di Fra.Tor.
«A Prisciano non si può più vivere». Questo l’appello del ‘Comitato Prisciano Terni Est’ venerdì mattina al circolo di quartiere dove straordinariamente è stata convocata la II commissione consiliare della Regione Umbria, su richiesta proprio del comitato. All’incontro erano presenti i vertici di Arpa Umbria, i sindacati metalmeccanici, il sindaco di Terni Stefano Bandecchi e l’assessore allo sviluppo economico Sergio Cardinali, l’assessore regionale all’ambiente Thomas De Luca e alcuni rappresentanti di Arvedi-Ast.
«Non si tratta più soltanto di polveri che danneggiano piazzali, abitazioni, tetti e auto – hanno detto i membri del Comitato – ma ai residenti è stato anche sconsigliato di montare i pannelli fotovoltaici e il sindaco Bandecchi, tramite ordinanza, ha anche interdetto le coltivazioni. Da questo incontro ci aspettiamo una buona fetta della risoluzione della problematica e questo lo chiediamo in primis per gli abitanti di Prisciano ma anche per la città tutta». Assoluta «attenzione da parte della Regione» è stata espressa dall’assessore Thomas De Luca «nell’ascoltare tutti i soggetti in campo, l’azienda, i cittadini e i rappresentanti dei lavoratori per discutere del cronoprogramma di intervento e risolvere definitivamente la questione ambientale di Prisciano. È chiaro che non si può più aspettare – aggiunge -, chiediamo più attenzione da parte del Governo nazionale per garantire che quelle risorse che ad oggi sono state spese in maniera non efficace. Risorse da utilizzare per interventi che possano accompagnare la risoluzione di questi problemi».
VIDEO – L’APPELLO DEL COMITATO E LE PAROLE DELL’ASSESSORE REGIONALE DE LUCA
A margine dell’incontro l’assessore Thomas De Luca ha ribadito che «l’obiettivo primario è garantire che le soluzioni volte a risolvere definitivamente il problema vengano messe in campo nel rispetto delle tempistiche previste. Un punto cruciale su cui stiamo concentrando i nostri sforzi è la messa a regime della nuova rampa scorie nei tempi previsti. Parallelamente, riteniamo imprescindibile portare avanti con determinazione la pratica di riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) in relazione ai valori del Nichel. È importante sottolineare che gli attuali valori-obiettivo diventeranno limiti di legge a partire dal 2030, rendendo necessario un intervento tempestivo e risolutivo». Passando al problema delle scorie, l’assessore ha evidenziato come sia «necessario rendere meno conveniente lo smaltimento in discarica rispetto al recupero, chiedendo un impegno al Governo per dare uno spazio di mercato vantaggioso alle materie prime seconde, rispetto a quelle derivanti da attività estrattiva. Parallelamente la Regione intende rendere progressivamente più oneroso lo smaltimento in discarica. Ringraziamo l’azienda e l’amministratore delegato Dimitri Menecali per aver garantito un impegno concreto sul percorso di riduzione dei fattori di pressione ambientale sulla città, impegni che come regione non ci sottrarremo dal sostenere anche nell’ambito della discussione sull’accordo di programma Ast e allo stesso tempo di esigere e verificare puntualmente».
