Ss Perugia – Ancona: «Dramma senza fine»

Ance Umbria lancia l’ennesimo grido di allarme e i parlamentari lo raccolgono: «Governo e ministro agiscano». In campo anche Confartigianato

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Pressing delle associazioni di categoria e del mondo politico – bipartisan – sul governo nazionale e sul ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli (M5s) per giungere ad un chiarimento definito sul completamento della ‘Perugia-Ancona’, dopo che dall’inizio dei lavori ben tre imprese contraenti – l’ultima in ordine di tempo la Astaldi Spa – hanno avuto accesso a procedure pre-fallimentari come il concordato preventivo.

Chi c’era

Lunedì mattina, presso la sede della Provincia di Perugia, il presidente di Ance Umbria – Stefano Pallotta – ha incontrato i parlamentari umbri che, al termine, hanno elaborato una risoluzione congiunta. Presenti Tiziana Ciprini (M5s), Raffaele Nevi (FI) Walter Verini (PD), Franco Zaffini (FdI) e Virgino Caparvi (Lega). Assenti, giustificati con tanto di nota di pieno sostegno ad Ance Umbria, i colleghi Anna Ascani (Pd) e Filippo Gallinella (M5s).

La lettera al ministro Toninelli

Questo il testo del documento firmato da parlamentari: «In merito alla drammatica situazione venutasi a creare in seguito alla crisi del Gruppo Astaldi – si legge – con le ricadute sui lavori bloccati della Perugia-Ancona, sulle imprese umbre e marchigiane che attendono spettanze per il lavoro svolto, sulle famiglie di circa un migliaio di lavoratori interessati, chiedono al ministro delle infrastrutture di accogliere immediatamente la richiesta di convocare un incontro ministeriale per sbloccare la situazione. Si tratta di una urgenza di grande serietà. L’incontro – scrivono i parlamentari – è stato chiesto nei giorni scorsi dalle regioni Umbria e Marche, con il sostegno unanime del consiglio regionale. Si tratta di una situazione difficile ma, pure nella vicenda del concordato, si possono e debbono trovare soluzioni immediate per garantire alle imprese e ai lavoratori il saldo delle spettanze e la conseguente ripresa dei lavori. Su questo ci sarà il pieno sostegno di tutti i parlamentari dell’Umbria».

Il grido di allarme

Durante l’incontro Stefano Pallotta ha lanciato l’ennesimo grido di allarme, delineando un quadro durissimo: «Era stata promessa ricchezza al territorio attraversato dal progetto ‘Quadrilatero’, non rovine e distruzione. Intanto chiariamo che con soldi pubblici l’Anas, insieme alla Regione Umbria e alla Regione Marche, alle Camere di commercio di Perugia, Ancona e Macerata, alla province di Perugia e Macerata, ha dato vita nel 2003 – 15 anni fa – ad una società di progetto per realizzare i lavori della nuova viabilità tra le due regioni, la Quadrilatero Spa. Tre anni dopo, nel 2006, la Quadrilatero Spa, in qualità di stazione appaltante, ha sottoscritto un contratto con un consorzio di imprese che in poco più di tre anni avrebbe dovuto completare i lavori: è troppo facile intanto sottolineare come si siano accumulati appena dieci anni di ritardo, visto che i lavori oggi sono fermi e sono ancora lontani dall’essere completati. Questo ritardo è il primo e forse più pesante risultato negativo per tutti i cittadini e per l’intera economia dei nostri territori. Nel corso di questi anni abbiamo assistito ai fallimenti delle imprese che si sono succedute nei rapporti con Quadrilatero, prima di Baldassini Tognozzi Pontello, poi di Impresa spa e ora siamo alle difficoltà di Astaldi spa. Stesso film e purtroppo stesse conclusioni drammatiche per le imprese, i lavoratori e le famiglie del territorio».

