È stato approvato dalla Regione Umbria lo schema di avviso pubblico, di cui alla legge regionale 3 dell’8 aprile 2016, per la concessione dei contributi agli enti locali cui afferiscono le attività degli impianti di grandi derivazioni di acque pubbliche ad uso idroelettrico – forza motrice. Il programma del Comune di Terni si può, quindi, articolare nei limiti massimi di tre stanziamenti regionali: 719 mila e 576 euro per l’asse urbanistica e assetto del territorio; 196 mila e 248 euro per l’asse sviluppo e valorizzazione del turismo; 392 mila e 496 euro per l’asse viabilità e infrastrutture stradali. Il totale dello stanziamento regionale è pari a 1.308.320 euro.
Il Comune di Terni Sulla base delle finalità individuate, il Comune di Terni intende effettuare per le annualità 2017-2018 un programma di iniziative e interventi che, tenendo conto del modulo sperimentale avviato nel 2016, intende sviluppare un secondo modulo sperimentale denominato ‘Strategie integrate e obiettivi condivisi per una migliore qualità della vita a Terni’. In coerenza con i criteri e gli obiettivi stabiliti dalla Regione, il programma del Comune si articola su tre assi di programmazione: promozione del territorio locale; immagine e vivibilità del territorio; reti infrastrutturali sicure.
Dibattito aperto Ma sulla legge regionale numero 3, approvata l’8 aprile del 2016, nella quale si leggeva che «la Giunta regionale è autorizzata a destinare, per l’anno 2016, agli enti locali cui afferiscono le attività degli impianti di grandi derivazioni di acque pubbliche ad uso idroelettrico-forza motrice la somma di euro 2.000.000,00, per lo sviluppo territoriale negli ambiti del turismo, degli eventi per la valorizzazione del territorio locale, dell’ambiente e del decoro urbano», il dibattito è aperto da circa un anno.
Brega e Nevi A metà novembre 2016, infatti, la seconda commissione regionale aveva deciso all’unanimità di rinviare la discussione e il successivo parere sull’atto della giunta regionale relativo agli ‘interventi a favore degli enti locali interessati dalle attività degli impianti di grandi derivazioni di acque pubbliche ad uso idroelettrico’. Il rinvio era stato proposto dal presidente Eros Brega alla luce dei rilievi dell’ufficio legislativo del consiglio in relazione alla mancanza di chiarezza su criteri e modalità di concessione dei contributi ai Comuni. Anche il presidente del gruppo di Forza Italia, Raffaele Nevi si era scagliato contro quel provvedimento: «Vigileremo attentamente affinché non ci sia una sorta di ‘soccorso rosso’ al ‘compagno’ Di Girolamo, a cominciare dall’utilizzazione del tesoretto accumulato grazie all’aumento dei canoni idroelettrici provenienti per il 90% dalla Erg, che ammonta a circa cinque milioni di euro all’anno. Questi soldi non possono essere spesi per ripianare il bilancio del Comune ma occorre destinarli ad investimenti come prevede la legge».
Alcuni appunti Qualche giorno dopo, però, la seconda commissione, con i voti dei commissari di maggioranza e l’astensione di quelli d’opposizione, aveva un parere favorevole sull’atto della giunta. Nel documento votato veniva infatti rilevato che «la deliberazione individua soltanto il Comune di Terni quale destinatario di tutte le risorse disponibili» senza considerare che «anche il Comune di Narni ha predisposto un proprio progetto suscettibile di essere finanziato». Sollecitazione, chiariva il vicepresidente della Regione Umbria Fabio Paparelli, «che sarà certamente fatta propria dalla giunta, che lunedì prossimo metterà a punto la bozza di protocollo da sottoporre a Terni e Narni, che potranno così dar vita anche a progetti comuni».
Gli impegni di Regione e Comune Ora però, tramite un Protocollo d’intesa, «la Regione Umbria si impegna a finanziare il progetto, mentre il Comune di Terni si impegna alla rendicontazione integrale delle spese effettivamente sostenute sulla base della trasmissione dei mandati di spesa quietanzati. La rendicontazione potrà essere effettuata anche con le modalità che potranno essere disciplinate dalla Regione in fase di attuazioje dei progetti. Il Comune si impegna, inoltre, a restituire integralmente alla Regione le somme relative al progetto non realizzato, ovvero alle somme non rendicontate entro il 31 dicembre 2018».