I membri del Comitato dei residenti si definiscono «molto soddisfatti dell’incontro perché per la prima volta sono stati riuniti tutti i soggetti coinvolti e così le cose sono state chiarite a tutti. Siamo contenti che dalla Regione si siano presi l’impegno di tornare e verificare di persona la situazione anche nei prossimi mesi. Da parte nostra abbiamo chiesto una valutazione attenta e critica degli interventi che vengono proposti dall’azienda Arvedi-Ast/Tapojarvi, che poi diventeranno prescrizioni obbligatorie, non nell’ottica dell’azienda ma nell’ottica dei cittadini su cui ricadono inevitabilmente gli effetti di quelle azioni. No a trattamenti di favore». Come Comitato, inoltre, è stato chiesto «il controllo a posteriori circa la corretta realizzazione dell’adempimento richiesto e dell’efficacia dello stesso. Potrebbe infatti accadere che un progetto, che sembri essere efficace sulla carta, non lo sia altrettanto nella realtà. E poi, ancora, il rispetto delle tempistiche che vengono date, perché ci è sembrato che la ‘proroga’ costituisca la regola e non l’eccezione quando si parla di Arvedi-Ast». In più, il Comitato chiede «che venga effettuato uno studio epidemiologico ed eziologico serio, in grado di far emergere il danno alla salute che si è già verificato e che serve anche per meglio stimare quello futuro atteso. Meglio se affidato a dei professionisti che non abbiano legami col territorio. Lo studio che noi chiediamo si diversifica dal Biomonitoraggio che a breve partirà. E, infine, che il piano della qualità dell’aria prenda in considerazione anche l’inquinamento ambientale. In una città come fortemente industriale come Terni, infatti, non è pensabile non prendere in considerazione una variabile così importante ed impattante da un punto di vista ambientale».
«Il problema delle scorie – evidenzia Dimitri Menecali, AD Arvedi Ast – nasce sostanzialmente con l’acciaieria. Vengono prodotte durante la produzione dell’acciaio ad alta temperatura, devono essere raffreddate e successivamente deferrizzate e subiscono un trattamento meccanico per togliere il metallo e quel che rimane può essere conferito in discarica. In Europa tutti i produttori di acciaio inossidabile producono acciaio con il nostro stesso processo e gestiscono le scorie in ambienti aperti come abbiamo fatto noi. Noi oggi abbiamo messo in campo il progetto di segregazione dell’attività di raffreddamento fungendo da apripista rispetto a questo processo. Per quanto riguarda il rispetto delle norme, abbiamo coscienza che un’azienda siderurgica che opera in un territorio non debba arrecare fastidio. L’azienda ha quindi il dovere di porre in atto tutto quanto possibile per risolvere i problemi. Per gli interventi previsti in proposito parliamo di investimenti per oltre 40 milioni di euro. È volontà della proprietà di risolvere i disturbi e per questo vogliamo andare oltre quanto prevede la legge. Rispetto al nichel stiamo cercando di anticipare i tempi. Con gli enti è stato condiviso un programma di adeguamenti che realizzeremo prima delle scadenze. Anche per le vibrazioni stiamo dando il massimo supporto all’azienda Tapoiarvi condividendo con loro lo stesso spirito nell’approccio dei problemi». Per Stefano Proietti, DG Tapojarvi, «rispetto al tema delle vibrazioni abbiamo un confronto costante con Regione ed Arpa. Dalla prima segnalazione del 2021 l’azienda si è subito attivata coinvolgendo soggetti altamente accreditati. È stata creata una barriera sotterranea per schermare il fenomeno vibratorio e messi in atto altri interventi con macchinari interni per ridurre il fenomeno e smorzare le vibrazioni. L’obiettivo è quello di annullare le vibrazioni per abitazioni. Ad oggi si stanno progettando strumenti per schermare le frequenze residue che creano disturbo. Contiamo di arrivare alla soluzione entro ottobre 2025».
Alfonso Morelli, direttore generale Arpa, spiega che «il lavoro dell’Agenzia è stato sempre particolarmente rigoroso con monitoraggi continui, controlli e sopralluoghi congiunti. Rispetto al nichel stiamo collaborando con le autorità competenti per specifici progetti di miglioramento. Stiamo seguendo precisi cronoprogrammi di intervento ed assicuriamo il nostro rigore nella verifica dei dati. È importante l’attivazione di tavoli tecnici, anche con la presenza dell’Asl, per prevedere misure efficaci. Insieme alla Regione stiamo valutando le migliori soluzioni rispetto alle criticità esposte».
