«Per logiche di parte e di omogeneità politica tra il Comune di Terni e la Regione Umbria si è persa l’occasione per fare gli interessi di Terni e in particolare dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’, per chiedere alla Regione una maggiore attenzione al nostro ospedale e al nostro sistema territoriale sanitario, in difficoltà per l’emergenza Covid». Ad affermarlo in una nota congiunta sono i capigruppo d’opposizione al consiglio comunale di Terni: Federico Pasculli (M5s), Alessandro Gentiletti (Senso Civico), Francesco Filipponi (Pd), Paolo Angeletti (Terni Immagina) e il consigliere comunale – nonché medico del ‘Santa Maria’ – Claudio Fiorelli (M5s).
La lettera ‘rinviata’
«La maggioranza di centrodestra – prosegue la nota – ha infatti rinviato in II commissione una bozza di lettera, frutto del lavoro congiunto dei consiglieri e medici Armillei, Fiorelli e Leonelli e del presidente del consiglio comunale Ferranti, nella quale si chiedeva una maggior attenzione dei lavoratori del ‘Santa Maria’ e procedure per l’aumento del personale infermieristico, tecnico, ausiliare e medico, ad oggi allo stremo delle forze».
«Ritardi e mancanze»
«Sono mesi che gran parte del personale sanitario del ‘Santa Maria’ – proseguono i consiglieri – è sotto stress lavorativo, in quanto chiamato a gestire un’emergenza che, seppur non ha avuto le devastanti ripercussioni registrate in altri territori d’Italia, ha portato un notevole sovraccarico di lavoro, di procedure da seguire, di attenzione verso i pazienti. Alcune strutture fondamentali sono state raddoppiate nei posti letto pur mancando il personale specializzato. Ci sono medici ed infermieri che da mesi non usufruiscono di un giorno di riposo. Ancora oggi – osservano Pasculli, Gentiletti, Filipponi, Angeletti e Fiorelli – i tamponi sul personale sanitario non sono effettuati in maniera sistematica. Ancora oggi i medici di base mancano di adeguati dispositivi di protezione. Ancora oggi gli annunci di incrementi di personale non si sono verificati e le stabilizzazioni previste di fatto cambiano solo la tipologia di contratto ma non portano nei reparti una unità in più».
«Sudditanza partitica evidente»
«Il rinvio in commissione – proseguono – rappresenta l’ennesima perdita di tempo su una questione i cui argomenti sono ben conosciuti ma che evidentemente possono rappresentare imbarazzo per la Regione e in particolare per l’assessorato regionale alla sanità. Abbiamo sentito nella conferenza dei presidenti di ieri, consiglieri comunali di maggioranza parlare esplicitamente di ‘opportunità politica’ nel non richiedere alla Regione tamponi, assunzioni, strutture adeguate. Alla luce di quanto detto, tutti le forze di minoranza fanno proprio l’atto che era stato redatto e lo rendono pubblico, affinché la città sappia che le ragioni politiche e di sudditanza partitica ancora oggi prevalgono sui suoi interessi. Pensavamo che la stagione della sudditanza fosse per Terni conclusa invece vediamo il riproporsi di logiche che non guardano agli interessi dei ternani ma solo alle convenienze politiche di alcuni dei loro rappresentanti».