Si discuterà nel consiglio comunale convocato ‘da remoto’ per martedì 13 ottobre, alle ore 15.30, la questione della cessione di parte delle quote di partecipazione detenute da Asm nel Servizio Idrico Integrato. Tema che – dopo il botta e risposta fra minoranza e sindaco/assessore alle partecipate di questi giorni – si preannuncia ‘caldo’.

Le ragioni
Così il presidente del consiglio comunale Francesco Ferranti a seguito della decisione di tornare alla modalità ‘online’ della seduta consiliare: «Una decisione presa dopo che nel pomeriggio di martedì l’ufficio di presidenza e la conferenza dei presidenti hanno espresso a larga maggioranza condivisione su questa scelta. Si è ritenuto di optare per la convocazione da remoto in ottemperanza ai vari Dpcm del governo nazionale, una modalità che proseguirà almeno fino a quando non saranno sciolte le tutele e le precauzioni sanitarie che interessano i consiglieri comunali e il personale amministrativo che è entrato in contatto con il consigliere comunale risultato positivo al Covid 19 nei giorni scorsi (Valdimiro Orsini, ndR). Tra la data di lunedì e quella di martedì, per garantire la presenza di tutti, ho preferito quest’ultima in quanto nel pomeriggio del 12 ottobre alcuni consiglieri e alcuni dipendenti comunali saranno impegnati nel secondo tampone che verrà effettuato dalla Usl Umbria2». L’ufficio di presidenza ha infine stabilito che il prossimo question time si terrà a novembre, anche per consentire che si arrivi a un numero adeguato di interrogazione e interpellanze: «Al momento, infatti, ne sono in attesa di risposta solo sette».

«Si impedisce massima trasparenza». Gli emendamenti
A stretto giro arriva la nota del gruppo d’opposizione Senso Civico: «Riteniamo sbagliato – spiega Alessandro Gentiletti – che sia stato convocato il consiglio comunale per decidere la vendita delle quote di gestione dell’acqua pubblica in questo momento e in queste modalità telematiche, che impediscono la massima trasparenza nei confronti della città. Il mio gruppo consiliare ha comunque inviato undici emendamenti alla delibera al primo punto all’ordine del giorno del Consiglio del 13 ottobre 2020. L’obiettivo, che ha sottoscritto anche il consigliere Paolo Angeletti che ringrazio, è quello di portare avanti quelle che sono le priorità della città e risolvere alcuni degli aspetti più controversi dell’operazione. Le problematiche sono già emerse nello scorso dicembre, quando la maggioranza fece mancare il numero legale al suo sindaco. Due emendamenti riguardano la procedura adottata. Si è arrivati, infatti, a questa vendita con negoziazione diretta e non attraverso una gara pubblica o una preventiva ricerca di mercato. Occorre essere sicuri che questo sia vantaggioso per l’ente e per le partecipate coinvolte e che questo rispetti le norme sulla concorrenza. Per questo ho protocollato due emendamenti che, se approvati, prevederanno l’obbligatorio esperimento preventivo di una ricerca di mercato o di una gara pubblica e sospenderanno l’efficacia dell’autorizzazione finché non sarà accertato che nessun altro soggetto, a condizioni migliori, sia interessato all’acquisto. Ritengo inoltre – prosegue – che sia dovere di Asm Terni S.p.A. riservarsi il diritto di riscatto e di poter tornare proprietaria in futuro alle medesime condizioni. In tal senso interviene il primo degli emendamenti, che subordina l’autorizzazione alla cessione alla previsione espressa della riserva di riscatto. Gli altri emendamenti mettono nero su bianco alcuni limiti alle modifiche dello Statuto della S.I.I. S.c.p.A., al fine di preservare gli equilibri fra enti pubblici e fra questi e soggetti privati. Infine deve essere fugato ogni timore che con questa operazione tutte le responsabilità andranno a cadere solo sui consiglieri comunali della maggioranza che voteranno la delibera. Benché il mio gruppo si opporrà e non voterà la delibera non lo ritengo giusto verso i colleghi di maggioranza e verso la città. In tal senso quindi interviene un emendamento specifico, che va a correggere una parte della delibera con la quale si prevede espressamente che il sindaco è mero esecutore e anche quando interverrà in rappresentanza dell’ente non avrà poteri sostanziali ma solo formali. Un emendamento – conclude – specifico corregge questa svista e attribuisce al sindaco ogni potere sostanziale che sia previsto dalla legge, cosicché possa intervenire anche successivamente al fine di tutelare personalmente l’assise e la città della piena correttezza di questa operazione che ha rivendicato con orgoglio».