Lunedì il personale delle Province potrebbe decidere – a Perugia e Terni sono in programma due assemblee che promettono di essere particolarmente ‘calde’ – di ricominciare con le manifestazioni. Ma intanto l’assessore regionale alle riforme, Antonio Bartolini, spiega la posizione della Regione e mette paletti precisi.
13 milioni «Abbiamo effettuato una attenta ricognizione delle spese sostenute dalle Province per l’esercizio delle funzioni non fondamentali fino alla data dell’effettivo trasferimento del personale delle funzioni, individuata al 1° dicembre 2015 e questa ricognizione ha quantificato in 6,5 milioni di euro l’entità delle spese da finanziare. Abbiamo anche aggiunto una disponibilità di un milione e mezzo di euro per l’acquisizione di personale da destinare nelle Agenzie e Enti regionali ed inoltre ulteriori cinque milioni di euro per il personale da destinare ai Centri per l’impiego. Un totale insomma di circa tredici milioni di euro. Più di così la Regione non può andare».
Le richieste Le province hanno indicato necessità complessive per circa 19 milioni (12 per il personale a Perugia e 7 a Terni), ma Bartolini replica che «non possiamo caricarci di spese e personale che non competono alla Regione. Peraltro la Regione Umbria, in proporzione agli abitanti ed al territorio, è tra quelle che hanno impegnato più fondi rispetto alle altre regioni italiane».
Il personale La giunta regionale, ricorda Bartolini, «all’inizio della prossima settimana, adotterà i provvedimenti amministrativi ed economici riguardanti le Province, nonché i criteri di mobilità del personale individuando un ‘macrocriterio’ che consiste nella professionalità maturata e un criterio personale individuato dall’eccedenza dei carichi familiari e età anagrafica. Tra l’altro per la particolare anomalia di tale mobilità, non si procederà ai colloqui in quanto il personale che sarà riallocato sta già svolgendo le funzioni che andrà a ricoprire».
Il governo Per quanto riguarda i Centri per l’impiego, l’assessore dice che «il ministero del lavoro sta ancora predisponendo la bozza del protocollo d’intesa e dunque bisognerà attendere. Proprio per questo motivo abbiamo accolto positivamente la proposta arrivata da Anci Umbria secondo cui i Comuni, che hanno notevole necessità di personale, potrebbero predisporre un piano triennale di pensionamenti e utilizzare, nel frattempo, il personale in esubero delle Province in comando o nelle altre forme consentite».