma che si stanno diffondendo anche nel resto dello stivale, dove gli incendi di siti di stoccaggio rifiuti stanno diventando una triste consuetudine (come dimostra la cartina che pubblichiamo in basso). Compito delle istituzioni – ora – da un lato è rintracciare eventuali estremi di colpa o di dolo, dall’altro è informare correttamente i residenti sui rischi per la salute. È stata sprigionata diossina? I frutti dei terreni circostanti sono mangiabili? L’acqua è utilizzabile? È opportuno che i bimbi vadano a scuola nei prossimi giorni? A queste e altre domande Asl, Arpa e Comune di Perugia dovranno rispondere nel più breve tempo possibile.