Tante domande

«Purtroppo – ha evidenziato il presidente di Ance Umbria nel suo intervento – dobbiamo constatare che, nelle diverse ricostruzioni e nelle molte prese di posizione, si cerca di sorvolare sul reale svolgimento dei fatti, sulle sostanziali responsabilità e sull’inadeguata capacità di controllo da parte dei poteri pubblici. Solo colpa del destino cinico e baro se ci troviamo ancora una volta in una condizione che rischia di portare un durissimo colpo all’economia ed ai livelli occupazionali dei nostri territori? Si vuol dire forse che è responsabilità di quei fornitori e di quegli esecutori dei lavori così ingenui ed incapaci di leggere ed accettare le moderne dinamiche dell’economia globalizzata? Non ci sono per caso riflessioni da fare, o forse addirittura indagini, sui meccanismi di affidamento dei lavori, sulla congruità degli importi messi a gara e su quel forsennato sistema di scatole cinesi che come unico risultato hanno portato in passato e rischiano di nuovo di portare al fatto che gli unici che hanno lavorato, regolarmente, nei tempi e nei modi giusti, potrebbero non essere pagati? Questo sarebbe l’arricchimento e la grande occasione per le nostre imprese e per la nostra economia? Com’è stato possibile assistere in silenzio alle difficoltà ed al dissesto delle tante piccole imprese umbre e marchigiane colpite a morte dai vari fallimenti? La stazione appaltante ha esercitato fino in fondo tutte le prerogative espressamente previste dalla legge e dai documenti contrattuali finalizzate al monitoraggio dell’andamento dei lavori, della regolare esecuzione, del rispetto dei tempi contrattuali? La stazione appaltante ha vigilato sull’avvenuto pagamento delle imprese affidatarie, subappaltatrici e fornitrici, come pure la legge espressamente richiede, prima di procedere alla liquidazione dei sal in favore dei contraenti generali? Sono state applicate le cautele previste dalle norme e dai contratti? La forma è salva ma la sostanza è che i lavori sono in forte ritardo, sono fermi e non sono completati, le imprese che hanno davvero lavorato e fornito materiali non sono state pagate».

«Non più sulla pelle delle piccole imprese»

«Ora, da più parti, si auspica la ripresa dei lavori ma non si capisce bene con quali modalità. Questa volta siamo in presenza di una novità con la quale si dovrà fare i conti: le imprese in questione non solo non vogliono ma non sono materialmente in grado di riprendere i lavori senza avere assicurazioni certe sui propri crediti, così potendo allentare la morsa finanziaria ed economica che le attanaglia. Noi vorremmo che passasse – forse per la prima volta in Italia, ce ne rendiamo conto – un messaggio forte e chiaro: il completamento dell’opera non può passare sulla pelle delle piccole imprese che hanno lavorato e fornito nel cantiere della Perugia-Ancona e che oggi vengono messe in ginocchio dal concordato preventivo del contraente generale Astaldi. Queste imprese, che nonostante tutto vogliono ancora dimostrare un atteggiamento costruttivo, in primis nei confronti della collettività, chiedono alle Regioni, alla ‘Quadrilatero’, all’Anas, al ministero delle Infrastrutture e ad ogni altro soggetto che nella vicenda risulti dotato di potere decisionale, di non girarsi dall’altra parte e far finta di non vedere le difficoltà ed il dissesto di chi ha avuto l’unico demerito di lavorare, confidando anche nel ruolo di controllo e vigilanza di un committente pubblico di tale rilevanza. In particolare, chiedono che ogni discorso in merito alla ripresa del cantiere – per la quale offrono comunque ampia disponibilità – contempli anche e prioritariamente la risoluzione del grave problema ingenerato dal concordato preventivo di Astaldi: per una volta, ripetiamo forse per la prima volta, si abbandoni il cinismo del fatto compiuto e si cerchi di dare una risposta a chi ha lavorato e, non capisce perché, non è stato pagato».

Confartigianato Umbria e Marche nord all’unisono

Sulla questione si è mossa anche Confartigianato con un incontro fra i vertici umbri (Mauro Franceschini e Gianluca Tribolati) e di Ancona-Pesaro-Urbino (Graziano Sabbatini e Marco Pierpaoli) che, alla presenza di Gilberto Gasparoni di Confartigianato Trasporti Marche, hanno esaminato la pesante criticità della ss 76 con il blocco dei lavori nelle tratte Fabriano – Serra San Quirico e Fabriano – Osteria del Gatto). «Il blocco dei lavori – affermano – rischia di creare un’incompiuta che causerà rischi sistematici di incidenti stradali e rallentamenti nella circolazione su una arteria strategica che collega il sistema adriatico con l’Umbria ed il Tirreno. Chiediamo il massimo impegno delle regioni Umbria e Marche affinché intervengano sulla ‘Quadrilatero’ e sul governo per sbloccare la situazione facendo riaprire i cantieri, permettendo in pochi mesi il completamento dell’opera». Confartigianato ricorda anche «che si è costituito un comitato creditori della Astaldi che hanno incontrato i presidenti delle Regioni Umbria e Marche che si sono impegnati ad insediare un tavolo di confronti fra imprenditori, associazioni di categoria ed istituzione. Le imprese coinvolte danno occupazione ad oltre 500 collaboratori di questi dopo il blocco dei pagamenti avvenuti in piena estate quasi un centinaio sono stati messi in mobilità ed altrettanti sono a rischio».

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