di Giovanni Cardarello
Non è andata come previsto l’accurata visita ai reparti del San Matteo degli Infermi, ai servizi territoriali di via Aldo Manna e dell’Hospice di Spoleto da parte della presidente della Regione Umbria Stefania Proietti e della direttrice salute e welfare Daniela Donetti.
Parliamo, nello specifico, di quanto accaduto giovedì 24 aprile quando le massime autorità regionali, accompagnate dal sindaco Andrea Sisti, hanno verificato lo stato dell’arte dei servizi sociosanitari di Spoleto. Servizi smantellati nel 2020 per gestire l’emergenza Covid e di fatto mai più ripristinati.
Dicevamo che non è andata come previsto, anzi come speravano, ed il riferimento è ai quattro comitati cittadini, ovvero ‘Comitato civico per la salute pubblica e l’emergenza sanitaria della città di Spoleto e della Valnerina’, ‘Comitato di strada per la salute pubblica’, ‘Coordinamento per la pace i diritti e la difesa dell’ambiente’ e lo ‘Spoleto city forum’.
I comitati che tra l’inverno e la primavera hanno raccolto oltre 10 mila firme (su 36 mila abitanti) a difesa dell’ospedale cittadino. Non è andata come speravano perché, come spiega all’edizione oggi in edicola del Corriere dell’Umbria, il portavoce dello Spoleto city forum, Leonello Spitella ha detto che «non è stato presentato nessun cronoprogramma di riapertura di reparti. Né sono stati indicati in cui conta di presentare questo stesso cronoprogramma».
Ma non solo, rincara Spitella, «pur apprezzando la visita accurata, non ci sono stati forniti elementi certi per guardare con fiducia al futuro del nosocomio». Tre le questioni essenziali sul tappeto e strettamente concatenate. Questioni che, inevitabilmente, con l’integrazione degli ospedali di Spoleto e Foligno, il famigerato Terzo polo, sono destinate ad arrivare al pettine.
In primo luogo, riportare ostetricia nella vecchia sede. Il secondo luogo, ripristinare il punto nascita. E, in conseguenza di queste scelte, mantenere l’emergenza e urgenza di un Dea di primo livello. Temi su cui, spiega Spitella sempre al Corriere dell’Umbria, «ci saremmo aspettati una presa di posizione politica da parte della presidente Proietti».
Sì perché la valutazione sulla concessione della deroga per la riapertura del punto nascite è legata all’inserimento di Spoleto nel cratere del Sisma del 2016, ed è una valutazione meramente tecnica mentre, secondo i comitati, vanno fatte scelte, appunto, di carattere politico.
L’ennesima tappa della vicenda, quindi, anche per l’impossibilità di fare domande a causa del lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, si è chiusa con un nulla di fatto. E con una evidente delusione da parte dei comitati che però, come spiega il Corriere dell’Umbria, nei prossimi giorni faranno le opportune valutazioni per decidere le mosse successive. E la sensazione diffusa e che non saranno banali.