Terni, presunta truffa Isrim: tutto prescritto

Si chiude il processo legato all’erogazione di finanziamenti da parte del Miur nei confronti dell’istituto di ricerca poi fallito

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Tutto prescritto, oltre a ciò che per lo stesso motivo era stato già ‘cancellato’ in sede di udienza preliminare. Si è chiuso così, mercoledì mattina di fronte al tribunale di Terni, il processo legato alla presunta truffa compiuta dai vertici di Isrim – l’Istituto superiore di ricerca sui materiali speciali, poi dichiarato fallito nel febbraio del 2015 – ai danni dello Stato. Accusa a cui si accompagnava anche quella relativa a reati tributari per l’emissione di dichiarazioni e di fatture per operazioni inesistenti.

La vicenda

Sotto la lente dell’accusa, in particolare della Guardia di finanza, c’erano finite le erogazioni – due milioni di euro di cui circa la metà effettivamente percepiti – da parte del Miur nei confronti dell’istituto di ricerca per alcuni progetti di sviluppo. Un’indagine analoga a quella compiuta in altre realtà italiane e che nel giugno del 2015 aveva fatto finire a giudizio cinque ‘ex Isrim’: l’ex magnifico rettore dell’università di Perugia Francesco Bistoni (già presidente dell’istituto di ricerca), Andrea Crisanti (ex presidente del cda), Paolo Boccanera (ex vicepresidente), Andrea Moriconi (ex amministratore delegato) e Daniela Rossi (ex direttore generale). Per tutti è scattata così la prescrizione che ha fatto cadere nel vuoto le contestazioni degli inquirenti. I cinque erano difesi, fra gli altri, dagli avvocati Luigi Zingarelli, Folco Trabalza e Francesco Maria Falcinelli.

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