‘Sono nata il ventitré’ con Teresa Mannino

Terni, l’artista palermitana salirà sul palco del teatro Mancinelli di Orvieto, sabato 30 gennaio alle 21

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Dopo una stagione di sold out in molti teatri italiani, Teresa Mannino torna con lo spettacolo ‘Sono nata il ventitré’. Volto noto al pubblico televisivo di Zelig, l’artista palermitana dall’irresistibile verve comica, sabato 30 gennaio alle 21, farà tappa al teatro Mancinelli di Orvieto.

I traumi «Ho voglia di raccontarmi», spiega Teresa Mannino. «Voglio raccontare al mio pubblico la mia vita, come ero, come sono cresciuta e come è cambiato il mondo intorno a me». Un viaggio nella sua infanzia, tra i piccoli e grandi traumi di allora che magari poi si sono rivelati formativi. «Sono diventata quella che sono passando attraverso momenti difficili che mi hanno fatto crescere. Ecco, voglio raccontarvi i miei traumi, ad esempio che ero la terza figlia e quando toccava a me fare il bagno, l’acqua non c’era più. Un classico. E poi voglio parlare dei calciatori di ieri e di oggi e del rapporto genitori figli».

Teresa Mannino©MIRTA LISPILa sua vita Così, passando attraverso il racconto della sua infanzia trascorsa nell’ambiente protettivo, ma anche adulto e forte della sua Sicilia, dei rapporti genitori e figli, o quello dei mitici anni ’70, Teresa Mannino racconta la sua versione dei mutamenti avvenuti in questi ultimi anni. «La mia forza e determinazione derivano dalla mia famiglia, dai miei genitori che mi hanno amata incondizionatamente. Ero una ribelle ma loro mi hanno sostenuta anche quando non ho seguito le orme familiari, come ad esempio nei miei studi universitari». Oggi che da figlia è diventata madre, Teresa Mannino individua nel rapporto genitori figli «un cambiamento critico per cui siamo diventati iperprotettivi a scapito di bambini che crescono impacciati ed insicuri. Siamo genitori talmente preoccupati di tutelare i figli dai pericoli quotidiani che non curiamo la società nella quale dovranno crescere».

Gli eroi Tra i traumi della vita non poteva mancare quello del tradimento. La letteratura classica è piena di eroi ed eroine infedeli. «Ma guarda caso le donne che tradiscono non vengono perdonate e di solito muoiono, mentre gli uomini traditori non muoiono mai, semmai sono le amanti a fare una brutta fine». Così Teresa Mannino prenderà in prestito la figura dell’eroe classico, quella di Ulisse e, alla luce dei tormenti di Penelope, rivelerà il suo potenziale di antieroe di tutti i tempi.

‘Sono nata il ventitré’ è lo specchio dei suoi pensieri e siccome pensa sempre quello che dice e dice sempre quello che pensa, sarà un’esperienza divertente seguire il suo filo logico. «Sono una persona diretta, nel bene e nel male. Questo è il mio pregio e il maggior difetto. Quando mi interpellano per sapere come la penso rischio sempre di ferire e di essere ferita. Sembra un paradosso, ma la sincerità può essere male interpretata. Anche nella mia carriera, soprattutto all’inizio, quando non mi conosceva nessuno, ho rischiato più volte di lasciare di stucco il pubblico per i miei modi diretti. Ora si divertono un sacco».

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