Sanità, piano regionale della prevenzione

Catiuscia Marini: «Il fine è avere più benessere e meno ricorso all’assistenza ospedaliera

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Ha preso il via alla Scuola umbra di amministrazione pubblica, a Pila di Perugia, il percorso partecipativo che dovrà portare alla stesura definitiva del nuovo Piano regionale umbro della prevenzione 2014-2018.

L’avvio «Il cuore della sanità pubblica con cui affronteremo le grandi questioni che riguardano tutti i cittadini», come l’ha definito la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenuta alla prima giornata di lavori, martedì 20 gennaio. Presenti anche Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola umbra di amministrazione pubblica; Emilio Duca e Mariadonata Giaimo, rispettivamente direttore regionale Salute e Coesione sociale e dirigente del Servizio prevenzione, sanità veterinaria e sicurezza alimentare della Regione Umbria.

I soggetti coinvolti La progettazione coinvolgerà 320 persone tra operatori del settore sanitario e stakeholder del mondo dell’istruzione e dello sport, delle associazioni imprenditoriali e sindacali, degli enti pubblici e delle associazioni locali. Queste, suddivise in gruppi di lavoro attivi per i prossimi tre mesi, contribuiranno a definire i progetti e gli interventi finalizzati a ottenere obiettivi di salute. «Con il governo – ha detto Catiuscia Marini – abbiamo condiviso dieci macroaree di intervento, fortissima innovazione negli obiettivi strategici e una difesa dell’idea di sanità pubblica. Il fine è avere più qualità e benessere e meno ricorso all’assistenza sanitaria e ospedaliera. Un grande piano della prevenzione è anche un piano che abbassa la necessità di ricorrere a cure».

Gli argomenti I temi di intervento riguardano: adozione di comportamenti di vita salutari e prevenzione di incidenti stradali e domestici; promozione di screening oncologici e cardiovascolari e di programmi di vaccinazione; aumento della capacità di riconoscere i rischi e di resistere a fattori di ‘aggressione’ esterni; miglioramento degli stili di vita della popolazione femminile. E ancora, interventi di prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro; potenziamento dei sistemi informativi gestionali e dei sistemi di sorveglianza su stili di vita e fattori di rischio della popolazione; sviluppo della comunicazione verso il pubblico e della formazione degli operatori sanitari. Infine, promozione di una corretta alimentazione e della corretta gestione degli animali da compagnia e miglioramento della gestione delle emergenze.

Le opinioni «Coinvolgiamo la società civile – ha affermato Giaimo – perché non vogliamo una programmazione di palazzo. Se da un lato ciò può essere un vincolo dall’altro rappresenta una grande occasione. Il piano è uno strumento importante che coinvolgerà il sistema sanitario per i prossimi quattro anni». La pubblica amministrazione, ha ricordato Naticchioni, «sta cambiando molto e la progettazione partecipata rappresenta uno degli elementi di novità che noi abbiamo giù avuto modo di sperimentare con successo. Credo che sia una delle nuove strade da intraprendere per rispondere più velocemente ai bisogni dei cittadini». Questo piano, ha commentato Duca, «farà parte del nuovo Piano sanitario regionale che nel corso dell’anno approderà all’assemblea legislativa per l’approvazione e che, tra l’altro, prevede lo sviluppo e il potenziamento dei servizi per l’assistenza territoriale e il riordino della rete ospedaliera. Il coinvolgimento di tanti soggetti ci deve consentire di individuare obiettivi perseguibili, che vadano a tutelare bisogni di salute e che siano sostenibili dal punto di vista economico finanziario».

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