Dopo il Mercato coperto, gli occhi dell’intera città sono puntati su di lui. E’ questo il cuore pulsante attraverso il quale potrebbe rinascere un nuovo concetto di città, cosmopolita, curiosa e coraggiosa.

Il Turreno Così si riapre il dibattito sull’ex cinema-teatro Turreno, luogo simbolo di cultura e d’emozione oltre che d’affezione per i tanti perugini che l’hanno frequentato nel corso degli anni. Nei giorni scorsi a provare a rimettere al centro del dibattito politico il futuro della struttura al centro di piazza Danti è stato Virgilio Ambroglini, presidente della fondazione Sergioperlamusica e principale sostenitore dell’importanza strategica di una riqualificazione dell’ex cinema in chiave di hub culturale per far ripartire il settore e dare un futuro anche alle imprese che ci lavorano dietro.
La provocazione «Qual è lo stato di attuazione del progetto di recupero e valorizzazione del Turreno?». Il quesito, posto dal presidente della fondazione intitolata a Sergio Piazzoli, arriva a due anni da quella prima occasione e a pochi mesi dall’ultimo incontro pubblico sul tema, tenutosi il 20 giugno scorso proprio ai tavoli del bar del Turreno alla presenza di rappresentanti politici e istituzionali. «Le tappe della sua rinascita sembravano decise con chiarezza, poi qualcosa è successo. Quindi – chiede Ambroglini – c’è ancora la volontà di portare avanti questo progetto, guardare al futuro un’ottica di macroregione e parlando all’Italia?».

Riqualificazione Come il Mercato coperto, anche la riqualificazione e ristrutturazione del Turreno è nel cuore e nella mente dell’assessore al marketing Fioroni che, sin da inizio mandato, non ha mai nascosto di voler sistemare anche l’ex cineteatro. Ma le cose non sono così semplici e, un ulteriore elemento di criticità, potrebbe essere rappresentato anche dall’elaborazione di un progetto che escluda, di fatto, i principali portatori di interessi oltre che i cittadini. Con questa motivazione, infatti, i consiglieri di opposizione hanno scritto una lettera al presidente del consiglio comunale Leonardo Varasano affinché venga convocato un ‘consiglio aperto’ per discutere insieme alla città della riqualificazione del Turreno.
La storia Esperti, professionisti, associazioni ed organizzazioni, Università e istituzioni culturali devono essere chiamati a esprimere la propria opinione sulla riqualificazione e nuova destinazione dell’ex-cinema teatro Turreno. La struttura, infatti, è stata acquistata dalla Fondazione Cassa di risparmio e ceduta a titolo gratuito a Comune e Regione rispettivamente per due terzi e un terzo, al fine di rilanciare il Turreno come luogo di promozione e produzione culturale. Ad oggi, però, non risulta che l’amministrazione abbia presentato alcun progetto di riqualificazione con le suddette finalità, nonostante la Regione abbia già stanziato un ingente investimento di risorse per il recupero funzionale del Turreno, attingendo non soltanto ai finanziamenti europei, per un totale di 3 milioni e 100 mila euro. «Per questi ritardi – scrivono i consiglieri del Pd – ad oggi i fondi dell’Agenda Urbana per l’intera città di Perugia sono vincolati a tale progetto e risultano bloccati».

Progetto condiviso «Riflettendo sulla situazione di Perugia –proseguono i consiglieri nella richiesta- appare del tutto evidente la necessità di un progetto di rigenerazione urbana innovativo che abbia come fine di dotare la nostra città di un auditorium con dimensioni adeguate ad ospitare concerti e spettacoli ed in grado di competere a livello regionale e nazionale con le più importanti strutture funzionanti». L’assenza di una struttura come quella descritta limita l’attrattività di Perugia e le sue potenzialità in campo musicale, artistico e culturale. Costringendo, inoltre, gli operatori del settore a spostarsi in auditorium limitrofi o ad utilizzare strutture sportive non acusticamente adeguate, come ad esempio il PalaEvangelisti e il Santa Giuliana, creando difficoltà ed incomprensioni con il mondo dello sport.
Offerta culturale Dello stesso avviso anche Ambroglini, per cui il Turreno potrebbe rappresentare « il punto di partenza per affrontare il tema dei luoghi della cultura in relazione al destino di Perugia». Ripensare il futuro del capoluogo umbro è necessario, «tuttavia – prosegue – negli ultimi tempi l’offerta culturale di Perugia sembra essere condizionata da una deriva conservatrice, sintomo di una più ampia concezione della vita pubblica che non lascia spazio a proposte di largo respiro e che non è in grado di pensare a progetti per la città sul lungo periodo». Perugia, invece, deve sprovincializzarsi sempre di più e «puntare a confermarsi, anche in una prospettiva nazionale, una delle capitali della cultura e dello spettacolo, grazie al suo scenario di indubbia suggestione storica e artistica. Per fare di Perugia un grande “caso culturale” è necessario sintetizzare il patrimonio storico-artistico-architettonico della città e gli eventi, il contenitore e il contenuto».