All’alba di lunedì la polizia di Stato ha concluso a Perugia ha complessa attività di indagine che ha portato all’individuazione ed alla neutralizzazione di una pericolosa banda composta da sette minorenni, tutti ritenuti responsabili di rapine e furti ai danni di coetanei.
I fatti si sono verificati in un arco temporale ristretto – circa un mese – a Perugia e nelle zone limitrofe. Dopo alcune segnalazioni, decisamente preoccupate, la squadra Mobile di Perugia, di concerto con la procura presso il tribunale per i minorenni, si è attivata cercando di ricostruire gli episodi delittuosi e le dinamiche aggressive messe in atto dal gruppo.
Il modus operandi Dalle investigazioni è emerso che il gruppo di minorenni, utilizzando la forza intimidatrice del ‘branco’, individuavano i propri ‘bersagli’ tra i coetanei ritenuti più miti e pacifici – anche dello stesso contesto scolastico, di quartiere o di svago -, li accerchiavano terrorizzandoli con spintoni e percosse fino ad impossessarsi del denaro che avevano con sé, negli zaini o nei portafogli.
Minacce e percosse Alcuni appartenenti al gruppo, nonostante la giovane età, ‘vantano’ già dei precedenti di polizia per fatti analoghi. La polizia di Perugia ha accertato come le vittime abbiano subito aggressioni di varia natura: dalla semplice intimazione verbale, alla minaccia di subire un pestaggio fino a manifestazioni più violente consistenti in spintoni, schiaffi e percosse. In più di un caso le vittime sono state prese in disparte e malmenate; in un’occasione sono state minacciate, addirittura, con un coltello.
Indagine difficile Nel timore di possibili ritorsioni, le giovani vittime ed i loro familiari non si sono mostrati da subito collaborativi. In questo senso la complessa e delicata opera della squadra Mobile è stata quella di conquistare la fiducia degli aggrediti, elemento centrale per giungere all’informativa di reato con cui la procura competente ha emesso, nei confronti di sei minorenni, un’ordinanza di applicazione della misura cautelare di collocamento in comunità. Per un altro giovanissimo è stata disposta la misura della permanenza in casa.
Le comunità I destinatari delle misure sono stati affidati a comunità ubicate in diverse province del territorio nazionale e istituzionalmente preposte alla rieducazione e al reinserimento dei minori nella vita sociale attraverso attività didattiche obbligatorie che tengono in considerazione la necessità di assicurare agli stessi il loro sviluppo intellettivo e culturale.