La prima partita di Alessandro Nesta alla guida del Perugia – ad Empoli, in casa della prima della classe, già promossa in serie A e quindi senza particolari motivazioni – doveva dare entusiasmo e qualche segnale in vista dei playoff. Non ha dato nulla.
EMPOLI-PERUGIA 2-1: LA FESTA DEI TOSCANI PER LA SERIE A

La linea Dal punto di vista tattico, l’unica nota diversa rispetto al Perugia di Breda è stata l’altezza della linea difensiva, che – nei rari momenti in cui il Grifo non è stato schiacciato nella propria area – provava a dare maggiore compattezza alla squadra, posizionandosi fin quasi alla metà campo e applicando la tattica del fuorigioco in modo sistematico. Una strategia che ha dato i suoi frutti, visto che gli attaccanti toscani sono finiti in offside per ben 6 volte, di cui 4 nel giro di pochi minuti, nel primo tempo. Ma, nonostante ciò, nel complesso il Perugia è stato passivo tanto quanto era nell’era Breda, riuscendo a colpire solo nei primi minuti di gara (il gol di Di Carmine) e con un contropiede nella ripresa (il palo). Poi davvero poco altro.
Il modulo L’assenza di Mustacchio e l’esigenza di giocare con un trequartista (ad Empoli Buonaiuto, a Venezia quasi certamente sarà Diamanti) aveva fatto pensare che si potesse tornare al 4-3-1-2, per consentire a Zanon di poter ricoprire il suo ruolo naturale senza dover fare tutta la fascia. Nesta ha invece scelto di confermare la difesa a 3 e il doppio mediano (Bianco-Colombatto) lasciando Buonaiuto libero di appoggiare le due punte e talvolta di aiutare i centrocampisti. Novità anche nella posizione di Cerri, che Nesta vuole più attaccante e meno rifinitore. Ciò ha prodotto maggiore copertura in zona centrale ma ha dato spazio sia a Zajc sia agli esterni toscani, che hanno fatto il bello e il cattivo tempo sovrastando i dirimpettai biancorossi.
I cambi Assai prudente Nesta anche nella gestione della sostituzione: basti pensare che – con un Perugia spesso in bambola – la prima sostituzione è arrivata a 10 minuti dalla fine e solo perché Zanon ormai non ce la faceva più. Al suo posto è entrato Terrani, ma il modulo non è cambiato, anzi si è poi passati ad un centrocampo a cinque con l’uscita di Buonaiuto e l’ingresso di Gustafson. Insomma, la reazione d’orgoglio immaginata da Santopadre e prospettata da Nesta non si è verificata, nonostante gli annunci roboanti del tecnico («Vinciamo ad Empoli e ci carichiamo») durante la conferenza della vigilia.
Il futuro Non è francamente facile pronosticare quello che succederà nei prossimi giorni a Pian di Massiano. Se cioè Nesta vorrà provare a sorprendere il suo ex compagno di squadra Inzaghi proponendo un modulo alternativo o se invece punterà sul recupero fisico e mentale e sulle motivazioni. La sensazione è che qualcosa succederà nella formazione iniziale, a cominciare dal rientro in campo di Del Prete e Diamanti, ma anche dal punto di vista tattico.