Per il sindaco Stefano Bandecchi «il problema è particolare e fino ad oggi non sono state approfondite, in maniera corretta, le possibili soluzioni. Va sottolineato che l’acciaio, elemento fondamentale per l’Italia e tutta l’Europa, esiste e va prodotto perché non possiamo comprarlo in Cina o in Turchia. Purtroppo nelle città in cui si produce l’acciaio l’inquinamento è più alto e le malattie cardiocircolatorie o oncologiche polmonari sono maggiori. Partendo da questa base vanno previsti interventi con molta rapidità per abbattere in maniera esemplare l’inquinamento che oggi Terni subisce ed in particolare questo quartiere di Prisciano, il più inquinato dal nichel. Dobbiamo dire che l’acciaieria risponde esattamente alle norme previste ed è nei parametri di legge, ma i parametri di legge non prevedono se moriremo per un tumore ai polmoni o altra malattia. A proposito del nichel sappiamo che i parametri, per legge, ad oggi sono accettabili, ma sappiamo essere fuori da essi in base alla normativa europea che entrerà in vigore tra pochi anni e siamo ampiamente fuori dai tempi di attuazione di una situazione di salvaguardia. Come Sindaco ho già incontrato il comitato di Prisciano un anno fa ed ho camminato nelle strade di Prisciano e mi sono accorto che nell’aria c’è qualcosa che fa schifo. Dobbiamo non lasciare l’ azienda da sola e noi con i nostri organi dobbiamo far sì che esperti in materia possano aiutare l’azienda a trovare le giuste soluzioni. Dobbiamo, a livello istituzionale, creare un tavolo con i nostri esperti e trovare rapidamente le forme per mettere a punto gli interventi necessari. Servono regole precise dettate dalle istituzioni a partire dallo Stato. Serve un lavoro sinergico tra privato e pubblico. Invito la Regione ad istituire un tavolo di lavoro che non può più essere rimandato». Interviene anche l’assessore comunale Sergio Cardinali «È necessario capire come questa azienda si rende compatibile per sostenibilità e produzione con il centro abitato cresciuto intorno ad essa. Se vogliamo continuare a produrre acciaio vanno trovate le soluzioni alle problematiche esistenti. C’è un accordo di programma fermo da anni per cui non si riescono a portare a casa parte delle risorse preziose e necessarie per rendere una produzione sostenibile».
Giovacchino Olimpieri (Fismic Consfal) evidenzia che «come organizzazioni sindacali sin dal 2008 abbiamo firmato un protocollo su sicurezza e ambiente. Abbiamo chiesto un tavolo di aggiornamento che abbiamo avuto lo scorso 5 marzo dove erano presenti tutti gli enti e nel merito delle questioni ambientali l’Arpa ci ha confermato che in virtù delle normative attuali non esistono questioni dirimenti. È necessario però avere una certezza maggiore perché con la legge sappiamo che fino al 2030 non ci sono situazioni che possiamo abbattere. Sono ormai passati tre anni dalla presentazione di un piano industriale che però è legato ad un accordo di programma, fondamentale a quel piano industriale presentato ad aprile 2022. Nonostante i precisi impegni di un Ministro, ancora oggi siamo in una fase di incertezza. Fino a quando non sappiamo se l’accordo di programma sarà quanto previsto dall’azienda, noi saremo in un limbo. È necessario concludere quanto prima questa fase di incertezza perché dentro l’accordo di programma ci sono 200 milioni di euro che riguardano l’ambiente». Anche Alessandro Rampiconi (Fiom Cgil), interviene: «Da anni è nota la questione delle polveri e del nichel su cui l’azienda ci ha sempre detto di essere pronta ad intervenire. Abbiamo sempre chiesto investimenti sull’ambiente. Serve arrivare alla soluzione definitiva del problema ambientale e questo sta nell’accordo di programma». Infine a parlare è Riccardo Marcelli (Fim Cisl): «Il ruolo sindacale è duplice, ogni giorno le nostre rsu si interfacciano con l’azienda per gli aspetti ambientali, la salute e la sicurezza, ma ci sta particolarmente a cuore anche la salute dei cittadini. Riteniamo che Terni abbia tutte le caratteristiche per rimanere città della manifattura. Noi sosterremo tutte le iniziative necessarie per rendere l’azienda sempre più sostenibile. In merito all’indagine epidemiologica invito la Regione a riattivare urgentemente il registro dei tumori creando le condizioni per uno staff medico al fine di conoscere meglio la situazione. Massima disponibilità per ogni tavolo tecnico».