San Pietro, un restauro da 100 mila euro

Terni, circa 4 mesi di lavoro – finanziati dalla fondazione Carit – per il consolidamento della copertura absidale e laterale

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Circa 4 mesi di lavoro per una serie di interventi del valore complessivo di circa 100 mila euro, interamente finanziati dalla fondazione Carit. Venerdì 10 febbraio, nella sede della Fondazione a palazzo Montani-Leoni, sono stati presentati i lavori di restauro e consolidamento della copertura absidale e laterale della chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo a Terni e i recenti restauri dell’organismo edilizio e dei cicli pittorici.

Gli interventi «I lavori – ha spiegato l’architetto Paolo Leonelli, progettista e direttore dei lavori – hanno interessato la copertura absidale deteriorata dagli attacchi del tempo, con una serie conseguenze anche per le sue parti interne. Nel dettaglio si è intervenuto allo smontaggio del tetto del presbiterio e dell’abside, perché la navata era già stata fatta anni fa, sono stati smontati tutti i coppi, consolidato la struttura in legno, rimontata una guaina e riposti in opera i coppi. Dato che sono stati riscontrati anche dei problemi statitici, sono stati realizzati due interventi, a mio avviso, molto significativi: un presidio antisismico e una cerchiatura sulla parte dell’abside».

IL CORSIVO DI WALTER PATALOCCO

La storia «Le origini della chiesa, una delle più antiche della città situata nel centro storico della città, risalgono al secondo secolo, quando il vescovo S. Antimo fece erigere la prima chiesa, destinandola a sua cattedrale. Nel 1200 arrivarono gli agostiniani chiamati dal vescovo Tommaso a guidare la parrocchia di S. Pietro del Tirio, così intitolata a quell’epoca. La vecchia chiesa non rispondendo completamente alle esigenze di una corposa comunità, spinse ben presto gli Agostiniani a ricostruirla quasi completamente rendendola più spaziosa e dotandola di un convento, offrendo peraltro un forte impulso alla vita artistica della città che vide operare i migliori artisti locali. Le forme architettoniche conversero attorno allo spazio claustrale delimitato da due porticati sovrapposti sorretti da eleganti colonne con capitelli».

Tanti problemi irrisolti Dopo l’Unità d’Italia, ha raccontato inoltre l’architetto, «la chiesa e il monastero furono spogliati dei loro beni e i religiosi ad eccezione del parroco, furono costretti a lasciare Terni. Dopo il 1870 il convento veniva adibito a scuola elementare. Successivamente altre parti del convento furono destinate ad uso civico e alloggiativo, di fatto privando la parrocchia dei luoghi che erano stati centro della vita religiosa e pastorale della chiesa. Ancora oggi il chiostro, il convento e diverse parti della chiesa appartengono a diversi proprietari, con usi e destinazioni diverse e tanti problemi irrisolti».

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